In questo lungo scorcio di attività commissariale spesso mi è stato chiesto da conoscenti e professionisti un parere sugli atti prodotti da Palazzo
In questo lungo scorcio di attività commissariale spesso mi è stato chiesto da conoscenti e professionisti un parere sugli atti prodotti da Palazzo San Domenico ed è stato sorprendente registrare l’inadeguatezza amministrativa del personale che lo Stato utilizza per redimere e bonificare gli enti. Anche se credo che ormai, dopo le note vicende dei commissari calabresi per la Sanità, nulla può ancora destare stupore.
La vicenda in cui ultimamente mi sono imbattuto è degna di essere raccontata, perché sembra quella classica di cui solitamente sono protagonisti i politici, descritti dal popolo come pronti ad aggirare le norme pur di raggiungere degli obiettivi più o meno condivisibili. Invece, a fare una vergognosa forzatura è a Manfredonia un rappresentante dello Stato.
Veniamo al dunque, in data 17.03.2015 con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 3, si consentiva il mutamento di destinazione d’uso al comparto di espansione denominato “CB3”, in zona Monticchio.
Il provvedimento oltre a mettere ordine sul piano urbanistico al comparto edilizio, ha anche consentito al Comune di ottenere risorse, rinvenienti dall’adesione, pari a circa 1.600.000,00 euro. Risorse che la precedente amministrazione ha vincolato come destinazione in uno specifico capitolo in entrata, per essere destinati alla realizzazione di opere pubbliche e servizi da realizzare nel contesto urbano in questione (quale potrebbe essere una piazza pubblica su via Barletta) e opere strategiche per l’intera città (quale potrebbe essere il ponte di Santa Restituta).
Ad oggi, invece, di questi soldi non c’è traccia nel bilancio comunale. Si tratta di una vera e propria distrazione di fondi, operata dagli uffici comunali, per la quale interesserò nei prossimi giorni la Procura della Corte dei Conti.
Nello stesso provvedimento si chiariva ampiamente che non poteva considerarsi la stessa ipotesi per l’area D32. Eppure, in data 16.10.2019 con delibera del Commissario Straordinario n. 24, è stato consentito di fatto il cambio di destinazione d’uso per l’insula artigianale e commerciale D32.
Ma ciò che del provvedimento lascia veramente senza parole, è il parere favorevole dell’allora dirigente del settore, pur evidenziando “l’assoluta necessità di un piano di riqualificazione, in coerenza con quanto previsto nella Deliberazione di Consiglio Comunale n.3/2015”.
Ci vogliono fantasia e spregiudicatezza per definire coerente un atto ad un altro che dice l’esatto opposto.
A proposito del gioco delle tre campanelle, l’on. Antonio Tasso, che brilla per il suo strepitoso impegno per la nostra città (?!?), potrebbe invitare la Commissione Straordinaria a revocare l’abuso ed il conseguente atto illegittimo? Mi riferiscono di buoni rapporti tra lui e il capo degli attuali inquilini di palazzo San Domenico. Forse un uomo con l’immunità parlamentare riesce a farsi meglio comprendere da chi gode di altro tipo di immunità.
Quando c’è una commissione in un municipio la democrazia è sospesa: non è il popolo a scegliere, ma lo Stato che ha deciso di espropriare di un diritto costituzionale una comunità che aveva il dovere di scegliersi da chi farsi governare. I parlamentari italiani, invece di preoccuparsi di cambiare le norme che consentono commissariamenti immotivati, ingiusti e spesso imbarazzanti, cosa fanno?
Mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se fosse stato un consiglio comunale democraticamente eletto a produrre atti illegittimi o a distrarre fondi dal bilancio. La risposta è molto semplice: si sarebbe come minimo aperto un fascicolo in Procura. Se fossi stato ancora sindaco, avrei già ottenuto una preziosa camera con vista-sbarre in via delle Casermette a Foggia. I rappresentanti dello Stato, invece, a quanto pare hanno licenza di fare qualsiasi cosa. Anche ciò che non si potrebbe fare, supportati dall’evidente incapacità di alcuni dirigenti a cui si affidano.
Angelo Riccardi già Sindaco di Manfredonia (FG)
Iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Puglia dal 14 novembre 2011 nell’elenco dei Pubblicisti n. 145000
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