“Manfredonia, contro ogni discriminazione, torni ad essere Capitale Multiculturale della Capitanata”

Il 23 aprile di 766 anni fa nasceva Manfredonia, su volere di Manfredi di Svevia che la fondò sui resti dell’ antica Siponto. La cronaca del tempo

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Uccio De Santis a Manfredonia per il Premio Re Manfredi
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Manfredonia al voto: intervista alla candidata a sindaco Giulia Fresca

Il 23 aprile di 766 anni fa nasceva Manfredonia, su volere di Manfredi di Svevia che la fondò sui resti dell’ antica Siponto. La cronaca del tempo riporta che  “Lo mese d’Abrile lo iurno de Santo Giorgio re Manfredo fuie mperzona à desegnare lo pedamiento de le mura et a squadrare le strade de Manfredonia, et de lo ditto mese Anno Domini 1256 fuie posto la prima pretanchella Città, e se accommenzaie a frauecare de la banna de leuante, et ce lavorare chiù de setteciento huommene”.

Manfredonia oggi, nel giorno del suo compleanno, vive una delle pagine più brutte della sua storia anche a causa degli ultimi accadimenti.

Manfredonia, una città di mare, vocata all’accoglienza ed alla contaminazione, si è trasformata, nell’immaginario collettivo, in un luogo di ghetti, di razzismi, di distanze.

Ciò che è stato detto, attraverso scambi di battute e risposte ad interrogazioni e comunicati stampa, deve costringere ciascun cittadino a tratte delle considerazioni.

A nome di Manfredonia Nuova che rappresento, non intendiamo puntare il dito su nessuno, che invece affidiamo alla propria coscienza invitandolo a documentarsi sulle azioni conseguenti che altri, prima di lui, in altre città, hanno compiuto, ma desideriamo porre l’accento sul valore della diversità.
Manfredi era figlio di Federico II che a sua volta aveva ereditato dal nonno, Ruggero II il rispetto interetnico e interreligioso tra popoli diversi.

Nel mondo contemporaneo si parla sempre più spesso di interculturalità, senza però comprenderne pienamente il significato e le conseguenze che essa comporta. Ciò è dovuto anche alla velocità dei processi di cambiamento sociale, politico e culturale che interessano ogni realtà e che necessitano dunque di una complessa e riflessiva analisi per  riuscire a decifrare i messaggi codificati che essi contengono. Nella multiculturalità, ed ancora di più nella interculturalità, è insita la “progettualità”, cioè una dimensione di analisi e comprensione delle culture che non si limita alla registrazione delle tipologie. L’interculturalità esalta l’unità dell’educazione, tutela il pluralismo, integra e armonizza le differenze e negli scenari sociali e scientifici dell’attualità si consolida oggi l’idea che tutte le manifestazioni della vita umana, individualmente e socialmente intesa, vadano lette attraverso le lenti della complessità. Occorre assumere il paradigma della complessità, strettamente collegato alla questione del dialogo tra le culture,  che porti alla possibilità di un’etica interculturale che parta dai diritti umani. Manfredonia possiede una ricchezza immane: la cultura antica dell’accoglienza dal mare, la capacità di offrirsi agli altri Mondi e, oggi, ad avere quei mondi al suo interno. Far diventare Borgo Mezzanone la “Cittadella della multiculturalità”, attraverso la valorizzazione delle risorse umane presenti, organizzare la Festa dei Popoli e porre, quello che oggi è definito un ghetto, al centro della vita multiculturale dell’intera città attraverso la reale e benefica rigenerazione urbana e sociale.

Unitamente alla gran parte dei cittadini di Manfredonia, prendiamo le distanze da ciò che è etichettato “diverso” e facciamo appello a questa Amministrazione affinché abbia consapevolezza delle ricchezze sul territorio anche in tema di multiculturalità al fine di ben destinare i 50 milioni di euro che proprio per la rigenerazione di Borgo Mezzanone, sono stati annunciati con il PNRR.

Il ruolo Istituzionale di ciascuno, impone, oggi, di non rovinare la festa di compleanno di una città che merita rispetto, per la sua storia e per i suoi Valori fondanti

 

Giulia Fresca

Capogruppo Manfredonia Nuova

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