“Tortura in concorso”, nei guai agenti penitenziari e assistenti: 9 provvedimenti cautelari e 15 indagati

Alle prime ore dell’alba, personale della sezione Polizia giudiziaria (Carabinieri) della Procura della Repubblica presso Tribunale di Bari, ha dato e

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Alle prime ore dell’alba, personale della sezione Polizia giudiziaria (Carabinieri) della Procura della Repubblica presso Tribunale di Bari, ha dato esecuzione a un’“ordinanza applicativa di misura cautelare agli arresti domiciliari”, emessa il 4 novembre 2022 dal gip del Tribunale di Bari su richiesta di questa Procura della Repubblica, nei confronti di 3 appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria in servizio presso la locale casa circondariale, gravemente indiziati (accertamento compiuto nella fase delle indagini preliminari che necessita della successiva verifica processuale nel contraddittorio con la difesa) del delitto di tortura in concorso (artt. 110 e 613 bis comma 2, c.p).
In esecuzione della medesima ordinanza è stata altresì eseguita la “sospensione temporanea” dall’ufficio di appartenente al Corpo di Polizia Penitenziaria nei confronti 6 assistenti, a tre dei quali è stato contestato il delitto di “tortura in concorso”.

L’indagine, che vede nel complesso 15 indagati, è stata avviata a seguito di una segnalazione della Direzione e del Comando della Polizia Penitenziaria di Bari riferita ad un evento del 27 aprile scorso quando il personale destinatario delle citate misure, in servizio presso le diverse sezioni del carcere, conseguentemente ad un intervento presso una cella di detenzione, infieriva, con plurime condotte violente dispiegatesi nell’arco temporale di circa quattro minuti, nei confronti di un 41enne detenuto.

In particolare, a seguito di un intervento presso la cella di detenzione del detenuto, il personale della Polizia Penitenziaria, nel trasferire lo stesso presso la medicheria della struttura, poneva in atto gli atti di violenza consistiti in particolare, da parte di alcuni, nello sferrare calci e schiaffi e, da parte di altri, nel trattenere il detenuto “bloccato” sul pavimento sul quale era riverso, con la partecipazione omissiva di altri agenti che presenziavano agli atti di violenza senza impedirli.
Inoltre non veniva segnalata alcuna lesione sulla persona del detenuto, ricoverato presso l’infermeria della struttura di detenzione immediatamente dopo i plurimi atti di violenza subiti. Nel corso dell’intera indagine è stata costante la collaborazione offerta da parte della Direzione dell’Istituto di pena e del Comando della Polizia Penitenziaria.“È importante ribadire – riporta la nota della Procura – che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa degli indagati, la cui eventuale colpevolezza, in ordine alle ipotesi di reato contestate, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti”.

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