In Puglia parte la mappatura delle acque per l’allevamento dei molluschi

Arpa Puglia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata hanno sottoscritto una convenzione per l’avvio del Piano di riclassificazio

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Arpa Puglia e Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata hanno sottoscritto una convenzione per l’avvio del Piano di riclassificazione delle acque costiere destinate alla molluschicoltura e all’acquacoltura, finanziato dalla Regione Puglia. Il Piano, il primo dopo oltre 20 anni, prevede preliminarmente un’indagine sanitaria per individuare le fonti di inquinamento. Nella fase successiva, nei punti di maggior rischio, 45 quelli già classificati situati prevalentemente nel nord Gargano e nei golfi di Manfredonia e di Taranto, saranno eseguiti più di mille campionamenti con frequenza quindicinale, a partire da febbraio 2021, per la valutazione analitica in laboratorio dei parametri di sicurezza di tipo microbiologico, bio-tossicologico e chimico. «Il Piano di riclassificazione delle acque, previsto dalla normativa nazionale e comunitaria, – ha spiegato il dg Izspb Antonio Fasanella – produrrà risultati utili al comparto della molluschicoltura non solo per consolidare ma anche per potenziare le produzioni locali, anche in termini di qualità del prodotto, ponendole nelle condizioni di poter concorrere alla ripresa dell’economia regionale andando oltre la situazione di crisi dovuta alla pandemia da Covid 19».Intendiamo valorizzare l’enorme potenzialità che ha l’ambiente marino e costiero pugliese – ha detto il dg Arpa Vito Bruno – . Questo progetto per la riclassificazione delle acque destinate alla molluschicoltura lo considero come un ulteriore riconoscimento al ruolo dell’Agenzia, con lo scopo di preservare e valorizzare l’ambiente della Puglia in una nuova visione che deve coniugare il tradizionale approccio del ‘controllo ambientalè con la capacità di confrontarsi con l’economia e lo sviluppo sostenibile». A questo proposito, l’assessore regionale alla Salute, Pierluigi Lopalco, ha spiegato che «la Regione vuole promuovere un concetto di one health, già messo in campo durante la pandemia: la salute è unica, non esiste salute umana, animale, dell’ambiente che non siano collegate strettamente tra di loro».

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