Provinciali, Pd e Lega fuori dai giochi per firme e date: pronti i ricorsi al Tar

Pd e Lega, esclusi dall’elezione del Consiglio provinciale di Foggia fissata al prossimo 30 gennaio, presenteranno ricorso al Tar. Contestano la decis

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Pd e Lega, esclusi dall’elezione del Consiglio provinciale di Foggia fissata al prossimo 30 gennaio, presenteranno ricorso al Tar. Contestano la decisione dell’Ufficio elettorale provinciale che oggi ha proceduto alla verifica dell’ammissibilità delle liste. Le ha passate ai raggi X una commissione composta dal segretario generale Giacomo Scalzulli (responsabile) e dai componenti Carmine Pecorella, Antonio De Leo, Maria Grazia Pacilli e Michele Tenace (con funzione di segretario).

La lista dei candidati alla carica di consigliere provinciale recante il simbolo del Partito Democratico è stata ricusata perché le dichiarazioni di accettazione delle candidature e le sottoscrizioni della lista risultano autenticate da un consigliere del Comune di Serracapriola, fuori dal territorio dell’ente di appartenenza. Stando a questa interpretazione, se a farlo fosse stato, per esempio, Generoso Rignanese, consigliere provinciale uscente, non si sarebbe posto il problema della territorialità. Altre liste, difatti, sono state autenticate da consiglieri provinciali (sempre a titolo di esempio, è il caso della lista di Fratelli d’Italia e della civica ‘Capitanata al Centro’.

“Tale esclusione è frutto di un’interpretazione eccessivamente formalistica della normativa sulla titolarità della legittimazione ad autenticare le firme dei sottoscrittori della lista stessa che contestiamo radicalmente – afferma la segretaria provinciale del Pd di Capitanata, Lia Azzarone – A nostro parere, infatti, i consiglieri comunali sono pienamente legittimati ad autenticare le sottoscrizioni in relazione a tutte le operazioni che si svolgono nell’ambito della  circoscrizione territoriale dell’ente cui appartengono, pertanto anche per le elezioni della Provincia nella quale lo stesso consigliere comunale esercita il proprio mandato”.

La lista del Pd era espressione del cosiddetto centrosinistra largo, e includeva socialisti, Articolo Uno e civici Dem. “L’interpretazione restrittiva adottata dal segretario generale della Provincia, assurdamente fondata sul luogo in cui è avvenuta l’autenticazione delle firme, contraddice lo spirito delle norme in materia elettorale che, dalla Costituzione in giù, tendono a favorire la partecipazione e non certo a restringerla – aggiunge la segretaria provinciale Azzarone – Se davvero dovesse prevalere questa tesi, sarebbe esclusa dalla competizione elettorale, seppure di secondo livello, la più importante e grande comunità politica e di amministratori locali della Capitanata, che con ogni probabilità avrebbe avuto il maggior numero di voti ed avrebbe 4 o 5 consiglieri provinciali, perché l’autenticazione delle firme è fisicamente avvenuta nel capoluogo e non in un comune della provincia”.

La lista ‘Impegno per la Capitanata’, civica promossa dalla Lega, è stata ricusata, invece, perché le dichiarazioni di accettazione della candidatura dei consiglieri comunali Rosario Di Scioscio e Pietro Piccirilli non risultano regolarmente autenticate. La cancellazione dei due nominativi determina la riduzione del numero dei candidati al di sotto del numero minimo prescritto e, dunque, la non ammissibilità. Nel verbale della commissione elettorale, peraltro, si precisa che “possibili errori materiali che si riverberano sul rigore formale con cui l’attività di autentica deve essere compiuta, ne inficiano comunque la validità in questa fase di verifica, non essendo ammissibili sanatorie postume”. L’errore materiale sarebbe ascrivibile ad una incongruenza tra le date di sottoscrizione delle candidature e di autentica.

E anche il segretario provinciale della Lega, Daniele Cusmai, annuncia il ricorso al Tribunale amministrativo regionale: “Non pensiamo che un vizio di forma – afferma il segretario provinciale Daniele Cusmai – possa inficiare la partecipazione democratica della lista Impegno per la Capitanata”.

grande comunità politica e di amministratori locali della Capitanata, che con ogni probabilità avrebbe avuto il maggior numero di voti ed avrebbe 4 o 5 consiglieri provinciali, perché l’autenticazione delle firme è fisicamente avvenuta nel capoluogo e non in un comune della provincia”.

La lista ‘Impegno per la Capitanata’, civica promossa dalla Lega, è stata ricusata, invece, perché le dichiarazioni di accettazione della candidatura dei consiglieri comunali Rosario Di Scioscio e Pietro Piccirilli non risultano regolarmente autenticate. La cancellazione dei due nominativi determina la riduzione del numero dei candidati al di sotto del numero minimo prescritto e, dunque, la non ammissibilità. Nel verbale della commissione elettorale, peraltro, si precisa che “possibili errori materiali che si riverberano sul rigore formale con cui l’attività di autentica deve essere compiuta, ne inficiano comunque la validità in questa fase di verifica, non essendo ammissibili sanatorie postume”. L’errore materiale sarebbe ascrivibile ad una incongruenza tra le date di sottoscrizione delle candidature e di autentica.

E anche il segretario provinciale della Lega, Daniele Cusmai, annuncia il ricorso al Tribunale amministrativo regionale: “Non pensiamo che un vizio di forma – afferma il segretario provinciale Daniele Cusmai – possa inficiare la partecipazione democratica della lista Impegno per la Capitanata”.

 

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