Il timore dei viticoltori pugliesi è, purtroppo, costante in questo periodo. Dopo mesi di siccità, infatti, il maltempo degli ultimi giorni con bombe
Il timore dei viticoltori pugliesi è, purtroppo, costante in questo periodo. Dopo mesi di siccità, infatti, il maltempo degli ultimi giorni con bombe d’acqua, nubifragi, grandinate e precipitazioni violente, fa ora tremare i vignaioli locali a pochi giorni dall’inizio della vendemmia. Anzi, in alcune zone del «tacco» d’Italia, il taglio delle uve a bacca bianca (soprattutto del tipo Chardonnay usate per la produzione di vino spumante) è già avvenuto con qualche giorno di anticipo rispetto allo scorso anno.
Secondo Coldiretti Puglia, i danni della siccità aggravati dal maltempo degli ultimi giorni, specie nel Barese, avrebbe provocato perdite per oltre 200 milioni di euro. Ma si teme che queste bizzarrie meteorologiche possano penalizzare ulteriormente il settore vitivinicolo regionale.
«La prolungata siccità sicuramente ha influito, molti vigneti stanno soffrendo lo stress idrico prolungato. In particolar modo chi non ha avuto la possibilità di fare irrigazioni di soccorso. Questo provoca una maturazione dell’uva non perfetta». A parlare è Massimo Tripaldi, presidente di Assoenologi di Puglia, Basilicata e Calabria e vicepresidente nazionale dell’Organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo.
Ma si possono fare stime e previsioni sulla vendemmia 2022?
«In linea generale in Salento si prevede una minore produzione rispetto allo scorso anno (almeno 20%), nel nord Puglia invece le quantità sono leggermente superiori rispetto allo scorso anno. Mediamente, comunque, non dovremmo raggiungere i 9,5 milioni di ettolitri prodotti lo scorso anno su poco più di 50 milioni di ettolitri nazionali», risponde Massimo Tripaldi che aggiunge: «Il gran caldo di questa estate ha fatto mutare un po’ i tempi della maturità tecnologica, cioè il rapporto tra zuccheri e acidità totale delle uve Dovremo ora capire cosa succederà con i rossi. Certo, non sarà eccezionale ma dal punto di vista qualitativo sarà una buona annata».
Dello stesso parere è anche il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro: «Per l’uva da tavola prevediamo in Puglia una vendemmia all’insegna dell’alta qualità, con un prodotto buono a tratti eccellente. Il problema sono l’aumento dei costi di produzione e la diminuzione del prezzo all’ingrosso».
Ad influire sui costi di produzione ci sono l’aumento dei carburanti agricoli, all’incirca raddoppiati nel giro di un anno, e il rincaro fuori controllo di fertilizzanti e di concimi. Un aumento non assorbito dal mercato che, invece, impone tagli ai prezzi all’ingrosso.
Dopo il settore industriale, il comparto agricolo è quello che ha più risentito del rincaro dell’energia e degli altri input produttivi.
Quella 2022, inoltre, sarà la prima vendemmia sostenibile. L’Italia, attraverso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, ha adottato per quest’anno un disciplinare unico nazionale e un sistema di certificazione (volontario) che, prendendo le mosse del protocollo Sqnpi (prevede un doppio livello di controllo finalizzato a dimostrare l’applicazione dei disciplinari di produzione integrata regionali in varie fasi di produzione: dalla fase agricola, trasformazione, confezionamento ed identificazione del prodotto finito attraverso il segno distintivo «Qualità sostenibile») per poi estendersi alle altre (tra cui lo standard Equlitas), abbraccia la fase agricola fino a quella di post raccolta e trasformazione analizzando i tre pilastri della sostenibilità: ambientale, sociale ed economico.
«Il disciplinare unico nazionale – conclude il vicepresidente nazionale di Assoenologi – in tema di certificazione di sostenibilità mette chiarezza su una materia sino ad ora gestita territorialmente. Con il disciplinare unico si punta su un sistema di sostenibilità globale che pone obiettivi e strategie comuni per il raggiungimento ed il mantenimento nel tempo del sistema».
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