Volano le vendite di olio pugliese all’estero, balzo del 40% in tutto il mondo. “Diffondere cultura extravergine”

Balzano del +40% in valore le esportazioni di olio d’oliva Made in Puglia nel mondo nonostante i cambiamenti climatici che pesano sulla produzione reg

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Balzano del +40% in valore le esportazioni di olio d’oliva Made in Puglia nel mondo nonostante i cambiamenti climatici che pesano sulla produzione regionale e le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina. E’ quanto emerge dal report di Coldiretti “I sentieri dell’olio” sul patrimonio nazionale e i consumi in Italia e nel mondo diffuso in occasione dell’apertura a Palazzo Rospigliosi nella Capitale del primo salone nazionale dell’olio d’oliva Made in Italy con decine di bottiglie da tutta la Penisola per la Settimana Internazionale dell’olio extravergine d’oliva.

Dopo il balzo del 51% nel primo trimestre, si consolidano le performance del commercio estero da gennaio a giugno 2022 con la crescita ragguardevole delle vendite dell’olio extravergine di oliva della Puglia, ma la siccità e i costi di produzione balzati di oltre il 50% a causa delle speculazioni aggravate dal conflitto in Ucraina rischiano di minare la tenuta delle aziende.
“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio in Italia e all’estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio”, commenta Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia che ricorda come l’ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia, “con l’olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva”.

Un vero salto – precisa la Coldiretti Puglia – si è verificato nel Regno Unito con un raddoppio che evidenzia come l’export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue, seguito dalla crescita delle vendite anche negli Stati Uniti, mentre si sono rarefatti gli scambi con la Russia.
A impattare fortemente sulla produzione olearia in Puglia sono il prezzo del carburante, con le bollette più che raddoppiate in pochi mesi – aggiunge Coldiretti Puglia – il costo dell’energia e i rincari di vetro (+15%) per le bottiglie e carta (+70%) per le etichette, fino ai costi stellari per imbottigliamento, confezionamento e trasporti.
In questo scenario serve una ulteriore stretta sui controlli, per stoppare le pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali, grazie alla Legge fortemente sollecitata da Coldiretti per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali di una parte della Gdo non venga scaricato sulle imprese di produzione già costrette a subire l’aumento di costi di produzione, proprio quando – insiste Coldiretti Puglia – più di 8 italiani su 10 (82%) lto cercano sugli scaffali prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio.
L’Italia – precisano Coldiretti e Unaprol – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondi elaborazioni Coldiretti e Unaprol sugli ultimi dati IOC (International oil council).
Gli italiani usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno, secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Evo School di Unaprol che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo. Per quel che riguarda i consumi interni – evidenziano Coldiretti e Unaprol – resta forte la propensione all’acquisto all’interno delle grandi catene commerciali ma cresce la tendenza all’acquisto diretto dalle aziende agricole e dai frantoi.
Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche.
A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano – dice Coldiretti Puglia – in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva.
Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare – aggiunge Coldiretti Puglia – con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore per salvare le aziende agricole e tutelare i consumatori.
Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve anche agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo, sottolinea Coldiretti Puglia nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati – conclue Coldiretti Puglia – valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate.

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