ASE spa ROSSI: I FATTI OLTRE LA PROPAGANDA

La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano.” Martin Luther King Come ho spesso fatto in que

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La nostra vita comincia a finire il giorno che diventiamo silenziosi sulle cose che contano.”
Martin Luther King
Come ho spesso fatto in questo ultimo periodo, avrei preferito stare in silenzio e far scorrere tutto a valle senza porre alcuna resistenza al corso degli eventi, ma ci sono cose rispetto alle quali si corre il rischio di far passare come vero un racconto fantasioso e autocelebrativo di particolari questioni che hanno visto coinvolta una intera comunità con conseguenze irreparabili.
Il 4 dicembre 2021, con la convocazione dell’assemblea ASE, i commissari hanno inteso rimuovere l’A.U. Franco Barbone con un atto privo di motivazioni, senza una sola contestazione nel merito, ma per semplice lesa maestà nei confronti degli stessi, ai quali sarebbe stato sottratto il controllo su ASE da parte dell’amministratore unico. Nelle nota si ripete il rituale dell’ovvietà e delle accuse generiche: all’AU Barbone si dice di minare la legalità e la trasparenza aziendale, ma senza precise motivazioni, nel classico stile che porta a sciogliere i consigli comunali. Nella stessa nota si legge, ad esempio, che il Controllo Analogo del Comune “è rimasto in ombra fino al nostro insediamento”. Come si permettono di sostenere una bugia così clamorosa? Basta guardare la fittissima attività svolta prima del loro arrivo per capire che non sapevano di cosa parlavano. Perché non hanno inteso pubblicare i verbali del controllo analogo del Comune di Manfredonia? Questi erano i cambiamenti che ci aspettavamo: aprire alla città la gestione pubblica, anche oltre gli obblighi normativi. Questo avrebbero dovuto fare i “tre funzionari del Governo”, che invece sono passati per essere i “tre fantasmi dello Stato”.
Sul piano economico, i dati di bilancio dicono chiaramente che Franco Barbone è stato un ottimo amministratore: anno 2018 utile di euro 482.175; anno 2019 una perdita di euro 115.356 indotta dai commissari per non pagare un legittimo debito fuori bilancio del Comune di Manfredonia, scaricato sui contribuenti di Manfredonia attraverso la Tari; utile di euro 781.203 al 31/8/2020. Il piano di ristrutturazione del costo del personale è passato da euro 6.104.094 dell’anno 2017 ad euro 4.268.353 del 2019, con una riduzione di euro 1.835.741.
A proposito di questi risultati, dopo aver fatto ingoiare all’AU di ASE i costi della gestione del Mercato Ittico per 126.891,56 euro, e per non aver pagato i costi di raccolta dei rifiuti sul porto commerciale pari a 626.910,00 euro (importi indicati ed approvati con il piano di riequilibrio del Comune di Manfredonia con delibera di C.C. n. 1 del 17.03.2019 è lecito chiedersi come è stato possibile rimettere gli eventuali costi sulla TARI? Ed ancora, come mai, nonostante gli utili di questi anni, ed essendo il Comune di Manfredonia sostanzialmente unico cliente di ASE, è stata vergognosamente aumentata la TARI per il 2019 e per il 2020, per un totale di 1 milione e 600 mila euro? Evidenti e palesi sono gli errori di calcolo e per tutte queste ragioni i cittadini, e non solo, dovrebbero chiedere il conto alla Commissione Straordinaria.
Tra i protagonisti dell’antimafia di questo ultimo scorcio della vita amministrativa, hanno voluto farci provare l’ebbrezza della presenza come Amministratore Unico di ASE Spa di Rapahel Rossi, uno dei personaggi più discussi in Italia per ragioni diverse e non sempre positive, anzi!
La commissione Straordinaria per nominarlo ha dovuto attingere da un elenco ASE di due anni prima redatto per la nomina del Direttore Generale. Una delibera successivamente revocata, per la precisione con la delibera ASE n. 26 del 9 settembre 2019, anche in questo caso nulla è stato detto, sempre per trasparenza. Ancora più imbarazzante è scoprire che gli elenchi sono due, il primo di 11 candidati ammessi e la seconda di 12 candidati NON AMMESSI. Tra i non ammessi appare il Dott. Rossi, delibera ASE n. 8 del 26 gennaio 2018.
Raphael Rossi è laureato a pieni voti presso l’Università degli Studi di Torino in Scienze della Comunicazione, questa sua particolare inclinazione e non altro diventa il filo conduttore della sua vita lavorativa. Dunque, non l’essere bravo perché chiamato a gestire aziende di rifiuti, ma la sua spiccata capacità a saper comunicare e narrare artatamente la sua vita professionale e i risultati raggiunti in nome della legalità e del contrasto alla corruzione e alla mafia.
Insomma il Dott. Rossi è tra i tanti in Italia che, mentre tanti uomini dello Stato sono impegnati in prima linea contro le organizzazioni criminali e il diffondersi di fenomeni malavitosi, utilizzando spesso la trincea come luogo della loro esistenza, vive oltre la trincea, raccogliendo pur con qualche rischio i vantaggi di essere parte dell’antimafia sociale.
Per comprendere di cosa parliamo, con le dovute e differenze, sarebbe utile vedere la serie televisiva in onda su Netflix. Si tratta di ‘Vendetta: guerra nell’antimafia’, che racconta e ricostruisce le vicende umane e processuali tra Pino Maniaci e Silvana Saguto, due personalità di spicco dell’antimafia che, nel corso della loro vita professionale, sono state coinvolte in situazioni controverse e accusate di reati contro cui essi stessi dovevano combattere. Un racconto ed un punto di vista oggettivo su una vicenda recente, complessa e ricca di colpi di scena, di verità e bugie.
La storia del Dott. Rossi inizia nel 2007, fu nominato componente del CdA di una delle più importanti partecipate della città di Torino, l’azienda dei rifiuti Amiat. Durante il suo mandato, si racconta che si rifiutò da prima di chiudere un occhio per l’acquisto di un mezzo inutile e poi dichiarò la sua contrarietà all’offerta di una tangente da parte dei vertici aziendali. Rifiuto che si tradusse in una denuncia non solo pubblica.
Non è dato sapere cosa potesse comprendere un laureato in scienze della comunicazione di un mezzo industriale di una azienda di rifiuti, ma il gesto, alla luce delle successive condanne dei vertici aziendali, resta esemplare, per molti versi eroico.
Subito dopo, sulla scia mediatica, diventa promotore di un movimento di cittadinanza attiva su scala nazionale per la diffusione della cultura etica nella pubblica amministrazione (www.signorirossi.it – sportello S.O.S. corruzione) che ha avuto sede in un locale confiscato alle mafie.
