Quanto accaduto a Manfredonia, nella prima decade di febbraio di quest’anno, sulla scorta delle indagini preliminari svolte, rappresenta l’enn
Quanto accaduto a Manfredonia, nella prima decade di febbraio di quest’anno, sulla scorta delle indagini preliminari svolte, rappresenta l’ennesimo triste racconto di presunti raggiri fatti ai danni di una coppia di anziani che tendenzialmente si fidano, tradendo così una sorta di bonaria ingenuità, di giovani che, approfittando della fragilità dei più deboli, a volte anche socialmente e familiarmente soli, si fanno consegnare i risparmi di una vita, facendo in particolare leva sui sentimenti che legano le vittime ai propri parenti, come l’amore di una madre o di una nonna per i propri figli o nipoti. È proprio così che questi presunti truffatori, con il pretesto dell’incidente stradale occorso ad un familiare, oppure del pacco postale da consegnare, oppure ancora dell’insperato rimborso o addirittura della fuga di gas, contattano telefonicamente la vittima e, trattenendola al telefono, si fanno consegnare tutti i loro averi.
Le giornate per la signora “Maria”, questo il nome di fantasia datogli dagli inquirenti, manfredoniana di origine, settantenne che vive in una casa con il marito, scorrono tutte uguali. La sveglia alle 6,30, la passeggiata con il cagnolino sotto casa, meteo e problemi fisici permettendo, il pane e il latte fresco comprati al forno dietro l’angolo e poi di nuovo a casa, per far fronte alle faccende domestiche. Unica consolazione, in tanta solitudine, il pensiero per suo marito ma soprattutto per i suoi figli e del suo unico nipote che, vuoi per il lavoro e per gli impegni, stanno continuamente “in giro”. Il ragazzino, solito acquistare su internet, non è infrequente che si faccia recapitare il pacco all’indirizzo proprio a casa della nonna, l’unica a trascorrere in casa la gran parte della sua giornata. Per questo la signora “Maria” non si sorprende più di tanto quando il dieci febbraio di quest’anno, mentre sta svolgendo le sue attività quotidiane, sente squillare il telefono fisso di casa e una voce femminile, qualificatasi come dipendente delle Poste Italiane, le indica di dover urgentemente consegnare un pacco per il nipote precisando che, sebbene il ragazzo avesse già corrisposto un acconto, doveva comunque corrispondere la somma di denaro, ammontante a circa 4.000 euro, per poter saldare il conto. A questo punto l’anziana donna, tratta in errore soprattutto sulla scorta dell’affetto provato verso il nipote, senza essere sfiorata da alcun dubbio, non esita a mandare il marito presso l’ufficio postale e, prelavata la somma richiesta, la consegna ai suoi interlocutori che, in cambio, lasciano uno scatolone che pure, a giudicare dal prezzo, avrebbe dovuto contenere qualcosa di prezioso. Una telefonata al nipote fa subito scattare nella donna la rabbia e la frustrazione per essere stata invece raggirata.
Ma questa storia, fortunatamente, non finisce qui. Appena rientrato a casa il figlio della signora “Maria”, questi non ha esitato ad accompagnare i suoi genitori presso il Comando Compagnia Carabinieri di Manfredonia dove l’anziana, ancora scossa ed impaurita, ha fornito una descrizione dettagliata e puntuale del “corriere”: il relativo abbigliamento, la inflessione dialettale, il tatuaggio sul collo e tanto altro che ha certamente contribuito ad addivenire all’identità dei due presumibili autori di tale azione criminale. È proprio da qui che sono quindi iniziate le delicate indagini dei militari dell’Arma, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, condotte anche fuori regione, che hanno così permesso ai carabinieri e alla Magistratura di arrivare all’arresto dei presunti responsabili, in esecuzione di una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Foggia, su richiesta della locale Procura della Repubblica del capoluogo. Preziose e determinanti, nel corso dell’indagine sviluppata dagli inquirenti, sono state le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza presenti nelle zone adiacenti all’abitazione delle vittime, tramite le quali è stato difatti accertato che, per compiere i reati contestati in questa fase preliminare, i presunti autori, in alcuni casi ripresi perfettamente e coincidenti con la descrizione fornita dalla vittima, hanno utilizzato un’autovettura Fiat 500, poi accertato essere stata noleggiata nel napoletano. La svolta dell’indagine c’è stata in particolare il giorno successivo quando gli investigatori dell’Arma sono riusciti accertare che i due erano stati proprio sotto casa della signora “Maria” ed anche grazie all’arresto in flagranza per il medesimo reato perpetrato, in altra regione, potendo così accertare che gli stessi indossavano i medesimi abiti utilizzati il giorno precedente, da considerare quindi, quanto meno in termini di presumibilità indiziaria, come dei veri e propri “indumenti da lavoro”. Ad essere quindi attinti da tale misura cautelare personale di natura custodiale una coppia originaria di Napoli, rispettivamente di 35 e 30 anni, peraltro gravati da precedenti di polizia, sia per reati specifici che per altro ancora. I due presunti truffatori, infatti, in concorso tra loro e con l’aggravante di aver agito con artifici e raggiri approfittato peraltro della vulnerabilità delle loro vittime, si sono fatti consegnare tutti i loro averi.
Purtroppo questa triste storia, ma almeno con un lieto fine in questa circostanza, ha ribadito ancora una volta che le truffe ai danni di anziani, spesso soli in casa, di massima ben disposti anche verso chi non conoscono, attratte da false novità abilmente prospettate, sono reati insidiosi ma dai quali è comunque possibile difendersi e l’Arma dei Carabinieri, ormai da tempo, ha lanciato il suo slogan: “Possiamo aiutarvi”. Anche i carabinieri della Compagnia di Manfredonia, per fornire quelle poche e semplici regole comportamentali da seguire per evitare di cadere nel tranello e difendere così le persone anziane dalle truffe, parallelamente all’attività investigativa, da tempo stanno attuando molteplici iniziative sul territorio rivolte proprio verso i più deboli, espressione questa di quella “polizia di prossimità” che l’Arma dei Carabinieri pratica sin dalla sua fondazione. In particolare, sono stati molteplici gli incontri svolti, al termine delle funzioni religiose, per cercare di prevenire tali reati. Questi incontri continueranno anche nei prossimi mesi ed in particolare nei fine settimana, con il precipuo compito di intercettare il maggior numero di persone anziane, al fine di fornire loro gli strumenti per evitare il raggiro. I carabinieri raccomandano, in caso di necessità reale o presunta, di contattare il 112 soprattutto perché “Possiamo Aiutarvi!”.
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