EMERGENZA sicurezza urbana e impianto di gpl Energas: due argomenti che toccano direttamente la sensibilità della gente. Sono prepot
EMERGENZA sicurezza urbana e impianto di gpl Energas: due argomenti che toccano direttamente la sensibilità della gente. Sono prepotentemente apparsi minacciosi entrambi, l’uno a poca distanza dall’altro, sull’orizzonte di Manfredonia. Due temi i cui effetti incidono e condizionano direttamente la qualità della vita dei cittadini. Ed è pertanto più che giustificata la preoccupazione di tenerli a bada con opportune misure. Che richiedono il decisivo intervento e la convinta partecipazione delle pubbliche autorità istituzionali delle quali la massima espressione locale è quella dell’amministrazione comunale nell’articolazione del consiglio comunale. Che non sono mancate. Anzi con una certa gratificante sorpresa si sono trovate perfettamente allineate solidalmente.
LA CIRCOSTANZA è sottolineata a ragione della purtroppo consolidata e spesso forzata contrapposizione tra gli schieramenti presenti nell’assemblea consiliare che la democrazia vuole suddivisi tra maggioranza e minoranza. Ebbene, per la presa di posizione in merito a quei due fondamentali temi, non c’è stato il solito conflitto, ma una confortante convergenza sul documento che codifica le linee guida per fronteggiare l’incalzante fenomeno dell’attacco alla sicurezza pubblica esplicato in mille forme subdole e penetranti nel tessuto socio-economico della città, e sull’odg di opposizione alla ventilata autorizzazione governativa del mega impianto di gpl progettata da Energas.
MAGGIORANZA e minoranza consiliare con quella convergenza unanime sulla difesa della città e dei suoi cittadini hanno dato forza morale e dignità di governo ad un consesso eletto dal popolo e che pertanto rappresenta il popolo. Oltre ad aver preso atto di un atteggiamento risoluto dinanzi a pericoli che incombono minacciosi sulla città, città e cittadini hanno percepito il senso della protezione istituzionale. È questa la condotta che i manfredoniani, gli elettori che hanno votato, si aspettano dai rappresentanti inviati a Palazzo San Domenico. E che fino ad ora è mancata o non si è esplicata nella modalità dovuta.
TROPPO spesso, in maniera artificiosa e surreale, più che la ricerca di possibili intese, si è cercato e praticato lo scontro fine a sé stesso. Tutto questo primo anno di consiliatura è parso una becera prosecuzione della campagna elettorale. Ci si attendeva che i nuovi inquilini del Municipio attuassero quelle belle e buone intenzioni sostenute fino alla vigilia delle elezioni. La maggioranza cui è demandato il ruolo di governo, è rimasta guardinga e timorosa, arroccata nella propria area; ha rifiutato e respinto ogni possibilità di intesa con l’altra sponda la cui collaborazione sarebbe andata a beneficio dei provvedimenti adottati.
ERA QUESTO l’atteggiamento che Manfredonia si aspettava dai nuovi eletti, dopo le vicissitudini che la città è tuttora costretta a sopportare: un governo che, pur nelle scontate e doverose, diversificazioni istituzionali, raccogliesse e utilizzasse tutte le risorse disponibili per traghettare la città verso quelle dimensioni che ben si merita. Non c’è stato quel cambiamento culturale che ci si aspettava. E dato che la speranza è sempre ben disposta, è da sperare che la unanimità espressa con i due provvedimenti richiamati innanzi, sia il riavvio di una storia tutta da scrivere.
Michele Apollonio
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