Rossi dichiara a proposito di www.signorirossi.it: Ora, però, le forze per gestire lo sportello nel tempo libero e volontario sono davvero al limite, anche per la complessità del servizio e per lo sforzo richiesto, in primis agli avvocati, tra cui segnaliamo l’estrema disponibilità di Giovanni Giaretti e di Bruna Puglisi, e poi ai numerosi volontari che si sono succeduti nella segreteria dello sportello …
Noteremo più avanti come il Dott. Rossi, si ricorderà di alcuni dei suoi preziosi volontari affidando incarichi presso le aziende dove ha l’onore di essere nominato alla poltrona del potere.
E’ tale il clamore della vicenda corruttiva, che da quel momento amministratori pubblici in cerca di visibilità e pronti a spergiurare la loro condotta cristallina nella gestione della cosa pubblica da una parte e alcuni commissari (uno o due per la verità) pur di apparire largamente estranee al contesto infiltrato, dall’altra, si cimentano a nominarlo in alcune parti dello stivale, inanellando spesso contestuali incarichi. Una sorta di santo dei nostri tempi, a gestire contemporaneamente realtà diverse e complesse.
Nel passato è stato nominato presso: AMIAT Spa di Torino, IRETI Spa di Rieti, LEONIA Spa di Reggio Calabria, A.S.M. SPA di Pavia CONSORZIO ASIA di Napoli, FRZ Srl di Formia. Oggi è contestualmente amministratore di A.AM.P.S. di Livorno e A.S.E. Spa di Manfredonia
Certo il suo curriculum è copiosamente condito di mille attività, come consulente, scrittore, ecc. Dovremmo verificare le cose richiamate, le tante incongruenze. Ma una cosa non può sfuggire, come mai un professionista di tale competenza e professionalità ha ricoperto esclusivamente incarichi in società pubbliche del settore e mai in grandi aziende private che in Italia sono particolarmente impegnate, anche con risultati lusinghieri nel settore dei rifiuti?
Molto probabilmente, il quadro che si riesce a trarre dalle informazioni che la rete ci offre, e per chi come me ama comprendere determinati fenomeni, ci rimettono un profilo di amministratore che nonostante la indubbia capacità comunicativa, inciampa in due particolari aspetti: il primo l’esiguità del tempo nel ricoprire gli incarichi affidati (e qui le ragioni andrebbero capite fino in fondo); il secondo, ed il più significativo, è che i risultati sembrerebbero molto modesti.
Solo a citarne alcuni:
● a Reggio Calabria con un articolo del 12 Maggio 2013 de IlDispaccio di Claudio Cordova dal titolo: Reggio nei rifiuti, Pdl-Raphael Rossi: ormai è guerra aperta. Tra l’atro si scrive: Romeo prima e Minasi poi hanno duramente attaccato il manager della Leonia (esperto tra i più stimati in Italia), nominato dalla Commissione Straordinaria, intervenuta dopo lo scioglimento per ‘ndrangheta del Comune di Reggio Calabria, di cui sia Romeo che Minasi sono stati fondamentali pezzi della maggioranza di Peppe Scopelliti prima e di Demi Arena poi: “Vorremmo capire qual è il ruolo dell’Amministratore della Leonia Raphael Rossi. Questo soggetto è stato catapultato a Reggio come fosse il salvatore della patria ma, a parte qualche sporadica e fumosa intervista, la sua presenza non è stata particolarmente notata. Vorremmo chiedere al signor Rossi quale strategia ha messo in campo in questi mesi per supportare la città, perché finora non abbiamo mai avuto il piacere di sentirlo parlare dei compiti per cui è stato inviato a Reggio Calabria. Se c’è, che batta un colpo” ha detto prima Daniele Romeo. Più sibillina e concisa – ma non per questo meno dura – Tilde Minasi, che ha definito Rossi un “personaggio misterioso”.
● a Formia con un articolo dell’8 giugno 2019 su temporeale.info il giornalista Saverio Forte lo descrive: come sempre più potente (ed indisturbato) amministratore unico della Formia rifiuti zero ed ancora: Mentre ai formiani sono state recapitate proprio in questi giorni le bollettazioni della Tari rincarate del 5%, l’amministratore unico della Frz Raphael Rossi ha deliberato una serie di affidamenti diretti di cui il vero socio di maggioranza, il comune di Formia, ha appreso l’esistenza molto, ma molto, a posteriori. Tutto nella norma, per carità, ma motivi di opportunità avrebbe consigliato il manager torinese ad interloquire con il controllo analogo dell’amministrazione Villa che, invece, ha dovuto assistere, inerme e spettatrice, a continue consulenze legali e tecniche che nei primi cinque mesi del 2019 hanno superato i 50mila euro e, più precisamente, hanno toccato quota 52mila euro. Due di loro, formalizzate sempre con lo strumento dell’affidamento diretto, sono “orfane” sul sito on line della Formia Rifiuti zero, dei relativi provvedimenti amministrativi di conferimento. Ma sono due incarichi pesanti. Ed ancora: L’amministratore della Formia Rifiuti zero Raphael Rossi è storicamente conosciuto in tutta Italia per le sue battaglie a favore della legalità e della trasparenza nella gestione del ciclo dei rifiuti – soprattutto contro il tentativo del crimine organizzato di infiltrarvi – ma anche per essere un manager generoso. In conclusione: Il Comune di Formia ed il suo potente controllo analogo ne sono a conoscenza mentre la Tari ai contribuenti e agli operatori economici ed imprenditoriali è diventata più pesante come un macigno? Ma non è finita. La trasparenza di Raphael Rossi ha conosciuto un altro limite in coincidenza del penultimo incarico conferito nel mese di maggio, più precisamente il 30. Ha riguardato il servizio di “consulenza della comunicazione strategica” attribuito con la determina numero 96 per l’importo di 10mila euro, tondi tondi. A chi è stato concesso? A qualche bravo e professionista locale? Macché, al dotto Stefano Di Polito, un amico di vecchia data di Raphael Rossi, torinese come lui e socio dello stesso dottor Rossi …
Dopo questa articolata denuncia pubblica, ho raccolto dal sito alcune informazioni interessanti, ed anche abbastanza discutibili sul piano delle procedure, soprattutto per la più volta dichiarata trasparenza del Dott. Rossi e dei contesti dentro i quali si opera e si dovrebbe avviare una fase di discontinuità in positivo e non in negativo rispetto al passato.
