Prezzi alle stelle e penuria di materie prime: anche il comparto dell'edilizia sta subendo i contraccolpi della crisi economica e finanziaria come c
Prezzi alle stelle e penuria di materie prime: anche il comparto dell’edilizia sta subendo i contraccolpi della crisi economica e finanziaria come conseguenza delle guerra in Ucraina. Una situazione fuori controllo, ormai, che sta tenendo in apprensione la totalità degli imprenditori edili che, nei giorni scorsi, si sono autoconvocati a Roma, sotto la sigla «I Costruttori» per chiedere al Governo interventi urgenti.
«Stiamo vivendo un momento surreale. A dispetto di una previsione che poteva essere di grande preparazione a una serie di interventi a cui le imprese si stavano apprestando, oggi stiamo invece vivendo un drammatico aumento dei costi di tutti i materiali di costruzione che stanno mettendo in ginocchio il sistema produttivo delle nostre imprese. C’è la necessità di rivedere le pianificazioni dei cantieri già finanziati negli ultimi tre anni per avere la certezza di completare le opere nei termini prestabiliti dai contratti, ma anche di aggiornare i prezzari ai costi reali delle materie».
A parlare è Nicola Bonerba, presidente di Ance Puglia, l’associazione nazionale dei costruttori edili che, è pur vero, già da tempo ha avviato un dialogo con il Governo. Tra le richieste dell’Ance, ricordiamo, anche la possibilità di inserire nel cosiddetto «Decreto Ucraina» taglia-prezzi la norma che avrebbe consentito ai responsabili unici del procedimento (Rup) la sospensione dei cantieri in corso per i forti rincari dei materiali concedendo all’impresa la causa di forza maggiore. «La norma, pur se presente nella bozza del decreto legge, è stata stralciata all’ultimo momento. Resta solo un rifinanziamento di 320 milioni totali per le compensazioni per i costi già sostenuti ne primo e secondo semestre 2021 ma si tratta di poca cosa».
La verità è che occorrono subito misure per calmierare i prezzi e compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese, altrimenti i cantieri del Pnrr si fermeranno tutti. Gli imprenditori sollecitano interventi urgenti perché il caro materiali e la difficoltà di reperirli sta mettendo in crisi molte imprese. L’acciaio è quasi irreperibile, la produzione dell’asfalto si sta fermando, l’alluminio scarseggia e tutte le altre materie prime, anche a causa del caro energia e del prezzo del petrolio alle stelle, stanno registrando aumenti insostenibili per le imprese. 54 dei 56 materiali monitorati dal Ministero delle Infrastrutture hanno superato la soglia di allarme dell’8% con aumenti del 70-80%.
A peggiorare ulteriormente le cose il macroscopico rialzo di gas e carburante che sta mettendo in ulteriore difficoltà i trasporti e la gestione delle consegne.
In una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, i costruttori denunciano una media di aumento dei fattori della produzione che va oltre il 35%. «Se non intervengono misure a livello nazionale e regionale immediatamente, il settore delle costruzioni in Puglia rischia il tracollo – rincara la dose il presidente Ance, Bonerba -. Il primo segnale del circolo vizioso in atto è il crescente numero di gare per opere pubbliche che stanno andando deserte».
Infine una anticipazione che riguarda la Regione Puglia: «Sugli appalti pubblici c’è un problema che riguarda il prezzario della Regione Puglia fermo da due anni, mentre le materie prime e quindi dei materiali indispensabili per l’edilizia, in modo particolare, sono aumentati in maniera esponenziale. Finalmente nei prossimi giorni, come è stato promesso, sarà licenziato il nuovo prezzario 2021 con una tolleranza di sei mesi. Una revisione del prezzario regionale ai valori di mercato correnti rappresenta, ad oggi, non solo la condizione per l’effettività e per la serietà dell’offerta, per la conseguente sostenibilità dell’appalto, ma permette anche che le imprese possano concorrere liberamente tra loro, scongiurando i rischi di probabili e presunte illegittimità».
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