La fine dello stato di emergenza determinato dalla pandemia, che il governo ha fissato al 31 marzo, rischia di mandare a casa 30mila supplenti Covid i
La fine dello stato di emergenza determinato dalla pandemia, che il governo ha fissato al 31 marzo, rischia di mandare a casa 30mila supplenti Covid in tutta Italia, inclusi i 4mila della Puglia, e di generare una nuova emergenza per le scuole, costrette all’improvviso a rifare i conti con la storica carenza di organico. «Così, a due mesi dal termine delle lezioni, si lascerebbero per strada migliaia di persone e, come al solito, si scaricherebbe un onere di non poco conto sulle spalle dei dirigenti scolastici e dei direttori amministrativi che, nel caso in cui fosse confermata tale scelta scellerata, dovranno riorganizzare il funzionamento delle classi e dei servizi generali».
Gianni Verga, segretario regionale della Uil-scuola, si fa interprete della protesta innescata dagli operatori dell’istruzione. Eppure una soluzione c’è. Il sindacalista spiega: «In Puglia ammontano a 9 milioni di euro le somme non utilizzate, rispetto all’assegnazione ministeriale di 31 milioni su questo organico, però ne servirebbero ulteriori 6 per assicurare la continuità didattica e l’ordinaria apertura in sicurezza delle scuole della regione. È necessario che i nostri politici facciano sentire la propria voce nei palazzi romani. I contagi fra i banchi non sono spariti. Questo personale deve restare al proprio posto fino al 30 giugno. In caso contrario ci sarà una mobilitazione corale, non soltanto del personale interessato, ma di tutte le comunità scolastiche, compresi gli studenti e i genitori».
Maestre, professori e collaboratori (un tempo chiamati bidelli) hanno dapprima firmato un contratto in scadenza a dicembre, e poi la proroga fino al 31 marzo. Ma a fine mese potrebbero restare senza lavoro. Finora hanno contribuito al corretto funzionamento delle scuole, garantendo il tempo pieno e le attività pomeridiane. I collaboratori hanno igienizzato banchi, cattedre e bagni. Gli insegnanti hanno sostituito i colleghi in malattia o in quarantena, oppure hanno affiancato gli alunni diversamente abili.
Interviene il segretario regionale della Flc-Cgil, Claudio Menga: «La questione del rinnovo sembra essere ancora in alto mare perché sono mancati segnali realmente rassicuranti. Il nostro sindacato aveva presentato un emendamento al decreto Sostegni ter, chiedendo un investimento di ulteriori 200 milioni di euro, da aggiungere ai 400 milioni già stanziati in Legge di Bilancio, però insufficienti ad assicurare la prosecuzione dei contratti fino al termine delle lezioni. Ci risulta che, finalmente, grazie anche alla pressione della Flc-Cgil, c’è un impegno alla proroga dei contratti Covid fino al termine delle attività didattiche.
Si tratta di un impegno essenziale e appropriato che deve tradursi in atti formali. In Puglia le scuole hanno utilizzato soltanto una parte dei fondi stanziati».
Menga rimarca il problema delle classi-pollaio: «Una revisione dei parametri è urgente per ridurre il numero degli alunni presenti nelle singole aule. Il potenziamento degli organici dei docenti, degli educatori, del personale ausiliario, tecnico e amministrativo (Ata) è l’unica condizione per garantire una scuola di qualità».
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