A Formia vengono incaricati due professionisti, il primo è l’Avv. Massimiliano Marsili che riceve incarichi complessivi per euro 32.489,14 per gli anni 2019, 2020 e 2021; il secondo l’Avv. Silvio Crapolicchio che riceve incarichi complessivi per euro 70.799,88 € per gli anni 2018, 2019, 2020 e 2021, su i quali non devo e non posso aggiungere nulla, se non che la scelta sia venuta a trattativa diretta in presenza di una sola offerta. Come vedremo più avanti, gli stessi professionisti ce li ritroveremo anche a Manfredonia, sicuramente per caso.
● a Rieti, con un articolo del 14 agosto 2020 su FrosinoneToday dal titolo : Rifiuti, Comitato Residenti: “Minerva dal duo al trio Rossi-Ciacci-Bernardini della serie cambiare tutto per non cambiare niente” si legge: “Come abbiamo ripetuto altre volte, per chi non fosse informato, siamo di nuovo alle prese di un conflitto di interessi che riguarda il trio di Asm di Rieti, in cui Rossi-Ciacci-Bernardini, risultavano rispettivamente il primo un membro dell’organismo di vigilanza scelto a vigilare dal secondo, l’Amministratore unico Ciacci, e il terzo, il fido direttore Bernardini, sempre in Asm Rieti. In quegli anni come già scritto, Asm produce 2 bilanci in perdita e scarsissima percentuale di raccolta differenziata. Il trio non viene rinnovato e da Rieti migra altrove. Secondo la stampa sarebbe in corso un gattopardesco cambio al vertice della società pubblica Formia Rifiuti Zero srl, che vede cacciato dal Sindaco della città, tra atti e concorsi illegittimi, l’Amministratore unico uscente, Raphael Rossi. Ora si vorrebbe far entrare dalla finestra il fido Michele Bernardini, a cui meritatamente abbiamo dedicato di recente più di un comunicato. Contro la riproposizione di questo vecchio sistema di potere e di commistioni si batte il Direttore generale della società Formia Rifiuti Zero srl, Raffaele Rizzo che, proprio per questo, rischierebbe di essere allontanato nella prossima Assemblea sulla base di un documento (secondo alcune fonti) contro Rizzo firmato da Rossi ed indirizzato ai Sindaci di Formia e Ventotene nonché ai membri del Collegio sindacale. Come non leggere nell’atteggiamento della politica tra Formia e Ventotene un anomalo modo di far credere di cambiare tutto per non cambiare niente e sostituire Rossi con Bernardini? Non ci resta dunque che chiedere pubblicamente, ai soggetti a cui compete, di accertare se si ravvisino profili di illegittimità, essendo infatti il Bernardini, che ha assunto in questi giorni l’incarico di Amministratore unico nella Formia Rifiuti Zero, quasi certamente incompatibile per conflitto di interessi con i suoi incarichi attuali, ai sensi della legge n. 39/2013. Bernardini ha incarichi dirigenziali interni ed esterni in altri Comuni laziali, a Marino e a Colleferro, dove opera Ciacci, noto per i recenti “buchi di bilancio” a Rieti e gestioni fallimentari a Tivoli ante 2014. Al peggio non ci sarà fine se non si interverrà per ripristinare un percorso più lineare, trasparente e compatibile con i principi di legalità, perché simili operazioni, decise in una stanza con pochi bottoni, non possono essere definite politiche a favore del pubblico interesse, viste le distorsioni gestionali già verificatesi altrove….
Rapahel Rossi a Manfredonia è stato nominato il 4 dicembre 2021, circa 16 mesi fa. Tranne che per rare apparizioni, si è visto davvero poco e, con un’azienda senza alcuna direzione tecnica, l’ASE è stata lasciata nelle mani di un gruppetto di “amministrativi” lautamente pagati, alcuni dei quali non in grado di svolgere le funzioni assegnate.
Tranne alla presentazione della sua nomina, Rossi non ha mai chiarito il progetto industriale di ASE spa, né ha dichiarato strategie e obiettivi, ma la lettura degli atti amministrativi non lascia alcun dubbio: improvvisazione allo stato puro.
Non è invece mancato l’attivismo antimafia, su quello la puntualità è stata impeccabile con dichiarazioni ovvie e scontate, denunce pubbliche mai con provvedimenti aziendali conseguenti, quasi per la necessità di voler dire: se avete bisogno di uno pronto da incaricare per combattere l’illegalità, la corruzione e le mafie, io ci sono. Al punto di sostenere che ASE spa è: “un’azienda diventata squallidamente un ammortizzatore sociale ed un “poltronificio” per una classe dirigente più interessata a cristallizzare lo status quo che a percorrere la strada del necessario cambiamento. Dal 2015 una politica scellerata ha cambiato sette amministratori ..”
Di squallido ci sono le disarmanti dichiarazioni del dott. Rossi, perché ASE spa non è mai stato ammortizzatore sociale e le sue assunzioni della società risalgono ad epoche lontanissime da noi. Nonostante la sottodimensionata dotazione organica, gli amministratori hanno preferito la strada della riduzione dei costi del personale piuttosto che far gravare ulteriori aumenti della TARI.
La cosa più grave, però, è l’incapacità di produrre un linguaggio nuovo e vero, utilizzando termini vetusti per raccogliere consenso Qui l’unico moltiplicatore di poltrone è proprio Rossi, poltrone destinate a sé ed ai suoi amici di viaggio. Se poi volessimo stare al vero significato della parola “poltronificio” in senso figurato, nell’ambito della politica, si significa moltiplicazione degli incarichi di amministrazione e governo. L’Ase Spa nel 2015, appena sono stato eletto come sindaco, contava un CDA di 5 (cinque) amministratori, che con la mia nomina ho deciso di passare ad 1 (uno) solo come Amministratore Unico. Comprendo che il Dott. Rossi faccia fatica a comprendere la contabilità delle aziende pubbliche, ma non arrivare a capire che 1 è inferiore a 5 allora il problema è semplicemente la malafede e la spocchia di dover dire cose per essere visibile. In nove anni sono stati cambiati 6 (sei) amministratori; certo sono tanti, ma ne abbiamo pagato sempre e solo uno per volta e le ragioni della loro sostituzione sono sempre state motivate.
