In Puglia «il contesto mafioso, in continua evoluzione e tradizionalmente distinto in mafia foggiana, camorra barese e sacra corona unita, ha saputo s
In Puglia «il contesto mafioso, in continua evoluzione e tradizionalmente distinto in mafia foggiana, camorra barese e sacra corona unita, ha saputo sviluppare una politica di consolidamento e di espansione caratterizzata da una penetrante e pervasiva capacità di controllo militare del territorio e da una spiccata vocazione relazionale finalizzata all’attuazione di un più evoluto modello di mafia degli affari».
È quanto riportato nella relazione della Direzione investigativa antimafia (Dia), depositata in Parlamento, riportando le parole del procuratore generale presso la Corte d’Appello di Bari, Anna Maria Tosto. «Nel territorio pugliese – si legge – la criminalità organizzata continua a costituire un fattore di grave pregiudizio alla vita comune con ripercussione su ogni componente, quella sociale economica e politica».
«Proprio alla necessità di dare la giusta attenzione ai fenomeni complessi e radicati di criminalità organizzata di stampo mafioso pugliese, è riconducibile la nascita, il 20 luglio 2021 – sottolinea la relazione – della Commissione regionale di studio e di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, il cui obiettivo è quello di contrastare l’infiltrazione criminosa nell’attività pubblica anche tramite la collaborazione con altre amministrazioni territoriali, istituzioni, organi della magistratura, forze dell’ordine e rappresentanze della società civile».
Nella relazione si legge che «Lo scenario del narcotraffico in continua evoluzione è fortemente influenzato dalla vicinanza dell’Albania e dai traffici di stupefacenti provenienti dai Balcani. Nei rapporti tra la criminalità pugliese e le consorterie albanesi appare consolidato il ruolo di punta assunto da queste ultime che tendono ad utilizzare i canali gestiti dalle cosche pugliesi per il trasporto delle sostanze stupefacenti anche oltre regione verso il mercato internazionale».
«Importanti, al riguardo – scrivono gli investigatori – gli esiti giudiziari dell’operazione «Shpirti» del 2 luglio 2021, condotta dalla Dia e dalle Autorità albanesi, conseguiti grazie alla Squadra Investigativa Comune – strumento di cooperazione giudiziaria istituito tra la Dda di Bari, la Procura Speciale Anticorruzione e Criminalità Organizzata di Tirana ed Eurojust, che hanno consentito alla Dia e alle Autorità albanesi di effettuare approfondimenti investigativi congiunti avvalendosi del fondamentale ruolo di coordinamento assicurato dalla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo».
«Le mire fuori regione delle consorterie criminali pugliesi – spiega la Dia – si rivolgono prevalentemente al traffico di stupefacenti e al cosiddetto «pendolarismo criminale» finalizzato alla commissione di reati predatori. Segnali di queste presenze sono stati colti in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise. Non mancano contatti con territori esteri, in particolare l’Albania per l’approvvigionamento di carici di stupefacenti via mare, ma anche con Spagna, Romania, e Olanda».
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