Crisi Governo, il Maie con Conte: intervista al manfredoniano Antonio Tasso „

  Prima era indie, oggi è pop. Fuor di metafora, l'acronimo Maie, prima della crisi di governo, non aveva mai conosciuto tanta popolarità. Non

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Prima era indie, oggi è pop. Fuor di metafora, l’acronimo Maie, prima della crisi di governo, non aveva mai conosciuto tanta popolarità. Non che i suoi componenti vivessero nell’anonimato, anzi. Oggi però il Movimento Associativo Italiani all’Estero, in Parlamento nella galassia del gruppo Misto, si ritaglia un ruolo chiave. Ma non è nato ieri.

“Vogliamo dirlo che un po’ il merito è anche il nostro?”, dice il capogruppo alla Camera, il deputato manfredoniano Antonio Tasso, sulla svolta mainstream del soggetto politico fondato per curare gli interessi degli italiani all’estero. Negli anni si sono fatti notare. Il fondatore del Movimento è un italo-argentino, il senatore Ricardo Antonio Merlo, oggi sottosegretario agli Esteri.

L’ingresso dei parlamentari eletti in Italia ha ampliato lo spettro dei temi. “Messi alla porta dal Movimento 5 Stelle, dopo tutte le storie che conosciamo e con le nostre buone ragioni che non sono state rispettate e riconosciute, abbiamo trovato casa nel Maie perché era l’unica componente sostanzialmente non politicizzata”. Transfughi, pronti ad accoglierne altri.

Responsabili, filo-contiani, costruttori, comunque li si chiami stanno lavorando più o meno sottotraccia per puntellare una maggioranza numerica al Senato. “Le interlocuzioni non si sono mai fermate”, conferma il deputato. A Palazzo Madama c’è un’altra vecchia conoscenza dei Cinquestelle nel gruppo, Saverio De Bonis, passato spesso da Foggia in qualità di leader di Granosalus.

Per ora, il gruppo ha cambiato denominazione in Maie-Italia 23 solo al Senato dove Raffaele Fantetti, fondatore dell’associazione Italia 23 ha portato in dote il suo simbolo. È lì che sono concentrati gli sforzi di tutti i componenti del progetto, che hanno preferito spendere le proprie energie nel ramo del Parlamento che costituisce la vera emergenza. Se numericamente il gruppo crescerà, a seconda delle diverse sensibilità che decideranno di aggregarsi, decideranno se modificare il nome della componente anche alla Camera. Sul territorio il contenitore dell’onorevole Tasso si chiama Agiamo, e viaggia parallelamente, perseguendo gli stessi scopi. Fosse per lui, i problemi di Italia Viva si sarebbero potuti risolvere intorno a un tavolo.

Più che una scialuppa di salvataggio, il deputato sipontino definisce il Maie un interlocutore, un partner di questo governo. Il Maie non nasce per questo, era già nato al fianco del governo Conte. Io il 6 giugno 2018 ho dichiarato la fiducia al governo Conte e non ci siamo mai spostati da lì. Quindi, noi non siamo responsabili, ma siamo coerenti, perché siamo nati così”. 

Lo scenario è mutevole. Oltre al pallottoliere, serve la sfera di cristallo. Lei come pensa andrà a finire?

Alla Camera ci sarà la maggioranza assoluta, al Senato non è detto, ma sicuramente passerà con una maggioranza relativa che si attesta attorno ai 157 voti favorevoli. Poi comincia subito un’altra partita per provare a rafforzare questo soggetto che noi stiamo lanciando e che è un progetto moderato, europeista, che può si concretizzare nell’immediato con il supporto al governo, nel breve termine, in caso di elezioni anticipate, e in una previsione di lungo periodo, quindi di fine legislatura. Questo soggetto ha come riferimento il presidente Conte e qualora volesse scendere in campo noi ci stiamo già strutturando, anche con presidi locali. Agiamo è uno di quelli.

È ancora in piedi, dunque, l’operazione per riunire sotto il cartello Maie i costruttori e dare vita a un ipotetico partito di Conte?

Certo. È la principale operazione.

Se Conte facesse un partito con voi sarebbe una beffa per il M5S. È​ ‘vostro’ o del Movimento?

Questo è un tema che vedremo che tipo di sviluppo avrà. Noi siamo filo-Conte, ne abbiamo apprezzato le qualità umane, la qualità gestionale. Da essere un co-protagonista all’epoca del governo Giallo-verde, pian piano ha marginalizzato la figura dei due protagonisti di allora e man mano è diventato lui il protagonista principale del governo attuale. In Europa, l’Italia ha avuto il maggior numero degli aiuti grazie alla capacità di Conte e naturalmente della sua squadra che è andata a dare una percezione diversa dell’Italia.

Voi potreste addirittura sostituire Italia Viva?

Se i numeri al Senato dovessero arrivare ai 18 sì.

Adesso quanti siete al Senato?

Se dobbiamo parlare di numeri ufficiali siamo sei, però c’è tutta un’interlocuzione intorno, perché stiamo parlando con tanta gente che non esce allo scoperto ma che ci ha palesato delle difficoltà, esponenti del partito che ha creato questa crisi, scontenti, che volevano far parte di un soggetto di maggioranza e adesso si trovano a dover far parte molto probabilmente di un soggetto di opposizione.

Che aria tira davvero a Roma?

In generale, tutti vogliono scongiurare le urne, per diversi motivi, anche quelli che invocano apertamente il voto anticipato in realtà poi non lo vogliono davvero.

 

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