Al Bano Carrisi si scaglia contro il reddito di cittadinanza, 'colpevole' di non fargli trovare lavoratori per la sua tenuta a Cellino San Marco,
Al Bano Carrisi si scaglia contro il reddito di cittadinanza, ‘colpevole’ di non fargli trovare lavoratori per la sua tenuta a Cellino San Marco, dove si produce olio e vino, ma sono presenti anche un ristorante e un albergo. Anche il cantante pugliese si unisce così al coro di imprenditori che a livello nazionale lamenta l’assenza di manodopera disposta a lavorare – come già avevano fatto Flavio Briatore e Alessandro Borghese nelle scorse settimane – e, come prima causa del fenomeno, cita proprio il sostegno statale ai disoccupati. Parole che non hanno mancato di infiammare il dibattito pubblico nazionale, ancora di più per la proposta di seguire il modello di alternanza scuola – lavoro tedesco, dove “già a 12 anni i ragazzi dopo la scuola fanno apprendistato nelle imprese” ha ricordato.Soluzione che proprio non è andata giù agli studenti e alle studentesse pugliesi, che le bollano come “inopportune”. Secondo le associazioni studentesche Unione degli Studenti Puglia e Rete della Conoscenza Puglia, infatti, se applicate andrebbero ad “aumentare il già esistente sfruttamento degli studenti coinvolti in percorsi di formazione – lavoro, come l’alternanza scuola lavoro e i tirocini extracurricolari, facendo rientrare questa logica i ragazzi fin dai 12 anni” spiegano Vittorio Ventura, coordinatore della Rete della Conoscenza Puglia e Stefano Mariano, coordinatore dell’Unione degli Studenti Puglia. E citano i dati sull’occupazione giovanile pugliese: “Un giovane su tre sotto i 30 anni rientra tra i Neet, ovvero ragazzi e ragazze che non studiano e non lavorano, e il numero di occupati in questa fascia di età è ormai ai minimi storici”.Problematiche che per gli studenti non si risolvono “portando un ragazzo fin dai 12 anni a lavorare in dei percorsi scarsamente formativi e in delle aziende che, dati alla mano, non sono in grado di garantire la sicurezza e la formazione necessaria per studenti e studentesse o condannando a priori un sussidio come il Reddito di Cittadinanza” concludono i due. La proposta che arriva invece dalle associazioni studentesche è di un impegno al rispetto dei contratti nazionali, con condizioni di lavoro chiare e fuori da ogni dinamica di sfruttamento, nella retribuzione corretta per il lavoro svolto.
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