Per la musica live è l’estate dei record ma a caro prezzo

L'arrivo della carovana di Jovanotti a Marina di Cerveteri, con due date del suo Jova Beach Party davanti a circa 50.000 spettatori (che si somman

MINACCE A MONTE, EMILIANO: “SERVE REAZIONE UNITARIA, FORTE E DECISA”
FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano: Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le GIORNATE FAI DI PRIMAVERA. Le aperture in PUGLIA
Da ghetti ad alloggi, 103 milioni di euro per cancellare le baraccopoli abusive nel Foggiano

alternate text

L’arrivo della carovana di Jovanotti a Marina di Cerveteri, con due date del suo Jova Beach Party davanti a circa 50.000 spettatori (che si sommano ai 220.000 delle prime 6 date) segna un po’ il giro di boa di un’estate record per la musica live. I 701.000 spettatori del tour di Vasco, che ha dato il via al ritorno dei grandi concerti lo scorso 20 maggio, i 600.000 biglietti venduti da Ultimo, i 320.000 di Blanco, i 175.000 di Max Pezzali tra la festa di San Siro e la data zero, i 70.000 dei Maneskin al Circo Massimo, lo stadio Olimpico pieno per Francesco De Gregori e Antonello Venditti, la prima data in uno stadio per Alessandra Amoroso, solo per citarne alcuni, danno la misura di una estate dal vivo eccezionale, destinata a passare alla storia come quella della vera ripartenza, la riapertura alla musica degli stadi e delle grandi arene, dopo 2 anni e mezzo di Covid.Una stagione da record, anche perché è una stagione che ne somma di fatto tre”, ha detto all’Adnkronos il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera. “Dall’inizio dell’anno ad oggi per concerti a pagamento sono stati venduti circa 8.000.000 di biglietti, cifra mai toccata in precedenza. La previsione per il 2022 è di 7-800 milioni di fatturato da bigliettazione più un indotto di 2 miliardi di euro. Va anche detto che dal 2012 alla pandemia, la musica dal vivo ha segnato una crescita costante intorno all’8% ogni anni sull’anno precedente. E che il successo di quest’anno non arriva senza mostrare delle criticità e preoccupanti segnali per il settore: la difficoltà di reperire personale e attrezzature per una stagione ‘3 in 1’, l’aumento dei costi di ogni singola voce e, purtroppo, nuove voci e nuove clausole autorizzative variabili nelle diverse località, dal pagamento della metro e dei vigili urbani a carico degli organizzatori a parcelle da capogiro. In una località che non dirò sono stati chiesti 50.000 euro per un piano di deflusso del pubblico a fine concerto firmato da un ingegnere. Insomma non sono tutte rose e fiori”, ha sottolineato Spera.

Tra le tendenze osservate, “l’andamento altalenante dello sbigliettamento in concomitanza con gli allarmi Covid e le preoccupazioni per i rincari legati alla guerra e al prezzo di benzina ed energia”. Ma anche l’aumento dei ‘no show’, di gente che ha comprato il biglietto e non si presenta”. E il fatto che “la crescita dei grandi concerti e l’abbodanza di grandi nomi ha provocato invece una flessione nel pubblico dei concerti medi e piccoli”.

Tra le novità di questa stagione, “il sorpasso di Roma su Milano, con la capitale che ha registrato il record di bigliettazione, intorno ai 2 milioni di biglietti venduti, grazie soprattutto agli eventi al Circo Massimo e al Rock in Roma”, ha aggiunto Spera.

Roma supera Milano, gioisce il Rock in Roma

E i responsabili di Rock in Roma non nascondono la soddisfazione: “Il ritorno all’estate dei live, dopo oltre due anni di totale fermo –  Maxmiliano Bucci, fondatore del festival capitolino – è stato un successo. L’attesa è stata interminabile, anche per i fan, che hanno fatto sì che questa edizione sia stata un’edizione da record. Per quanto riguarda Rock in Roma, la manifestazione avviene quasi per intero all’Ippodromo delle Capannelle, alcuni alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica e i Maneskin al Circo Massimo”.

COMMENTI

WORDPRESS: 0