Trattamento di fine mandato rinviato a data da destinarsi, hanno vinto i pugliesi: è inopportuno e sarà abrogato dal Consiglio regionale

I gruppi di maggioranza in Consiglio regionale presenteranno un emendamento congiunto che prevede l'abrogazione del trattamento di fine mandato. Cance

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I gruppi di maggioranza in Consiglio regionale presenteranno un emendamento congiunto che prevede l’abrogazione del trattamento di fine mandato. Cancelleranno, così, la vergogna della liquidazione ripristinata con una votazione lampo, senza un minimo di discussione e senza dare nell’occhio.

Le ‘diposizioni in materia di trattamento indennitario dei consiglieri regionali’ non solo saranno cassate, ma per il momento non saranno rimpiazzate o modificate da un ulteriore articolo di legge.

È quanto stabilito nella riunione di maggioranza tenutasi questa mattina con il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano.

A comunicare le risultanze, in una nota congiunta, sono stati i capigruppo Filippo Caracciolo (PD), Grazia Di Bari (M5S), Gianfranco Lopane (CON) e Massimiliano Stellato (Popolari): “Abbiamo deciso di optare per l’abrogazione del Trattamento di Fine Mandato e rinviare la discussione ad un momento più favorevole, quando saranno diverse le condizioni economiche e sociali della Puglia. Sebbene, infatti, resti confermata la legittimità del Tfm per i consiglieri regionali, che a tutt’oggi viene disciplinato dall’intesa Stato-Regioni del 2012, ed erogato dalla maggior parte delle Regioni, nonché a deputati, senatori, sindaci e presidenti di Province, abbiamo ritenuto che il particolare momento che stiamo vivendo richieda un atto di ulteriore responsabilità politica”.

Il blitz estivo per ripristinare l’assegno di fine mandato aveva scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica, anche per le modalità, la retroattività e reversibilità, oltre che perché considerato inopportuno. In solitaria, l’ex candidata presidente dei Cinquestelle, la consigliera regionale Antonella Laricchia, aveva gridato allo scandalo, l’aveva definita senza mezzi termini una “porcata” e aveva, da ultimo, denunciato il sabotaggio in Commissione della sua proposta di abrogazione solo quattro giorni fa, segno che i consiglieri faticavano a rinunciare alla liquidazione.

Il presidente Michele Emiliano che, pubblicamente, si era detto amareggiato perché tenuto all’oscuro – stando alla sua versione dei fatti – della manovra dei consiglieri per riprendersi il Tfm cancellato nel 2012, quando il governo Vendola tagliò i costi della politica, ha consultato tutti i gruppi, anche quelli di opposizione, per capire quali fossero le reali intenzioni dei consiglieri. Forza Italia ha fatto sapere che avrebbe votato per l’abrogazione a patto di destinare i soldi risparmiati per le cure dei bambini affetti da patologie gravi e degenerative.

Ha annunciato che chiederà il ritiro dell’emendamento anche il gruppo di Fratelli d’Italia, non per una questione di illegittimità ma di inopportunità, “visto il periodo particolarmente difficile che molti pugliesi stanno attraversando a causa della pandemia”. Contestualmente, in tema di sprechi e costi della politica, chiederà che “tutte le nomine fatte dal presidente di Regione siano a titolo non oneroso e che tutti coloro che hanno subito condanne contro la pubblica amministrazione perdano il diritto al vitalizio”. Per farlo presenterà non uno ma tre emendamenti. Se i consiglieri devono stringere la cinghia, è in sostanza la filosofia dei meloniani che non accettano lezioni di moralità dalla maggioranza, “a farlo deve essere anche, soprattutto e prima di tutto, il presidente Emiliano che quasi ogni giorno sforna una nomina, moltiplica i Consigli di Amministrazione, s’inventa poltrone che non esistono. Se la Regione deve risparmiare non ci può essere chi guarda la pagliuzza nell’occhio dei consiglieri e poi non vede la trave nei suoi”. Tocca rilanciare, specie quando si abdica alle proprie convinzioni.

Anche la Lega si dice pronta a votare l’abrogazione, “ma solo se la si fa subito e in maniera totale, senza altri teatrini e giochi di prestigio del PD. Non accetteremo rivisitazioni o maquillage della norma con modifiche dello zero-virgola”. 

D’accordo a ritirare la norma La Puglia Domani guidata da Paolo Pagliaro: “Destinare ai bambini pugliesi più fragili, con malattie rare e disabilità e pertanto bisognosi di sostegno e cure particolari, le risorse già appostate per il tfm, il trattamento di fine mandato, decisione condivisa, giunta oggi al termine di un confronto con i presidenti dei gruppi consiliari voluto dal presidente Emiliano, è la via più giusta per onorare il nostro mandato di consiglieri regionali e cancellare la disapprovazione dell’opinione pubblica per il provvedimento assunto il 27 luglio scorso”. Il suo gruppo aveva già scelto di devolvere la quota ad una associazione.

L’emendamento era stato votato all’unanimità in 100 secondi d’orologio dai 40 consiglieri presenti ed era stato presentato con le firme di nove capigruppo. Nelle ultime ore, si era pronunciato anche il segretario nazionale del Partito Democratico Enrico Letta: “Sarebbe bene – aveva scritto – che il gruppo del Pd pugliese tornasse sui suoi passi e che il Consiglio si occupasse di altri problemi”.  

La trattazione in Consiglio regionale, questa volta, potrebbe andare per le lunghe, considerato l’accanimento dell’opposizione, ma salvo clamorose soprese l’esito è già scritto. Non si sa quanto durerà la tregua del Tfm, ma di certo se ne riparlerà solo post Covid e, stavolta, non passerà inosservato.

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