Il 21 dicembre 2021 su il fattoquotidiano, dichiara il suo amore per le bellezze del dell’oasi naturale di Lago Salso, passando dalla bellezza dei nidi dei nostri fenicotteri alla barbarie ai danni di un cormorano impiccato con un proiettile infilato nel becco. Ci ricorda che è stato nominato dalla commissione antimafia, nonostante la pluridecennale esperienza nel settore, non gli è ancora chiaro che si tratta di una commissione straordinaria nominata per rimettere ordine e bonificare la macchina amministrative e che lui è stato nominato per fare la stessa cosa, pur non essendo stata ASE spa interdetta da alcun provvedimento del prefetto (e credo che nemmeno questo sia ancora chiaro al Dott. Rossi). Secondo il Rossi “l’azienda sembrava legata da contratti di forniture inefficienti impastate da logiche clientelari”, nemmeno la commissione di accesso in 365 pagine di relazione è arrivata a poter sostenere questo. L’AU, invece, dimentica le sue di operazioni “inopportune”, per quello che si riesce a recuperare dal ridicolo e muto sito aziendale, una delle questioni che il dotto esperto in comunicazione e uomo della trasparenza doveva subito modificare anche alla luce delle modifiche legislative.
Nel solo anno 2021 ha affidato incarichi per euro 73.999,48 € e nessuno è riuscito a spendere più di lui prima di lui:
● 04/03/21 Nomina componente Organismo di Vigilanza ai sensi della legge 231 del 2001 avv. Giovanni Giaretti 10.000,00 €, lo stesso incaricato anche a Livorno
● 04/03/21 Servizio di assistenza legale stragiudiziale nelle materie di diritto giuslavoristico avv. Massimiliano Marsilli 11.799,48 €, lo stesso più volte incaricato a Formia
● 04/03/21Servizio di assistenza legale stragiudiziale nelle materie di diritto societario e amministrativo (comprese le procedure di evidenza pubblica) avv. Silvio Crapolicchio 20.700,00 €, lo stesso più volte incaricato a Formia
● 07/05/21 Conferimento incarico di consulenza aziendale in materia di analisi organizzative e sicurezza del lavoro Chiara Montanari 6.000,00 €
● 07/05/21 Conferimento incarico di consulenza aziendale in materia di accordi sindacali e relazioni sindacali Opus srl Torino 16.500,00 €
● 24/05/21 Conferimento incarico di consulenza aziendale in merito al centro di selezione rifiuti urbani da raccolta differenziata sita in Manfredonia e all’impianto di discarica controllata Pariti 2 Montana Spa 9.000,00 €
Da questo elenco non a sfuggirà a nessuno che ci sono professionisti che Rossi si porta in tournée nelle sue tappe. Certo tutto regolare, ci mancherebbe altro. Si può pensare male? Ma no! Ma si può almeno sapere come sono stati scelti? Con quali procedure? Possibile che sul sito non si riesca a raccogliere nessuna informazione? Possiamo sapere che risultati hanno prodotto tutti questi incarichi e consulenze?
Possibile che in materie così importanti il Controllo Analogo, appositamente previsto dal legislatore, non abbia mosso alcun rilievo? Dov’è la trasparenza?
Inoltre c’è da chiedersi se i solerti commissari straordinari nel diramare, attraverso l’adozione della deliberazione n. 19 del 4 dicembre 2019, l’apposita Direttiva per la puntuale e corretta applicazione delle normative antimafia di cui al D.lgs.n.159/2011, con particolare riferimento agli obblighi di acquisizione della certificazione antimafia precedentemente alla stipulazione, all’approvazione o all’autorizzazione di qualsiasi contratto o subcontratto, ovvero precedentemente al rilascio di qualsiasi concessione o erogazione indicati nell’articolo 67 indipendentemente dal valore economico degli stessi, abbiano ritenuto utile e necessario inoltrare la direttiva al trasparente A.U. di ASE Spa.
Tra rare procedure di gare condotte dall’ASE spa, visto il giudizio sferzante a carico dei precedenti amministratori, non poteva sfuggire il grossolano quando imbarazzante pasticcio che a portato ASE Spa al mancato rispetto dei principi di trasparenza e correttezza nell’operato della stazione appaltante nonché eventuale affidamento illegittimo del contratto.
Si tratta dell’affidamento del servizio di ritiro e trasporto a caldo con vasche a tenuta stagna di rifiuti biodegradabili di cucine e mense CER 20.01 .08 (FORSU) raccolti nel territorio del Comune di Manfredonia dai mezzi dell’A.S.E. S_p_A._ Procedura ai sensi e per gli effetti dell’art 36, c. 2, lett. b), O_Lgs. n. 50/2016 e ss_mm.iL – Richiesta offerta economica.
La ditta concorrente CLEAN SERVICES , impresa individuale il cui titolare è MONACO ELIA condannato dalla CORTE DI CASSAZIONE PENALE, Sez. 3^ Sentenza n.46699 del 15/10/2018 per i reati di cui agli art. 256 comma 1 lett. A) e e comma 2 del d.lgs. 152/2006, per avere abbandonato o depositato in modo incontrollato rifiuti speciali pericolosi e non su un’area agricola. Lo stesso Elia Monaco partecipa alla procedura di raccolta e trasporto rifiuti, la cui lettera d’invito richiedeva la compilazione del DGUE in ordine ai requisiti morali di cui all’art. 80 d.lgs 50/2016 nonché di dichiarare di non incorrere nella violazione di cui all’art 80 comma 5 lettera fbis). Nulla risulta dal sito della stazione appaltante, violando dunque i principi del codice dei contratti pubblici in ordine alla trasparenza e pubblicità. Si chiede a questa Autorità di verificarne la regolarità.
Violazione e falsa applicazione dell’art. 80 del d.lgs. n. 50/2016, comma 5, lett. c), D.Lgs. n. 50/2016, avendo omesso la dichiarazione di condanna definitiva – emessa nei tre anni antecedenti la pubblicazione del bando che ne compromette la professionalità e l’affidabilità; art. 80 del d.lgs. n. 50/2016, comma 5 lettera f bis per omessa dichiarazione, violazione dell’obbligo di accertamento da parte della stazione appaltante, Linee Guida n. 4/2016, aggiornate al D.Lgs. n. 56/2017, con delib. Cons. n. 206/2018, limitatamente agli affidamenti diretti e alle procedure negoziate sotto soglia comunitaria, violazione art 31 comma 1 d.lgs. 50/2016 “ principio di trasparenza e pubblicità, la conoscibilità delle procedure di gara, nonché l’uso di strumenti che consentano un accesso rapido e agevole alle informazioni relative alle procedure”
La CLEAN SERVICES non solo ha svolto il servizio di trasporto dei rifiuti, ma chiamato in causa dal giornale l’Attacco del 25 marzo 2021 ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “La procedura non si è ancora conclusa, nelle more è stato fatto un affidamento diretto per poche settimane”, spiega a l’Attacco l’amministratore unico di ASE, Raphael Rossi. “Il servizio riguarda il trasbordo della Forsu, ovvero scarti alimentari, negli impianti situati in Lombardia. E’ un’attività che vale molto. Quando mi sono insediato il servizio era affidato ad un appaltatore esterno, Cosmic, e costava 62 euro a tonnellata. Si faceva trasbordo dai piccoli mezzi di ASE a quelli più grandi mezzi dell’appaltatore. lo ho modificato l’impostazione chiedendo che il servizio venisse svolto presso la nostra struttura, anche per controllare meglio e pesare i rifiuti, che noi paghiamo a tonnellata. Ho fatto installare una pesa in azienda. Stranamente”, sottolinea Rossi, prima i rifiuti venivano pagati da ASE, e dunque dai cittadini di Manfredonia, per milioni di euro senza essere stati pesati. Ho preteso che il trasbordo avvenisse presso la nostra struttura. Abbiamo fatto la gara chiedendo chi fosse in grado di svolgere tale servizio. Nelle more della chiusura del procedimento, il precedente appaltatore Cosmic ci ha detto che la proroga di 15 giorni non era sufficiente, per cui abbiamo fatto un affidamento diretto ad uno dei partecipanti, per 42 euro a tonnellata. Vuol dire 20 euro in meno di quanto ci costava prima, se tali valori dovessero essere confermati dopo l’aggiudicazione definitiva ci sarebbero ben 186mila euro di risparmio l’anno per ASE e per i cittadini di Manfredonia*.
