«Vieni a studiare in Puglia», la proposta dell’Uniba: qui rette più basse

I traguardi che l’Università degli studi di Bari vuole tagliare sono ambiziosi: fermare la fuga dei cervelli; garantire agli studenti una formazio

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Palazzo Ateneo sito in Piazza Umberto I, 1, 70121 Bari

I traguardi che l’Università degli studi di Bari vuole tagliare sono ambiziosi: fermare la fuga dei cervelli; garantire agli studenti una formazione di qualità in grado di realizzare i loro sogni per poi trovare una collocazione nel mondo del lavoro non necessariamente lontano da casa; sostenere il progresso della Puglia. Una scommessa che cammina anche sulle gambe del Pnrr ma che, dice il rettore Stefano Bronzini, «non è l’occasione del Millennio, bensì una marcia in più per dare forza alle idee». Cinquanta partenariati con le imprese del territorio e con le multinazionali, 129 corsi di studio, 25 corsi di dottorato di cui 5 in convenzione con altri enti e università italiane e straniere, un dottorato industriale con Merk kGaA e Farmalabor: nel presentare l’avvio delle immatricolazioni per il nuovo anno accademico, Bronzini pronuncia quelle che definisce «parole codice»: contaminazione, complessità e accoglienza.

Non è un caso dunque che al microfono – in un’aula del Palazzo ex Istituti biologici del Campus – si alternino i manager delle aziende locali e delle multinazionali (fra cui Pirrelli, Eni, Leonardo, Auriga, Exprivia, Eurosoft) che collaborano con l’Ateneo barese: un mix pubblico-privato che contribuisce alla crescita del territorio. Non è un caso che l’offerta formativa si arricchisca di ulteriori 6 nuovi corsi ad alta specializzazione (Dams-Discipline dell’audiovisivo, musica e spettacolo, Bioinformatica, Biotecnologie industriali e farmaceutiche, Chimica industriale, Gestione strategica e Marketing digitale) portando il totale a 129. Non è un caso che sul maxischermo sul quale scorrono numeri e progetti vengano messi in evidenza anche lo spazio di ascolto psicologico rivolto agli studenti e a tutto il personale, lo sportello per l’orientamento sessuale e l’identità di genere, i programmi individualizzati cuciti su misura per i diversamente abili. «Questo è il nostro cammino per costruire il futuro con fiducia e senza paure», è l’incoraggiamento che il rettore rivolge ai ragazzi.

E fra le novità messe nero su bianco per attirare ulteriori iscrizioni c’è sicuramente il nuovo regolamento delle tasse. Il 43% degli immatricolati non paga alcuna retta e la «no tax area» è stata confermata per quei giovani che dichiarano un Isee fino a 25mila euro. Inoltre l’Uniba premia i più meritevoli: per le matricole che si sono diplomate con 100 (e quindi con il massimo dei voti) l’Ateneo si fa carico della tassa regionale (che oscilla fra i 120 e i 160 euro). Non è finita. Uno fra gli slogan recita «Paghi solo se rimani». Significa che per consentire agli indecisi di vivere comunque la vita universitaria e poi scegliere o meno di restare, il contributo onnicomprensivo annuale degli immatricolati viene rinviato alla seconda rata. Infine gli studenti provenienti da altri Atenei vedranno riconosciuto  nell’anno di trasferimento quanto già versato all’Università di provenienza.

Un’attenzione particolare meritano le pari opportunità. Per incentivare la formazione delle giovani donne nelle lauree Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) il contributo onnicomprensivo passa dal 25 al 75%. Sul tema delle politiche  «Gender equality» l’UniBa è prima in Italia e 12esima nel mondo e di recente ha varato il primo Dottorato di ricerca in Italia su  «Gender Studies» con l’Università di Macerata e la Scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa, ma anche con la  Humboldt-Universität di Berlino e la tedesca Universität di Wuppertal. Il nuovo regolamento elettorale prevede inoltre che ci sia almeno una donna negli organi di governo (la prorettrice è Anna Maria Candela).

Infine la modifica al regolamento per la concessione del logo o del patrocinio: l’UniBa li concederà a patto che alle tavole rotonde, ai convegni e in generale ai dibattiti a cui prendono parte gruppi di esperti venga assicurata la parità di genere. È uno degli obiettivi previsti dal Gender Equality Plan 2022/2023 adottato dall’Ateneo del capoluogo pugliese per la promozione del bilanciamento di genere nei panel e nei programmi degli eventi scientifici e di «Public engagement» (l’insieme di attività con valore educativo, culturale e di sviluppo della società che l’Università intraprende) per favorire la pluralità di espressione e di sensibilità.

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