Sulle ciliegie pugliesi i supermercati del Nord ci ‘fanno la cresta’: all’ingrosso 1 euro ma tra gli scaffali fino a 16 euro

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all’ingrosso, il prezzo concordato ai produttori è di 1 euro, mentre tra gli scaffali dei supermercati quelle stesse ciliegie arrivano a costare fino a 10-12 euro al chilogrammo. Agli agricoltori, considerando le spese di produzione, non va nemmeno un decimo di quanto ingrassa i profitti della Grande Distribuzione Organizzata. “Oltre che un’ingiustizia palese, si tratta di una dinamica che uccide il settore, disincentivando investimenti e lavoro” ha dichiarato Felice Ardito, presidente dell’area Levante di CIA Agricoltori Italiani della Puglia.

“Lo squilibrio tra il poco che viene riconosciuto agli agricoltori e i margini spropositati che la Gdo garantisce a se stessa è diventato un problema enorme, sempre più pressante e ineludibile per la politica, soprattutto in un momento di crisi epocale come quella creata dal combinato disposto della pandemia e dei cambiamenti climatici», ha dichiarato Raffaele Carrabba, presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani della Puglia.

“Siamo di fronte a un vero e proprio sfruttamento da parte delle multinazionali della Gdo a danno degli agricoltori, anche questa forma pesantissima di iniquità deve entrare nel dibattito pubblico e nell’agenda della politica”, ha aggiunto Carrabba.

“Per riequilibrare la dinamica di formazione dei prezzi e aumentare il potere contrattuale del comparto primario noi organizzazioni agricole ce la stiamo mettendo tutta, sostenendo soprattutto la nascita di cooperative, l’attivazione di nuove prganizzazioni di produttori, la vendita diretta dal contadino al consumatore, la digitalizzazione delle aziende per aprire canali di e-commerce, ma la rete e i canali della Gdo al momento continuano ad avere uno strapotere che crea disequilibri, ingiustizie e pericoli non solo per i produttori ma anche per i consumatori», ha concluso Carrabba.

“Inaccettabile”. Così Coldiretti Puglia definisce l’andamento del mercato delle ciliegie, frutto di cui la Puglia fornisce quasi il 40% della produzione nazionale. I prezzi delle qualità Bigarreau e Georgia “sono in picchiata”, dice l’associazione evidenziando prezzi di vendita in campagna pari a un euro al chilo. Da qui la richiesta all’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia di un tavolo “per salvare la campagne delle ciliegie”.

“L’andamento di mercato non va bene mentre la forbice dei prezzi dal campo alla tavola si è allargata in misura sconsiderata. Stanno vendendo a Milano in una nota catena di distribuzione commerciale le ciliegie pugliesi a 16 euro al chilogrammo”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia aggiungendo che “nelle prossime due settimane nei mercati di Campagna amica in tutta la regione saranno vendute le ciliegie pugliesi al giusto prezzo sia per i produttori sia per i consumatori, con una campagna di comunicazione sulle proprietà benefiche delle ciliegie made in Puglia”.

A essere penalizzata è soprattutto l’area metropolitana di Bari. Tra il nord e il sud-est della provincia barese, infatti, viene prodotta la maggior parte delle ciliegie italiane. La Puglia detiene il primato nazionale degli ettari coltivati (62%). Nell’area metropolitana di Bari si produce il 40% del prezioso frutto a livello nazionale, il 96% delle ciliegie raccolte in tutta la regione.

All’inizio della campagna cerasicola di quest’anno, sembrava che il prezzo corrisposto ai produttori potesse essere soddisfacente, ma così non è stato. Particolarmente attesa, dopo le difficoltà del 2020, era la campagna della varietà Ferrovia, soprattutto nelle zone a più alta vocazione per questa straordinaria cultivar prodotta a Turi, Putignano e Conversano nel Barese, ma anche a Crispiano (Taranto).

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