Nella partecipata c’è chi non esclude che tale risparmio di spesa possa aver originato le lettere. Rossi è sereno sia rispetto alla condanna di Monaco che davanti alla denuncia all’Arma e alla Procura, di cui non era a conoscenza. “Non sapevo di nessuna delle due cose. Ho letto la sentenza della Cassazione: si tratta di una situazione contravvenzionale. Non mi risulta che infici gli affidamenti e che imponga l’esclusione dalla partecipazione alle procedure. Ribadisco, peraltro, che al momento c’è un affidamento provvisorio. E’ una vicenda che si è conclusa con una ammenda di 4mila euro, per fatti del 2013. Noi stiamo agendo per assicurare la massima partecipazione alle nostre gare e siamo molto felici di avere un risparmio notevole. Non saranno le lettere anonime e gli esposti a fermarci.
Quanto alla denuncia, il numero uno di ASE è netto: ‘Non è vero che il servizio avviene in maniera non corretta e violando le normative ambientali. Si svolge in un’area tutta cementata e impermeabilizzata, dove le acque vengono captate. L’attività avviene conformemente alla normativa e il tempo di permanenza non è superiore a quello previsto dalle norme. Le attività le vediamo e controlliamo, il luogo in cui il servizio avviene è presidiato”
Al netto delle rassicurazioni che l’amministratore rilascia con una certezza disarmante su una questione tutt’altro che chiara, fino al punto di considerare l’attività di trasferenza come un’attività di trasbordo, vorrei evidenziare che invece tale attività deve essere autorizzata e non si tratta affatto di trasbordo. Ma la cosa che stupisce e l’idea che si possa affidare un servizio, in un comune sciolto per mafia, a chiunque, garantendo semplicemente il risparmio. Non importa da chi, come e quando viene svolto il servizio. Peccato, però, che nonostante questo risparmio conseguito ‘a favore dei cittadini’ con ogni mezzo, si continua a registrare la TARI in continuo aumento.
In questo contesto di palese ed evidente mancanza di trasparenza, ho segnalato ad ANAC in data 26 novembre 2021 la disattesa attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle Società in house partecipate dalle pubbliche amministrazioni. L. 190/2012 . Dalla consultazione del sito ufficiale www.asemanfredonia.it, infatti, l’ASE non garantiva gli obblighi di pubblicità inerenti dati e informazioni afferenti all’organizzazione della Società relativamente alla verifica della Sezione ‘Amministrazione Trasparente’, nonché quelli riguardanti le attività di pubblico interesse.
Le attività strumentali come l’acquisto di beni e servizi o la realizzazione di lavori, oppure la gestione delle risorse umane e finanziarie sono anch’esse volte a soddisfare l’interesse pubblico e sono, pertanto, sottoposte agli obblighi previsti dalle norme sulla trasparenza.
Sul piano economico, e ancora prima dell’approvazione del Bilancio Consuntivo previsto per la fine di marzo 2022, per farci sapere delle sue ottime performance, Rossi dichiarava: “L’azienda chiuderà il 2021 con un notevole risparmio di costi, utili mai registrati e, allo stesso tempo, il raggiungimento del 65% di raccolta differenziata. Tutto come frutto di un lavoro accurato e puntuale impostato con i miei validi collaboratori e durato poco più di un anno …. “
I Commissari Straordinari ci tengono a farci sapere: “Nel corso dell’anno 2021 il nuovo Amministratore Unico dott. Raphael Rossi, ha continuato la complessa attività di riorganizzazione aziendale conseguendo una riduzione di costi dell’Azienda ed un miglioramento dell’organizzazione aziendale”.
Di quale complessa riorganizzazione aziendale stiamo parlando non è dato sapere. I risultati, invece, sono evidenti: la città è sporca, la raccolta peggiora, la tassa aumenta e le chiacchiere sono assai.
Ancora: “Sono stati banditi concorsi per l’assunzione di n 17 operatori a tempo indeterminato per il rafforzamento dell’azienda e determinato, per far fronte all’aumento dell’attività nel periodo estivo. Dopo tanti anni verranno portate a termine procedure di selezione di personale tra centinaia di partecipanti, per assicurare all’Azienda personale selezionato, per la prima volta, con procedure trasparenti”.
Si continua con la misera propaganda, visto che il personale stagionale è stato sempre stato assunto. La differenza sta nell’assoluta inadeguatezza dei provvedimenti messi in campo per forzare da una parte il quadro normativo di riferimento, dall’altro per dare l’idea di aver agito in discontinuità rispetto al passato. Nella realtà il concorso bandito era in evidente contrasto con l’attuale breve rapporto contrattuale con il Comune di Manfredonia, alla luce del quale non si poteva procedere con assunzioni a tempo indeterminato. Infatti il successivo atto di assunzione del personale ne prevede il suo utilizzo a tempo determinato.
Inoltre, dovrebbero spiegarci perché, in ben due occasioni, il personale somministrato dalle società interinali all’ASE, al netto del personale ex mercato ittico, non è stato sorteggiato così come avveniva sempre ed alla luce del sole con la precedente amministrazione.
