I264mila euro che i capigruppo del Consiglio regionale hanno risparmiato, approvando una legge-beffa con cui si sono autocancellati le condanne della
I264mila euro che i capigruppo del Consiglio regionale hanno risparmiato, approvando una legge-beffa con cui si sono autocancellati le condanne della Corte dei conti, potrebbe costare alla Regione la mancata «parifica» del bilancio consuntivo. I giudici della Sezione regionale di controllo lo hanno scritto chiaramente, da ultimo nella relazione sulla copertura delle leggi approvate nel 2021. Tra cui c’è pure quella, nascosta in un emendamento di quattro righe, che ha permesso ai politici pugliesi di mettere a carico delle casse pubbliche le spese illegittime effettuate per pagare i consulenti da gennaio a settembre 2020.
La norma consente di compensare quelle condanne (che sono a carico del capogruppo) con le somme eventualmente non spese da ciascun gruppo politico. Una scelta, scrivono i giudici contabili, con cui si «introduce una sostanziale obliterazione dell’obbligo restitutorio a carico dei singoli gruppi, che appare violativo, per un verso delle disposizioni di cui al Dl 174/2012, dall’altro della stessa normativa regionale che per le risorse non utilizzate al termine della legislatura prescrive uno specifico vincolo di destinazione». Il punto, secondo la Sezione di controllo, è «l’omessa contabilizzazione di tali entrate» (cioè dei 264mila euro che dovevano essere restituiti), «nella misura in cui le somme da tali gruppi acquisite e quelle restituite devono essere conciliate con le risultanze del bilancio regionale». Le sentenze delle Sezioni riunite che hanno confermato le condanne dei capigruppo erano già passate in giudicato quando, il 16 dicembre 2021, il Consiglio regionale ha approvato la legge 49: il debito era dunque certo, liquido ed esigibile «con conseguenti obblighi a carico dell’Ente di regolarizzazione contabile»: «La Regione, tuttavia, anziché registrare la predetta entrata, ha ritenuto di introdurre una disposizione transitoria volta a “sanare” l’anzidetta irregolarità, invocando il principio dell’errore scusabile».
L’errore sarebbe il fatto che i gruppi consiliari hanno caricato il costo per le consulenze degli esperti tra le spese di personale (per le quali ciascun consigliere ha un budget di 53mila euro l’anno) invece che tra le spese di funzionamento (dove invece ogni consigliere ha soltanto 5mila euro l’anno). Sono in sostanza i soldi spesi per i portaborse e per diversi altri collaboratori. Il Consiglio regionale lo ha ritenuto un errore scusabile perché in anni passati la stessa Corte dei conti aveva consentito il diverso approccio. «Già in occasione della verifica dei rendiconti dei gruppi consiliari relativi all’anno 2019, questa Sezione aveva riscontrato una diffusa disomogeneità tra i vari gruppi nella rendicontazione delle spese di consulenza», che «hanno indotto la Sezione Puglia, già nel 2020, a richiamare l’attenzione dei vari gruppi sulla corretta allocazione degli incarichi di consulenza, prospettando, in caso contrario, la possibilità di un giudizio di non regolarità in occasione dell’esame dei rendiconti dell’anno successivo (relativi all’esercizio 2020)», come poi è effettivamente avvenuto. «Disattendendo le specifiche raccomandazioni formulate dalla Sezione nel 2020», dicono dunque i giudici, il Consiglio regionale «ha sostanzialmente accettato il rischio di una pronuncia di irregolarità da parte della Sezione regionale e delle annesse conseguenze in punto di obblighi restitutori». Da qui deriva «l’impossibilità per l’Ente di invocare l’errore scusabile». Solo il Pd, va detto, decise all’epoca di non proporre ricorso: l’allora capogruppo Campo sta restituendo il dovuto a rate.
La parifica è il procedimento con cui la Corte dei conti approva il bilancio regionale. La mancata parifica non comporta sanzioni, se non la necessità di correggere il rendiconto nella parte contestata. Ma, nel caso specifico, potrebbe portare i giudici contabili a sollevare una eccezione di incostituzionalità della norma salva-capigruppo: si vedrà nell’udienza di parifica, che quest’anno dovrebbe cadere dopo le elezioni politiche.
I giudici contabili, va detto, hanno sollevato alcuni dubbi anche in merito a una norma inserita nell’ultimo bilancio (l’articolo 80 della legge regionale 51) per pagare le parcelle degli avvocati esterni nominati prima del 2012, per un totale di circa 12 milioni di euro. La Sezione di controllo ha espresso dubbi sulla modalità cumulativa di autorizzazione al pagamento, ritenendo che si dovesse invece procedere volta per volta con l’approvazione di un debito fuori bilancio. Ma sul punto la Regione ha fornito una serie di chiarimenti, evidenziando in particolare che la norma era stata condivisa con la Ragioneria generale dello Stato e che non è stata oggetto di impugnativa da parte del Consiglio dei ministri.
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