Energie rinnovabili si o no. Ci sono 396 progetti bloccati in Puglia: “Non si può trovare ogni minima scusa”

Da sempre a favore dello sviluppo delle rinnovabili, talvolta o troppo spesso sola in battaglie in difesa della fonte energetica, per Legambiente Pu

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Da sempre a favore dello sviluppo delle rinnovabili, talvolta o troppo spesso sola in battaglie in difesa della fonte energetica, per Legambiente Puglia rappresenta, questa, la soluzione per uscire dalla dipendenza dai combustibili fossili e per raggiungere l’obiettivo Ue di produzione elettrica entro il 2030. “Ciò è tanto più vero se si tiene conto del fatto che l’invasione dell’Ucraina ha alimentato la bolla speculativa sul gas e gli altri combustibili fossili ed ha prodotto decisioni governative che rischiano di creare nuovi impianti alimentati a gas. Se in questi anni l’Italia avesse investito con coraggio sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, oggi non sarebbe così sotto scacco del gas russo e in più in generale non sarebbe così dipendente dalle fonti fossili. Se lo sviluppo delle Fer (solare + eolico) fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l’anno), oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%” evidenzia il comitato regionale.

Il presidente Ruggero Ronzulli non è d’accordo sulla tesi che la Puglia abbia già dato e sarebbe energeticamente autonoma. “Questo è vero nel complesso della produzione energetica regionale, ovvero tenendo conto del termoelettrico (carbone e gas) che rappresenta ben il 70% della nostra produzione energetica regionale. Quella stessa produzione oggi in crisi a causa della scarsità di gas e carbone importato per il 94% dall’estero”.

In Puglia sono ben 396 i progetti di impianti di energia da fonti rinnovabili in esame tra piccoli e grandi, in zone marginali e non (alcune dei quali anche in zone agricole). Tra questi, quelli in aree Sin (Sito d’Interesse Nazionale) che risultano attualmente bloccati per via della mancanza delle analisi di rischio sui terreni agricoli interessati. Vero è che i singoli progetti vanno visti, analizzati e contestualizzati, “ma non si può trovare ogni minima scusa per bloccare tutto, perché altrimenti si resta fossilizzati nell’immobilismo energetico che sta mettendo in crisi proprio in questi giorni il nostro paese” aggiunge Ronzulli.

Ecco perché Legambiente Puglia ha appreso con soddisfazione la decisione del Consiglio dei Ministri di sbloccare la realizzazione di sei parchi eolici, che assicureranno una potenza pari a 418 Mw. Quattro di questi si trovano in provincia di Foggia. “Ricordiamo anche come lo sviluppo delle rinnovabili, compatibili con l’ambiente e territorio, sono anche un’importante fonte occupazionale per i nostri territori e soprattutto per i giovani che sempre vanno via per mancanza di futuro. Invece è fondamentale investire e puntare su un futuro rinnovabile in ogni direzione”.

Legambiente condivide la decisione della Regione Puglia di aprire un confronto con l’azienda che ha proposto il progetto del parco eolico offshore nello specchio di acqua tra Santa Cesarea Terme e Santa Maria di Leuca per trovare delle soluzioni condivise. “Dire solo “no” senza dialogare non porterà mai a niente, anzi non farà altro che far ripetere gli stessi errori commessi in Puglia nel passato, come accaduto con la Tap. La Regione Puglia e i comuni devono chiedere lo studio di fattibilità che Legambiente, più volte, ha chiesto e giudica ineludibile e preliminare nel confronto con la società proponente. Lo studio concerne scenari diversi, opzioni impiantistiche principali e connesse, siti di insediamento diversi, impatti diretti ed indiretti diversi da sottoporre a studi geognostici, anemometrici, mareometrici e delle correnti marine, sulle interferenze sulla navigazione, e sulla presenza o il transito di specie animali ed infine sull’attraversamento di praterie di posidonia sul coralligeno e sul Sic mare presenti. Anche perché, ricordiamo, che in questa materia comuni e Regione non hanno nessun potere decisionale o di veto, ma solo consultivo. Per cui, invece di perseverare negli errori del passato con il mancato dialogo, confronto e condivisione, è fondamentale discutere concretamente sulle azioni e progetti tecnicamente”.

A tal proposito Legambiente Puglia ha chiesto al presidente Michele Emiliano e all’assessore Alessandro Delli Noci, di attivare un tavolo permanente sul tema in cui coinvolgere non solo i rappresentanti delle istituzioni, ma anche e soprattutto il mondo della ricerca e alle associazioni che da sempre lavoro su sul tema energetico e delle rinnovabili, e che possono dare un contributo serio e concreto.