Ed ancora scrivono: “L’incisività dell’azione posta in essere dal nuovo amministratore ASE, volta al ripristino della legalità, in netta discontinuità con quanto operato in passato, ha provocato reazioni intimidatorie indirizzate allo stesso Amministratore (consegna di una busta contenente proiettili e minacce verbali) a riprova del fatto che l’Azienda non era affatto estranea ai condizionamenti della locale criminalità organizzata. La nuova Amministrazione dovrà pertanto operare un costante monitoraggio dell’azienda stessa per garantire l’esenzione da ulteriori tentativi di condizionamento”.
Queste considerazioni andrebbero valutate con grande attenzione, anche alla luce degli ultimi recenti episodi a carico di altri dipendenti della stessa Azienda. Fermo restando la condanna già espressa per questi atti vili ed intimidatori, piuttosto che una ricostruzione volta a disegnare sempre lo stesso scenario, sarebbe invece interessante comprendere cosa accade nelle dinamiche interne. Ad esempio, come mai solo ultimamente c’è stata una rotazione del personale? Con quali motivazioni? Perché, vista l’atavica assenza in sede dell’AU, non si è pensato ad un monitoraggio delle auto aziendali. E perché certe auto vengono viste in luoghi dove non dovrebbero sostare? E’ noto a tutti che gran parte degli assunti risale ad epoca dove le procedure concorsuali sono state disattese, come è noto a tutti che con il passare degli anni semplici operatori ecologici siano diventati generali di corpo d’armata; ma è evidente anche che c’è chi vuole esercitare un potere finalizzato a determinare turni di lavoro, posizioni di primato nella scala gerarchica, avendo come aspirazione anche il solo fatto di poter determinare il servizio. Quadro peggiorato in questo ultimo periodo. Come vedremo più avanti la mafia si occupa di ben altro, a dispetto delle liti di cortile.
Cosa racconta nella sua relazione il prefetto di Foggia rispetto ad ASE spa di così grave? Ecco: “All’interno di A.S.E. Spa figura una serie di soggetti gravati da numerosi precedenti penali e di polizia ovvero di persone appartenenti a famiglie note della criminalità organizzata di questo territorio… OMISSIS”. Ebbene, al netto delle contestazioni prodotte in più occasioni e su più piani di giudizio, spesso su gravi errori riferiti a dipendenti del tutto estranei, il Consiglio di Stato con sentenza n. 3138 del 25.05.2018, afferma che per escludere un’impresa dall’assegnazione di appalti pubblici non basta il fatto che la stessa occupi dipendenti pregiudicati, non essendo tale elemento sufficiente per dimostrare l’infiltrazione mafiosa e per consolidare l’interdizione dell’azienda.
Raphael Rossi ha dichiarato: “In Ase, è stato accertato, un dipendente collegato ai clan ha picchiato per strada due netturbini perché tutti vedessero che la criminalità gestisce l’azienda con rigore“ Anche in questo caso c’è un criminale, una vittima, un clan. Vorrei sapere se a ciò è seguito un licenziamento, perché questo sì che sarebbe un ottimo messaggio all’esterno e a tutta la comunità, ma sono certo che si è optato per l’ennesimo e opportuno esposto in Procura per delegare la decisione ad altri. Da Rossi noi ci aspettavamo cose nuove.
Prosegue Rossi: “La sede Ase è presso una zona industriale costruita da imprenditori senza scrupoli “stuprando” un’area parco solo per accaparrarsi lauti finanziamenti”. Evidentemente il sig. Rossi non ha conosciuto la vecchia topaia dove era relegata l’ASE Spa, come non riesce a comprendere che la generalizzazione mortifica anche il tanto di buono che c’è in quell’area industriale oltre agli imprenditori senza scrupolo. Ci sono imprenditori manfredoniani che in condizioni difficili si spaccano la schiena per portare avanti le proprie attività e per dare da vivere a centinaia di famiglie, ma lui queste cose fa fatica a capirle, visto che campa attaccato alla mammella delle società pubbliche.
Quali sono i problemi strutturali che la DIA (Direzione Investigativa Antimafia) identifica con molta precisione:
Primo problema: la filiera di gestione dei rifiuti (urbani e speciali). Troppo complessa e lunga, pertanto all’interno di questa è inevitabile che si annidino facilmente interessi mafiosi. Dopo i produttori troviamo trasportatori, laboratori di analisi, intermediari, stoccaggi (più di uno), impianti intermedi di pretrattamento (a volte miscelazione poco chiara, impianti finali, export fuori regione o fuori Italia).
Secondo problema: l’Italia non ha impianti di smaltimento e trattamento sufficienti, adeguati e distribuiti in modo omogeneo sul territorio nazionale. Mancano compostaggi e digestori anaerobici, piattaforme, termovalorizzatori, discariche per rifiuti pericolosi, anche volumi in discarica.
Terzo problema: gare al massimo ribasso per singolo comune favoriscono in molte aree del Paese offerte di operatori opachi, se non direttamente collegati con la criminalità, che acquisiscono così una posizione forte nel mercato dei rifiuti gestendo non solo le fasi di raccolta, ma anche la complessa filiera che segue. Definire Ambiti territoriali ottimali, con gare europee chiare e trasparenti, servizi integrati e complessi, legati all’impiantistica locale, possono scongiurare le infiltrazioni mafiose in questa fase del sistema.
Quarto problema: la discarica risulta con evidenza il tipo di impianto preferito dalle organizzazioni criminali, per il basso investimento e l’elevato ritorno economico, ed il collegamento con il settore del movimento terra e delle cave.
A questo proposito e a voler considerare i recenti avvenimenti non si può non considerare l’indicato terzo problema che può riguardarci da vicino: la società Tecneco Servizi Generali srl è stata colpita da interdittiva antimafia. Evitando di entrare nel merito di una questione che non ci compete, vogliamo invece evidenziare che la Tecneco Servizi Generali srl gestisce il servizio di igiene urbana in quasi tutto il Gargano ed è operativa a Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste. Questi tre comuni, insieme a Zapponeta, fanno parte dell’ARO (Ambito Raccolta Ottimale) di Manfredonia.
Meglio tenerci un’azienda pubblica come ASE spa, con i suoi limiti, piuttosto che ritrovarci ad interloquire con un soggetto privato, in un settore fortemente condizionato da diversi fenomeni, non da meno quello criminale.
In data 1 aprile 2022, giungeva tra la folla acclamante il comunicato inviato urbi et orbi a firma dell’Amministratore Unico dal titolo: ‘Approvato il bilancio di Ase Spa: risultato di esercizio positivo’.
