Una doppia festa nei luoghi di don Tonino Bello. Il cardinale Marcello Semeraro è tornato in Puglia per una tappa prima a Molfetta, dove monsignor B
Il cardinale ha presieduto la messa alle 18 nella Cattedrale di Molfetta, alla quale hanno partecipato – fra gli altri – il sottosegretario alla Presidenza del consiglio Roberto Garofoli, Trifone Bello, fratello di don Tonino, l’attuale vescovo di Molfetta Domenico Cornacchia e il presidente della Cei regionale Domenico Negro, primo successore di don Tonino alla guida della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.
“L’universale chiamata alla santità, così come ha insegnato il Concilio ecumenico Vaticano II – si legge nel documento – è l’itinerario lungo cui il Servo di Dio Antonio Bello ha indirizzato i fedeli della Chiesa affidata alla cura del suo ministero episcopale. Del resto, il proposito della santità orientò constantemente la sua stessa vita e opera pastorale”.
Al termine della lettura del decreto dal pulpito un lunghissimo applauso si è levato fra le navate come dall’abside.
La celebrazione è stata trasmessa in diretta sia su Teledehon (canale 18 del digitale terrestre) sia su Padre Pio Tv (canale 145). Domenica 16 gennaio, invece, nell’agenda di Semeraro c’è la messa nella chiesa Collegiata “SS. Salvatore” alle 9,30 ad Alessano.
Anche nel pronfondo Salento, terra della quale è originario lo stesso cardinale, sarà letto il decreto con il quale la Chiesa ha riconosciuto come don Tonino avesse esercitato le quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza) e le tre virtù teologali (fede, speranza e carità) in grado eroico.
Ovvero ben oltre la media. “In modo da considerare esemplari la fede e la testimonianza cristiana di monsignor Bello, tanto da poter essere riconosciute come un dono della grazia di Dio per tutti i fedeli”, ha scritto il postulatore della causa di canonizzazione Luigi Michele de Palma nel numero speciale di Luce e Vita, il quasi centenario settimanale della diocesi di Molfetta diffuso il 25 novembre 2021. È la data che segna il secondo passo di don Tonino sul cammino verso la canonizzazione.
Ora, dopo la proclamazione della sua venerabilità, la Chiesa deve accertare che si verifichino due miracoli. Il primo porterebbe al titolo di Beato, l’altro alla canonizzazione. Fino ad allora la causa resta sospesa. E mentre cresce l’attesa, il vescovo Cornacchia ha diffuso una “preghiera per la beatificazione del venerabile monsignor Antonio Bello”, nella quale don Tonino viene indicato come “sollecito successore degli apostoli, testimone del Vangelo e costruttore di pace”.
“Adesso non ci resta che pregare”, aveva detto monsignor Cornacchia prima della celebrazione. In attesa della proclamazione agli onori degli altari, le due città di don Tonino chiamano dunque a raccolta il suo “popolo”. Lo stesso per il quale è già santo.
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