L’Istat rivede al ribasso inflazione e carrello della spesa

L'Istat rivede al ribasso le stime di inflazione. Nel mese di novembre si stima che l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettiv

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L’Istat rivede al ribasso le stime di inflazione.

Nel mese di novembre si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,6% su base mensile e del 3,7% su base annua (da +3,0% del mese di ottobre).La stima preliminare era +3,8%. L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è ancora una volta dovuta in larga parte ai prezzi dei Beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15,0% a +24,3%).

I prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’, che include Beni alimentari, per la cura della casa e della persona, registrano a novembre un’accelerazione tendenziale (da +1,0% a +1,2%). Più sostenuta l’accelerazione dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,1% a +3,7%). Lo rende noto l’Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi a novembre. La precedente stima dei prezzi del “carrello della spesa” era di +1,4% mentre per i prodotti ad alta frequenza di acquisto era di +3,8%.

“A novembre, l’inflazione accelera nuovamente, portandosi a un livello che non si registrava da settembre 2008 (quando fu +3,8%) e continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici, con l’accelerazione della componente non regolamentata che segue quella della componente regolamentata registrata a ottobre. Le tensioni inflazionistiche, seppur in misura contenuta, si diffondono anche ad altri comparti merceologici, in particolare i Beni alimentari e i Servizi relativi ai trasporti, e l’inflazione di fondo sale a livelli che non si vedevano da maggio 2013”. E’ il commento dell’Istat. L’ ‘inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe da +1,1% di ottobre a +1,3%. Mentre l’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,9% per l’indice generale e a +0,8% per la componente di fondo. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+7,9%) e, in misura minore, degli Alimentari non lavorati (+1,4%) e lavorati (+0,6%). Diminuiscono, invece, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali) e dei Beni durevoli (-0,4%). Su base annua accelerano sia i prezzi dei beni (da +4,2% a +5,1%) sia quelli dei servizi (da +1,3% a +1,7%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane negativo (-3,4 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a ottobre (-2,9).

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