Nella realtà l’amministratore, non essendo il proprietario dell’azienda, non approva alcun bilancio, ma si limita ad adottare lo schema di Bilancio da inviare alla proprietà dell’Azienda, ovvero i Comuni di Manfredonia e Vieste, e non per ultimo al Controllo Analogo. Ma Rossi è un uomo solo al comando, lui lo smart working lo utilizza da sempre, ancor prima della pandemia. Era talmente felice dei risultati ottenuti, che non vedeva l’ora di comunicarlo al mondo intero, senza nemmeno farsi scrupolo di avvisare l’attuale Sindaco, né di condividere le importanti notizie con lui. Lo era al punto di considerare il suo comunicato in grado di offuscare le notizie della guerra in Ucraina.
Senza entrare nelle valutazioni strettamente tecniche e considerando i soli due aspetti concreti che sono le ricadute sulle tasche dei cittadini di Manfredonia e pur considerando il risultato di esercizio positivo per Euro 243.090 dopo aver scontato ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni e imposte per Euro 846.610, saltano subito agli occhi i dati negativi.
Il primo è il dato attestato da Ager Puglia per la raccolta differenziata pari al 64,54% con determinazione n. 53 del 21 marzo 2022. Voci di corridoio riferiscono di “maneggi” volti a rivedere i dati inoltrati tali da apportare una modifica che dovrebbe raggiungere giusto giusto il 65%, che eviterebbe la beffa di vedersi aumentato il costo dell’ecotassa e sfumato inesorabilmente il dato raccontato come positivo.
L’uomo della provvidenza in un solo anno porta a casa il peggior risultato dal 2015 con la raccolta di prossimità ed a seguire con la raccolta porta a porta. Ecco il dettaglio dei dati:
2014 12,75 % + 0,00
2015 13,27 % + 0,52
2016 21,20 % + 7,93
2017 56,20 % + 35,00
2018 60,64 % + 4,44
2019 62,92 % +2,28
2020 65,90 % +2,98
2021 64,54 % -1,36
Insomma, l’azienda prima guidata da normali amministratori ha sempre risposto con dati in crescendo, ma quando arriva il Maradona dei rifiuti ci ritroviamo con un segno negativo.
Se fosse finita qui, potremmo anche dormire sonni tranquilli, cosa che abbiamo fatto in questi anni, basta se vediamo l’aumento della tassa a carico dei cittadini.
2018 € 10.591.000 costo TARI a carico dei cittadini Giunta Riccardi
2019 € 11.105.000 costo TARI Commissione Straordinaria + 414.000,00 rispetto 2018
2020 € 11.153.000 costo TARI Commissione Straordinaria + 562.000,00 rispetto 2018
2021 € 11.590.000 costo TARI Commissione Straordinaria + 999.000,00 rispetto 2018
2022 € 11.590.000 previsioni TARI Commissione Straordinaria + 999.000,00 rispetto 2018
Nonostante l’aumento della Tari, il servizio ha perso punti percentuale nella raccolta differenziata e si è dimostrato inefficace e disorganizzato come mai nel passato.
Nulla viene detto sulle modalità di recupero dei crediti vantati nei confronti dei Comuni di Vieste e Zapponeta per ben 709.887 euro. I ben informati fanno sapere che per il Comune di Vieste parrebbe si sia addivenuti ad una transazione con uno sconto di circa 300 mila euro. Visto che sono soldi prelevati dalle tasche dei manfredoniani, possiamo capire i termini di questa operazione? E possiamo sapere come si è espresso al riguardo il Controllo Analogo del Comune di Manfredonia? È del tutto evidente che se questa notizia risultasse vera sarebbe utile interessarne la magistratura contabile.
La lettura è impetuosa, una gestione complessiva “fallimentare”, retta esclusivamente dalla partecipazione finanziaria dei cittadini attraverso la tassazioni, in condizioni assolutamente identiche alle precedenti gestioni se non addirittura migliori per i pensionamenti di parte anche di unità apicali, con risparmi considerevoli per l’azienda. Non ci sono attenuanti che tengano. Anzi, restano sul tappeto questioni strategiche irrisolte, e forse mai affrontate, altro che la misera e insignificante positività del bilancio!
A conferma della mia tesi, subito dopo la corsa dei soliti ignoti ad acclamare le doti salvifiche di Rossi, spesso anche con affermazioni incomprensibili e passando dall’esultanza del risanamento di un’azienda che sul piano economico era già in salute, fino ad acclamare la riduzione della TARI come conseguenza di tale eroica gestione, abbiamo assistito ad un altro atto da equilibrista del signore in questione.
Con un comunicato scritto mentre si lanciava sulle montagne russe, Rossi ha infatti provato ad imbastire un ragionamento ai limiti dell’inverosimile. Prima ci informa che il tributo è composto da tre voci: quella relativa ai costi del servizio erogato da ASE, quella relativa agli smaltimenti presso gli impianti e poi, con un colpo di tacco alla Maradona, ci mette dentro anche i crediti inesigibili, e trattandoci come degli imbecilli ci spiega che questa quota non si riesce a riscuotere per insolvenza.
Sostanzialmente, oltre a mettere insieme le pere con le mele, ci comunica che i cittadini che puntualmente pagano la TARI, la pagheranno anche per quelli che per diverse ragioni non la pagano. Tutto questo per dire: non vi illudete, nonostante le mie doti eccezionali, la TARI non sarà ridotta.
In verità, per quanto riguarda la quota comunale che integra i crediti inesigibili, bisogna considerare “i crediti per i quali l’ente locale o il gestore abbiano portato a termine senza risultato tutte le azioni giudiziarie a disposizione per il recupero del credito o, in alternativa, nel caso sia stata avviata una procedura concorsuale nei confronti del soggetto debitore, per la parte non coperta dal Fondo Svalutazione Crediti o rischi ovvero da garanzia assicurativa”. È stata fatta questa valutazione? Mi piacerebbe che Rossi si convincesse che qui nessuno ci può portare al guinzaglio e che avremo modo di capire molto altro appena si farà luce su tutti gli altri atti amministrativi che al momento non sono consultabili, ma a cui presto ‘qualcuno’ chiederà di poter accedere in piena legalità.
A tale proposito, risulta ridicola la parte del comunicato stampa dove si afferma: “Un dato preoccupante è che a fronte di affidamenti alla società per periodi relativamente brevi, non superiori ai due anni, questa negli ultimi cinque anni assicura il servizio in buona parte con mezzi in noleggio, più costosi di quelli in proprietà e che quindi ne hanno condizionato negativamente i conti economici. Le aziende senza prospettiva sono proprio quelle che rinunciano a fare investimenti innovativi, formazione e comunicazione, i tre fattori critici fondamentali di successo”.
….
