Morti sulla Statale 89 tra Foggia e Manfredonia, chiesta la denuncia di Anas per omicidio colposo.

Il silenzio assordante delle istituzioni preposte a seguito dell’ennesima morte sulla SS 89 non è più tollerabile. Le vite dei nostri cari non possono

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Il silenzio assordante delle istituzioni preposte a seguito dell’ennesima morte sulla SS 89 non è più tollerabile. Le vite dei nostri cari non possono trasformarsi in meri numeri che vanno periodicamente ad allungare una lista dell’orrore. Chiediamo ufficialmente all’ANAS spiegazioni circa il mancato inizio dei lavori per la messa in sicurezza del tratto che va da Amendola a Manfredonia e ci riserviamo di adire le vie legali per omicidio colposo. I presupposti ci sono tutti”. È quanto riporta in una nota il comitato civico “Con Manfredonia”.

Nel lontano 2007 – scrivono – gli interventi sulla SS 89 sembravano ormai prossimi alla cantierizzazione con l’assegnazione di un finanziamento di 44 milioni di euro da parte del Governo. Nel 2009 l’allora Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli indicava per il progetto definitivo un costo complessivo di 57.338.000 di euro, evidenziando che aveva incassato tutti i pareri favorevoli, ma che non c’era la piena disponibilità economica. 

Finalmente, dopo incessanti e spesso anche dure battaglie portate avanti dal Comune di Manfredonia dal 2010 a suon di tavoli tecnici e segnalazioni in Prefettura, nel maggio del 2018 arriva l’ok ai lavori per l’adeguamento della SS89 Garganica nel tratto compreso tra il km 172+000 (ingresso Manfredonia Sud) ed il km 186+500 (aeroporto di Amendola), ed in occasione delle risorse messe a disposizione per il Patto per il Sud, furono recuperate le ulteriori somme occorrenti.

Si giunse così ad un finanziamento complessivo di 68milioni di euro per interventi che prevedono la realizzazione di uno spartitraffico continuo, l’allargamento della sede stradale, un nuovo ponte sul Candelaro (in sostituzione di quello già esistente), un innesto stradale nei pressi dell’Abbazia di San Leonardo (per inversione di marcia per chi proviene dal Gargano), un tunnel pedonale per consentire l’attraversamento a quanti parcheggiano di fronte all’Abbazia (che non dispone di uno spazio sufficiente al proprio interno), l’adeguamento dei cavalcavia della Z.I. (al fine di migliorare la fruizione dell’area)”. 

Poi ricordano: “L’inizio dei lavori è stato per più anni previsto e poi rinviato. Siamo giunti al 2021, con nuove tragiche morti che pesano sui nostri cuori, ma di cui qualcuno dovrà necessariamente rispondere. La Legge 41 del 2016 ha introdotto l’omicidio stradale, evidenziando che il reato ricorre anche qualora il responsabile non sia il conducente del veicolo, poiché il codice della strada disciplina condotte errate inerenti la sicurezza stradale e relative alla manutenzione stradale. Pertanto, ci sono tutti i presupposti per valutare la possibilità d’intentare una denuncia di omicidio stradale nei confronti di ANAS e di altri eventuali responsabili, per la morte della 28enne di Manfredonia avvenuta il 23 gennaio 2021 nel tratto che avrebbe dovuto essere interessato dagli interventi per la messa in sicurezza già da due anni. 

Chiediamo sia fatta luce su eventuali responsabilità – concludono –, affinché il tempo non faccia passare in secondo piano la gravità di quanto accaduto e auspicando che questa tragedia non resti circoscritta al dolore straziante di una famiglia, ma che possa diventare il grido corale ed unanime di una comunità per scuotere le coscienze e l’inerzia delle istituzioni preposte, prima che la lista dell’orrore possa allungarsi di nuove morti”. (foto in alto, Bruno Mondelli)

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