Qualità della vita, Foggia ancora ultima per il Sole24Ore.

Cagliari si distingue per essere una provincia a misura di bambino. Ravenna un luogo attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli a

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Cagliari si distingue per essere una provincia a misura di bambino. Ravenna un luogo attraente per i giovani. Trento svetta per il benessere degli anziani. Tre province molto diverse “vincono” la sfida della Qualità della vita declinata per i tre target generazionali, in base agli indicatori statistici selezionati dal Sole 24 Ore. Foggia è ultima con un punteggio di 290 (Cagliari è prima con 546,3)

Il benessere in base all’età

Se per parlare di benessere in generale bisognerà aspettare la tradizionale classifica di fine anno, nel frattempo le tre nuove classifiche “generazionali” (ciascuna composta da 12 parametri) misurano con i numeri la vivibilità dei territorio per bambini, giovani e anziani. Gli indicatori sono stati selezionati per evidenziare particolari aspetti che influenzano la qualità della loro vita. Ad ogni parametro è stato poi assegnato un punteggio per ciascuna provincia da 0-1000. E la classifica finale è il risultato della media dei punteggi conseguiti.

I tre nuovi indici documentano così la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le lacune nei confronti dei più fragili e le aspettative dei più giovani. Ne emerge un racconto che mette in luce come, da nord a sud, i divari territoriali sono purtroppo anche generazionali.

Le tre province capofila

Mentre si conferma il ritardo generale del Mezzogiorno che nelle tre graduatorie popola quasi sempre il fondo delle graduatorie (solo le province sarde sembrano smarcarsi per i bambini), è confrontando i singoli primati  che si scoprono le curiosità più interessanti.

Basta fare alcuni esempi sulle tre province capofila. Cagliari, ad esempio, primeggia per numero di pediatri attivi  e offre uno dei rapporti migliori tra retta dell’asilo nido e reddito medio dichiarato, offrendo il posto al 27% dei bambini da 0 a 3 anni. Ma scende al 71° posto (sul totale delle 107 province) per qualità della vita dei giovani e al 25° per gli anziani. Nella provincia però  i residenti sotto i 10 anni sono diminuiti del 14% negli ultimi cinque anni, mentre è cresciuta (+11%) la popolazione anziana.

Ravenna e Trento, invece, sembrano unire diverse generazioni: entrambe, oltre ad essere le più attrattive per i giovani e per gli anziani, si piazzano nelle top ten anche delle altre due categorie. E negli ultimi cinque anni, in queste due province, la popolazione giovane, tra i 18 e i 35 anni, risulta in crescita, seppur lieve.

Le mappe demografiche

Incidenza di bambini, giovani e anziani sulla popolazione residente (totale residenti=100) e variazione negli ultimi cinque anni. E’ nel rapporto tra di loro che le generazioni mostrano sul territorio i principali squilibri. Basta fare un paio di esempi. Ci sono province come Napoli dove il rapporto bisnonni (over 80) e pronipoti (under 10) è a favore dei secondi, che sono oltre il doppio dei primi. E poi ci sono province come Savona dove i bisnonni sono il 32% in più. In questo caso la media nazionale registra un rapporto di 1 a 1.

I giovani (18-35 anni), invece, sono ovunque meno dei residenti con più di 65 anni, con picchi a Biella, Ferrara e Savona dove all’anagrafe se ne contano il 40% in meno rispetto agli anziani. Nella provincia di Caserta, invece, i residenti giovani (tra i 18 e i 35 anni) superano del 21% i residenti anziani (con 65 anni e oltre).

C’è poi un rapporto che va osservato con attenzione, a cui è correlata anche la sostenibilità del sistema pensionistico: i residenti in età lavorativa (15-65 anni) sono ovunque di più dei pensionati (over 65), ma a Genova e Savona sono solamente poco più del doppio; a Bolzano invece i residenti in età lavorativa sono il 223% in più degli anziani in età da pensione.

(fonte: ilSole24Ore)

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