L’amministratore unico di ASE Raphael Rossi conclude precisando che: ”se si vuole ridurre la TARI in maniera significativa nei prossimi anni e aumentarne la qualità del servizio, l’unica strada possibile è ampliare la gestione con l’ARO coinvolgendo i comuni di Monte S. Angelo, Vieste, Mattinata e Zapponeta. Il percorso in azienda verso i temi della sostenibilità è iniziato, anche se siamo ancora agli inizi, ma la strada è tracciata e passa dallo sviluppo di una cultura manageriale condivisa e orientata ai principi di sostenibilità”.
Sostanzialmente, il Dott. Rossi utilizza il metodo Cingolani che nel dichiarare che l’aumento dei carburanti era una colossale truffa, dimenticava di essere un ministro con il compito e l’obbligo di intervenire. Così Rossi non solo non si rende conto di parlare a se stesso, ma cosa più grave è che insieme alla triade commissariale ha gestito in continuità per 3 anni i rapporti con i comuni dell’ARO (Monte Sant’Angelo, Vieste, Mattinata e Zapponeta) e stando alle grande credibilità dei commissari da una parte e alla straordinaria competenza dello stesso Rossi, poteva essere un gioco da ragazzi chiudere la partita ed evitare il rischio di una gara con la conseguente liquidazione dell’ASE Spa. Invece si assiste alla farsa della lezione della raccomandazione a cosa bisogna fare e non si è fatto, con grave e indiscussa responsabilità dello stesso Rossi e di quelli che lo hanno nominato. La precedente amministrazione cercò di trovare un’intesa per far sì che l’ASE spa fosse gestore unico dell’ARO, ma l’operazione non andò a buon fine. Il comune di Vieste prima e quello di Monte Sant’Angelo poi lasciarono ASE per questioni politiche. Ad un certo punto, anche il comune di Zapponeta si rivolse ad altro operatore, nonostante i lusinghieri risultati ottenuti, per evidenti incompatibilità tra le parti. Addirittura, nel caso di Monte Sant’Angelo, che non ne ha mai fatto mistero, nella maggioranza di governo non tutti digerivano una “sottomissione” alla gestione attraverso l’azienda pubblica ASE di Manfredonia.
Già qualche tempo prima Rossi aveva dichiarato: “Le mafie vivono del controllo del territorio, vivono di violenza e di denaro. Togliamoglieli. Ma non dimentichiamolo: sono una minoranza della Comunità. Lo Stato non deve solo reprimere, ma deve fornire servizi e offrire un esempio alternativo a quello della ostentazione criminosa. Il servizio gestione rifiuti deve essere dato in mano al pubblico perché, pur con tutti i suoi difetti, è orientato al profitto “sociale”.
Concordo su ogni parola, ma per mantenere la gestione pubblica, bisogna concretamente mettere in atto azioni, dentro il perimetro di legalità che lo permettano e nel rispetto della direttiva europea. Non si può prescindere dal rendere competitive le aziende pubbliche.
Sempre nella logica della economicità, dell’efficienza, della trasparenza e delle ricadute positiva sulla città, sarebbe interessante comprendere cosa è stato fatto concretamente per definire il procedimento autorizzativo dell’impianto di stoccaggio temporaneo e centro di selezione di rifiuti urbani non pericolosi e di rifiuti speciali non pericolosi assimilabili agli urbani realizzato da ASE S.p.A. Manfredonia in località Pariti di Caniglia – Insula 48/49 della Zona P.I.P. di Manfredonia. L’impianto è costato circa 900 mila, potrebbe dare lavoro a 12 nuove unità, migliorare le prestazioni aziendali, migliorare la qualità della raccolta differenziata, ridurre i costi della TARI a tutto vantaggio dell’ambiente e delle tasche dei cittadini. In tre anni nulla è stato fatto, ogni problema che potesse comportare responsabilità e difficoltà è stato messo ai margini, con la conseguente difficoltà anche per i nuovi amministratori di riprendere la questione, vista l’atavica indifferenza mostrata dalla Commissione Straordinaria da una parte e il Dott. Rossi dall’altra.
Mi corre l’obbligo, in conclusione, di ricordare una cosa sicuramente positiva da sottolineare per il Dott. Rossi, ovvero l’aver ricevuto per il 2021 il premio di Legambiente come comune riciclone della Puglia per la raccolta differenziata. Peccato che anche in questo caso arrivi dopo. Infatti tra le città premiate nel corso dell’XI edizione di Comuni Ricicloni Puglia, Manfredonia è stata premiata con la Menzione Speciale Teniamoli d’Occhio per aver raggiunto nei primi nove mesi del 2018 una media percentuale di raccolta differenziata superiore al 55%. Inoltre, il comune si è aggiudicato il premio Io Sono Legale, assegnato a quelle Amministrazioni che conducono un’intensa attività di contrasto al fenomeno del sacchetto selvaggio, ossia all’incivile abbandono dei rifiuti nelle campagne e nelle periferie delle città.
Nello scrivere e riportare le considerazioni di questo mio contributo mi sono chiesto come mai, nonostante l’elezione di una nuova compagine amministrativa, ad oggi il Dott. Rossi, nonostante gli evidenti e clamorosi fallimenti nella gestione di ASE spa, continui a mantenere il suo posto. Possibile che si ha paura di esprimere il proprio punto di vista? Ma siete veramente convinti che questo uomo è stato meglio di amministratori del passato? Io di questi amministratori ne ho conosciuti diversi, sono stati dei giganti a cospetto del nanismo dell’attuale amministratore e lo erano senza protezione alcuna esposti al giudizio pubblico, alle opposizioni e a gli organi di polizia giudiziari.
Qualcuno mi ha riferito che il problema era la nomina blindata dei commissari, al netto delle valutazioni di legge, le modifiche allo statuto apportate il 1 febbraio 2021 Articolo 16 comma 3, non lascia alcun dubbio, la revoca può essere decisa in ogni momento, ma deve essere motivata, qui le motivazioni sono senza dubbio alcuno abbondanti. Si apra in fretta una nuova stagione prima che sia troppo tardi, prima che l’unica azienda pubblica di valore che possiamo ancora vantare in Puglia, prenda la strada della liquidazione a tutto vantaggio di altre realtà di questa regione che, nonostante le coperture politiche ed economiche, non hanno nulla di meglio della nostra azienda. Si apra un confronto, senza pregiudizi, con i comuni di Monte Sant’Angelo, Vieste, Mattinata e Zapponeta. Rinunciamo al nostro ruolo di condizionamento politico e proviamo ad aprire una stagione di partecipazione condivisa di un territorio con un grande potenziale non solo di bellezza infinita, ma di uomini e donne, anche impegnati in altre parti di paese di indiscussa professionalità.
Angelo Riccardi
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 14 novembre 2011 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000
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