Lo stato di salute delle acque balneabili in Puglia si conferma 'Eccellente', ad eccezione di sette specchi di mare ricadenti tutti in provincia d
Lo stato di salute delle acque balneabili in Puglia si conferma ‘Eccellente’, ad eccezione di sette specchi di mare ricadenti tutti in provincia di Foggia: tre nel territorio di Lesina (classificazione ‘Buona’ per il canale La Fara, ‘Sufficiente’ per la Foce De Pilla e ‘Buona’ per Foce del Canale La Fara), tre di San Nicandro Garganico (classificazione ‘Buona’ per Fiume Lauro e Foce Zanella, ‘Sufficiente’ per Foce Fiume Lauro) e uno di Manfredonia (classificazione ‘Sufficiente’ per Foce del Fiume Candelaro).
E’ il bilancio dei campionamenti effettuati per sei mesi dall’agenzia regionale per la prevenzione e la protezione ambientale, nei territori delle sei province pugliesi, attraverso 674 punti prelievo o stazioni di monitoraggio e più di 8mila determinazioni analitiche lungo 870 chilometri di costa balneabile su 1040 totali (che rappresentano il 14% delle coste italiane). Un’attività di monitoraggio, quella sulle acque di balneazione, “molto impegnativa perché va garantita con le stesse modalità e caratteristiche, tutto l’anno per tutti gli anni” tiene a precisare Vito Bruno. Tuttavia, sui tratti ‘buoni’ o ‘sufficienti’, il direttore generale di Arpa Puglia, evidenzia che “bisogna tener conto che alla foce dei fiumi è comunque vietata la balneazione a prescindere dalla salubrità delle acque”.
Le direttive europee che regolano la materia, prevedono la classificazione delle acque di balneazione mediante una valutazione quadriennale, 2018-2021. “Attendiamo di sapere se confermeremo il primato dello scorso anno, ma ritengo che saremo comunque tra le prime tre regioni d’Italia” evidenzia il direttore generale. “Non vuol dire però che non succede nulla”, precisa.
Non mancano infatti micro-fenomeni di condotte illecite che il monitoraggio chiesto dall’Unione Europea non prevede di considerare. Ciò nonostante, l’Arpa interviene in caso di emergenze ambientali a mare quali incidenti, sversamenti e schiume; partecipa alle procedure per la valutazione di impatto ambientale di opere a mare quali dragaggi, condotte, cavi e monitoraggi ad hoc; ed è coinvolta nella valutazione e gestione della zona costiera e del largo (individuazione delle criticità ambientali, partecipazioni-collaborazioni in progetti locali-nazionali-internazionali). Inoltre, segnala alle Asl provinciali eventuali criticità.
Nel prossimo monitoraggio, l’agenzia seguirà anche l’alga tossica, la cui proliferazione è facilitata dalle alte temperature, l’alta pressione atmosferica, condizioni di irraggiamento favorevoli, mare calmo per un periodo di tempo superiore a 10-15 giorni. In alcuni punti, rispetto ai rilevamenti effettuati dal 15 al 30 settembre 2021, la presenza è risultata discreta, assente, scarsa o modesta.
Allo scopo di verificare, in alcuni tratti costieri destinati alla balneazione, la presenza quali-quantitativa della citata microalga, potenzialmente tossica, da giugno a settembre – ogni 15 giorni – l’Agenzia regionale controlla costantemente venti siti distribuiti sull’intero territorio regionale e rappresentativi della tipologia costiera potenzialmente interessata dalla presenza della specie.
A Foggiatoday il direttore generale di Arpa Puglia rimarca l’importanza del ‘Centro Regionale del Mare’ istituito nell’ottobre 2019: “Puntiamo a migliorare le forme di comunicazione su questi temi e a portarli all’attenzione dei cittadini” , perché, “l’ambiente è un grande condominio, dove l’amministratore può essere anche il migliore, ma se i condomini continuano a sporcare, evidentemente troveremo sempre portoni e aiuole sporchi. Ci serve l’aiuto dei cittadini, tutti devono essere consapevoli”.
Vito Bruno difende l’operato dell’agenzia da alcune manifestazioni di malcontento: “Senza la materia prima, le acque eccellenti, i servizi non saranno mai determinanti, soprattutto per quei turisti costretti a fare lunghi trasferimenti per raggiungere la Puglia. L’Arpa deve rompere le scatole, le nostre sono pressioni istituzionali che in alcuni casi possono non essere gradite, ma quando possiamo affermare di avere acque eccellenti e constatare quanto turismo è attratto dal nostro mare, evidentemente la nostra attività ripaga”.
In conclusione, aggiunge il numero uno di Arpa in Puglia, “continueremo a ‘rompere le scatole’, perché se non chiediamo di aumentare i parametri di rispetto per l’ambiente, il rischio è che ne risenta la qualità con conseguenze gravi per l’economia”.
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