Il parere di Italia Nostra

In base a quanto riferito alla ‘Coalizione Art’ 9 dal ministero della Transizione Ecologica, i progetti di impianti di energia rinnovabile (eolico e fotovoltaico) in procedura Via, e/o con procedimenti autorizzatori in itinere o già conclusi nell’anno in corso, ricadono in larga parte in Puglia e in particolare in provincia di Foggia. Delle 89 istanze Pniec-Pnrr per impianti fotovoltaici, 28 si trovano in provincia di Foggia, così come 55 delle 186 procedure relative ad impianti eolici. Se si guarda la potenza stimata in via di autorizzazione, Foggia detiene il primato con ben 1.235,87mw dei 4.359,53mw totali nazionali di fotovoltaico (cioè il 28,34%) e 4.570,35 mw dei 12.080,85mw totali relativi all’eolico (il 37,83%). “È in atto una trasformazione durissima del territorio Foggiano, ma tutta la Puglia è interessata da questa corsa alle energie rinnovabili” il commento di Italia Nostra. Per il fotovoltaico industriale, si parla di 51 impianti (il 37,3%), per una produzione di 2.372,75 mw cioè il .54,42% del totale nazionale (sono necessari 2ha circa per ogni mw prodotto e quindi 4.745 ettari di superficie agricola rischiano di essere coperti da pannelli solari); per l’eolico, si tratta di 72 progetti (il 38,7%), per una produzione stimata di 5.771,25MW (il 47,77% del totale) e 1.065 aerogeneratori di nuova generazione, alti anche 250 metri, in arrivo sul territorio. Questo si aggiungerà all’esistente che già vede la Puglia al primo posto per produzione eolica, con una potenza di 2.479,33MW, il 24,51% nazionale. “Morale della favola, si marcia verso la transizione ecologica in ordine sparso. La trasformazione della provincia di Foggia in un unico immenso impianto di estrazione di energia solare ed eolica non può avvenire senza un dibattito e senza che l’energia e la ricchezza prodotta siano in parte disponibili per le popolazioni che hanno sacrificato il proprio territorio all’imperativo della diminuzione delle emissioni di Co2 del Paese”.

L’interrogazione di Rosa Menga

Nelle precedenti settimane Rosa Menga, parlamentare della Repubblica ex cinquestelle e ora nel gruppo Misto alla Camera dei Deputati, aveva presentato una interrogazione al ministro della Transizione ecologica e al ministro dello Sviluppo economico, sul via libera dato dal Consiglio dei Ministri alla realizzazione di quattro nuovi parchi eolici in Capitanata. Secondo la deputata 29enne di Foggia, l’ok ignorerebbe completamente i pareri negativi trasmessi da Regione Puglia – sezione tutela e valorizzazione del paesaggio – dal comitato regionale per la Via e da Arpa Puglia-Dap Foggia. “Considerando che i comuni di Stornara, Stornarella, Orta Nova, Manfredonia e Foggia sono già fortemente interessati dalla presenza di parchi eolici in esercizio, autorizzati, o in valutazione, aggiungerne di nuovi rischierebbe di impoverire il territorio sotto diversi punti di vista: paesaggistico, agricolo e culturale. Senza voler mettere in discussione il fatto che l’incremento di produzione di energia da fonte rinnovabile sia una pratica da incentivare, ciò su cui voglio vederci chiaro è che tale incremento non vada a discapito del territorio. Voglio essere certa che l’economia locale, fatta di agricoltura, ma anche di un turismo legato al paesaggio e all’archeologia, non subisca danni irreparabili”.

La petizione di Coldiretti

Per i giovani agricoltori di Coldiretti “destinando i suoli agricoli al fotovoltaico non ci saranno più terreni da coltivare ed accelereremo la perdita di biodiversità unica del nostro Paese”. I giovani agricoltori della Coldiretti propongono che le regioni e gli enti locali identifichino nelle aree da bonificare, nei terreni abbandonati, nelle zone industriali obsolete e nei tetti delle strutture produttive anche agricole, il luogo idoneo all’installazione del fotovoltaico per la corretta produzione di energia da fonti rinnovabili. “Sì all’energia rinnovabile senza consumo di suolo agricolo”. Proseguo la raccolta firme della petizione lanciata da Coldiretti Giovani l’estate scorso contro i pannelli solari mangia suolo per combattere il rischio idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici e spingere invece il fotovoltaico pulito ed ecosostenibile sui tetti di stalle, cascine, magazzini, fienili, laboratori di trasformazione e strutture agricole. In Puglia sono state raccolte già 12mila firme. Con la petizione non si intende frenare o discriminare l’uso di energie rinnovabili, ma si chiede di farlo un modo consapevole.

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