Quando viene rapito dalla Brigate Rosse la mattina del 16 marzo 1978, l'onorevole Aldo Moro è al culmine della sua carriera politica. Non occupa nessu
Quando viene rapito dalla Brigate Rosse la mattina del 16 marzo 1978, l’onorevole Aldo Moro è al culmine della sua carriera politica. Non occupa nessun incarico ufficiale, benché si parli di lui come futuro probabile Presidente della Repubblica, ma è grazie a lui se, dopo più di trent’anni di opposizione, il partito comunista sta per fare nuovamente ingresso nella maggioranza di governo. La strage di via Fani, dove vengono uccisi i cinque uomini della scorta del presidente della DC, getta il paese in un profondo stato di costernazione. Paese che, come dimostreranno i cinquantacinque della durata del sequestro, non era preparato a gestire un’emergenza di questo genere e che il 9 maggio, sgomento, assisterà al ritrovamento del cadavere di Aldo Moro dentro una Renault 4 parcheggiata in via Caetani, in pieno centro di Roma tra le sedi nazionali proprio dei due partiti, DC e PCI, che il politico pugliese aveva pensato di far governare insieme.
Nell’archivio Luce sono presenti numerosi tra cinegiornali, documentari e servizi fotografici sul presidente DC che dal 1946, anno della sua elezione all’Assemblea Costituente, al 1978 è stato cinque volte presidente del consiglio, la prima nel 1963, alla guida di un ministero di centro sinistra, l’ultima nel 1976; ministro degli Esteri, della Giustizia e della Pubblica Istruzione; segretario e presidente del suo partito.
Legatissimo alla sua famiglia, che anche negli ultimi giorni della sua vita, prigioniero delle Brigate Rosse, sarà costantemente al centro dei suoi pensieri, Moro si concederà però molto raramente ai fotografi accanto ad essa. Sono infatti molto rari i servizi del Luce nei quali compare qualcuno dei suoi congiunti.
Quelle che presentiamo nelle gallerie qui sopra sono immagini di un fondo non ancora catalogato. Si tratta del Masterphoto, acquistato nel 2000, che comprende avvenimenti degli anni Settanta e Ottanta più una serie di diapositive a colori con ritratti di personaggi della politica, della cultura, dello spettacole, dell’arte e della cronaca che arrivano a coprire tutti gli anni Novanta.
Il sequestro Moro è stato al centro di diverse pellicole cinematografiche, la prima delle quali fu quella di Giuseppe Ferrara Il caso Moro, uscita nel 1986 cui seguirono diverse altre, tra le quali merita sicuramente una menzione Buongiorno, notte di Marco Bellocchio con il sue struggente finale onirico.
fonte: archivio luce
COMMENTI