In Puglia castelli e musei senza personale per l’estate.

Ci si attende una stagione turistica da record, con visitatori da tutta Italia e il ritorno dei turisti stranieri, dopo l’annus horribilis del 2020. M

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Ci si attende una stagione turistica da record, con visitatori da tutta Italia e il ritorno dei turisti stranieri, dopo l’annus horribilis del 2020. Ma l’intero patrimonio artistico, archeologico e museale pugliese è in una situazione drammatica per una grave carenza di personale. A denunciare l’estrema difficoltà vissuta da castelli, musei e siti archeologici regionali è la Cgil. In una condizione ancora peggiore si trova il settore archivistico, alle prese con la cronica carenza archivisti che rende concreta la possibile chiusura di quasi tutti gli Archivi regionali. E intanto una graduatoria da cui assumere 24 nuovi operatori alla vigilanza e accoglienza — rinforzi fondamentali, vista la drammatica carenza di personale — è bloccata da mesi a causa di un banale refuso.

Castelli e musei a rischio

Tutti i 15 siti che fanno parte della Direzione regionale musei pugliesi (quello che fino a qualche anno fa si chiamava Polo museale) rischiano di chiudere da un momento all’altro per mancanza di personale. “È assurdo cominciare così la stagione estiva”, denuncia Matteo Scagliarini, coordinatore regionale della Fp Cgil Mibac Puglia. È lui stesso a fare l’elenco delle criticità che attanagliano tutto il patrimonio artistico statale pugliese. “Il castello di Manfredonia, per esempio, è rimasto chiuso per anni. Il suo recupero è costato diversi milioni di euro. Quella struttura oggi è vigilata da sei persone che devono garantire anche le visite”.

A poca distanza c’è Siponto, uno dei siti archeologici più visitati di Puglia dopo Castel del Monte, grazie anche all’ormai celebre opera di Edoardo Tresoldi che ha ricostruito in rete metallica l’antica basilica paleocristiana. “Lì ci sono appena tre unità di personale a gestire tutto il sito. Stessa situazione a palazzo Sinesi di Canosa, al cui interno sono conservati manufatti da tombe e ipogei ellenistici realizzati fra sesto e terzo secolo avanti Cristo, che fra poco si ritroverà con due unità (il terzo va in pensione) e potrà aprire soltanto la mattina e non tutti i giorni della settimana”.

È una situazione particolare, invece, quella in cui si trova la straordinaria collezione del museo Jatta a Ruvo di Puglia, che custodisce centinaia di vasi di produzione greca antica e locale: è chiuso per lavori e quando riaprirà avrà a disposizione un solo dipendente. Una parte della collezione è ospitata al castello svevo di Bari (uno dei pochi a garantire 11 ore di apertura ma soltanto grazie al supporto di quattro unità di personale Ales e cinque retribuite con il reddito di dignità della Regione, oltre al personale stabile).

La galleria nazionale Devanna di Bitonto (al cui interno ci sono anche opere di Poussin e De Nittis) non può garantire aperture su due turni. Il castello di Trani restaurato da poco potrà aprire per mezza giornata, solo la mattina, a giorni alterni. Stesse difficoltà anche a Canne della Battaglia, aperto nove ore da giovedì a domenica, e al castello di Copertino, raro esempio di architettura militare rinascimentale in Puglia (soltanto due addetti a vigilanza e accoglienza che permettono l’apertura di mattina, ma non nei festivi).

Anche il parco archeologico di Egnazia per la prima volta dopo anni non garantirà l’apertura pomeridiana: “Per un sito a ridosso delle spiagge di Capitolo e Monopoli è un danno importante, visto che la mattina gran parte dei visitatori preferisce andare al mare”.

Niente book shop

E che dire dei servizi aggiuntivi come biglietteria, book shop e visite guidate? Il rinnovo della proroga al precedente gestore — Nova Apulia — è stato bloccato. Quindi niente biglietteria nei castelli di Bari, Trani e Gioia del Colle, ma anche a Castel del Monte (l’unico sito che riesce a mantenere aperture di nove ore su sette giorni), Egnazia e Monte Sannace: quest’ultimo è decisamente uno fra i più importanti parchi archeologici della Peucezia preromana, custodito da due soli operatori alla vigilanza e accoglienza. Quanto al parco archeologico di Collepasso, dove ci sono resti dell’antica cinta muraria e della necropoli di Tarentum, è chiuso proprio a causa della carenza di personale.

Gli archivi senza archivisti

Ancora più difficili le condizioni per le sedi degli Archivi di Stato a Bari, Trani e Barletta: “Una situazione drammatica perché mancano archivisti dappertutto”. All’Archivio di Stato di Brindisi e di Foggia (il secondo più grande archivio del Sud, con una sola funzionaria che andrà in pensione il prossimo anno) non ne hanno neanche uno. “Il laboratorio di restauro di Bari, uno dei pochi rimasti al Sud, ha un solo restauratore e tutto il sistema della tutela con le Sovrintendenze può contare in Puglia soltanto su uno storico dell’arte”. Di recente istituzione è la Sovrintendenza nazionale del patrimonio subacqueo a Taranto. Peccato che non abbia neanche un architetto, però, e dispone soltanto di tre archeologi.

Il paradosso del refuso

Ora è chiaro che in un contesto simile ogni minimo rinforzo sarebbe fondamentale. “Lo Stato — dicono Scagliarini e Patrizia Tomaselli, segretaria della Fp Cgil Puglia — deve rapidamente avviare un piano straordinario di assunzioni. Ma anche gli enti regionali potrebbero darci una mano in più se velocizzasse alcune pratiche”.

Il riferimento è a una procedura selettiva varata nei mesi scorsi per assumere 24 operatori alla vigilanza e accoglienza nei 15 siti culturali pugliesi. Da quella procedura è scaturita una graduatoria di 24 nomi. Ma va detto che quella graduatoria è bloccata da marzo scorso per un refuso (il nome e cognome di uno dei 24 operatori è ripetuto due volte nella graduatoria): “Dal 26 marzo il segretariato regionale del ministero della Cultura ha chiesto all’Arpal di correggere il refuso e consegnare la graduatoria corretta di modo tale da cominciare ad assumere. L’ultimo sollecito è del 12 maggio. Ma da allora non abbiamo saputo più nulla. Un rimpallo burocratico che blocca. Perciò abbiamo chiesto un incontro al direttore generale di Arpal Puglia, Massimo Cassano“.

 

A Siponto, in Puglia, una straordinaria installazione ricostruisce la  Basilica

fonte la Repubblica

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