Sono supponenti. Pieni di sé. Partecipano al governo, però dicono che si sacrificano, lo fanno per il bene del Paese. Si ritengono il cardine, l’ar
Sono supponenti. Pieni di sé. Partecipano al governo, però dicono che si sacrificano, lo fanno per il bene del Paese.
Si ritengono il cardine, l’argine per contenere l’avanzata populista. Dopo di loro c’è il vuoto. Stanno sempre dalla parte giusta, purtroppo è il mondo che va per altre direzioni. Per questo sono convinti di non sbagliare mai, o per lo meno non lo dicono o lo dicono sottovoce. A livello locale o nazionale è la stessa cosa. Quando hanno tentato di salvare l’amministrazione uscente di Manfredonia lo facevano per “senso di responsabilità”. Sono in estinzione coloro che parlano a nome del Partito. Sono stati soppiantati da coloro che parlano a nome del Popolo. E si sa, il popolo vince sul partito. Parlare del PD come un partito uguale agli altri non è semplice. Con fastidio i “militanti” accettano di sentirsi dire che anche al loro interno sono distribuiti egualmente miseria e nobiltà, competenze e ignoranza…
Non c’è diversità. Forse non c’è mai stata. Con buona pace di Berlinguer. Nel passato, recente e remoto, a livello territoriale e nazionale, quella diversità non si è manifestata in azioni politiche e di governo. Non solo. Il partito si compiaceva di stare dalla parte giusta, trasformava la diversità in una gabbia, ed era difficile esprimere critiche, giudizi, dissenso… Era più facile allontanarsi, uscire…
Nemmeno la satira e l’ironia erano consentite. Dall’archivio di Franco Loi, il grande poeta milanese scomparso agli inizi di questo anno, è emerso il testo di uno spettacolo teatrale satirico su Togliatti “democratico progressivo” e sulla Sinistra in generale. L’opera si conclude con la canzone del pappagallo recitata dal “Migliore”. “Ho bisogno di questo pappagallo / per conoscere la linea del mistero. / Le masse attendono, i dirigenti bollono: / Io solo taccio, e non so che fare… Prima mi svegliavo come Lenin: / Il cuore saldo e la parola pronta!/ La luce del Cremlino non sbagliava: / la borghesia è finita, quasi morta. / Ora il silenzio, ora strane voci… dimmi Carlo Marx tu, che sei puro! / cosa ci riserva il gran futuro?” Il testo degli anni Sessanta fu bocciato e mai rappresentato.
La Sinistra ha subito tante trasformazioni, ora è divenuta umana troppo umana, e molti non nascondono rabbia e risentimento. Si sentono traditi, e si accorgono che i re sono nudi. Non hanno più parole. Nemmeno provano a interpretare quanto avvenuto in questi anni.
D’accordo, la sinistra è quella che è, ma come si spiegano i consensi alla destra populista? E’ come un’idra con molte teste. Si taglia una e ne rinascono altre! Ora il pericolo è Giorgia Meloni, ha scritto una storia personale, semplice, critica le quote rosa e le donne del PD, mostra carattere… Poche sono le idee: riaperture, libertà d’impresa, blocco navale contro i barconi… Cattive idee? Si combattono con le buone idee! Non ha una squadra collaudata? Ma per la gente questo è un merito…
Il Sud, occupato tre anni fa da 5 stelle, ora è scoperto. Un mondo esteso senza protezione. C’è il Recovery plan, possibili speranze di sviluppo e di lavoro… Ma bisogna parlarne, andare nelle periferie sociali e culturali. Purtroppo divisioni e scontri personali e le trasformazioni ideologiche degli ultimi decenni hanno condizionato la formazione dei gruppi dirigenti, che sembrano impacciati, incerti nelle strategie, comportamenti, linguaggio.
Potrebbe aiutare la preghiera di Thomas More (1477 – 1535), scritta cinquecento anni fa. “Signore, dammi una buona digestione / e anche qualcosa da digerire, / la salute del corpo con il buonumore necessario per mantenerla… Dammi o Signore un’anima che non conosca la noia / i brontolamenti, i sospiri e i lamenti /e non permettere che io mi crucci eccessivamente / per quella cosa invadente che si chiama “io”./ Dammi o Signore il senso dell’umorismo, concedimi la grazia di comprendere uno scherzo / affinché conosca nella vita un po’ di gioia/ e possa farne parte anche ad altri”. Moro (l’autore di “Utopia“) fu cancelliere di Enrico VIII d’Inghilterra e decapitato nel 1535. Santo per la Chiesa cattolica, nel duemila Giovanni Paolo II lo proclama patrono del mondo della politica.
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