Cashback di Stato, ultimi giorni: operazioni minime, rimborso massimo. Tutte le regole da ricordare per ottenere i 150 euro

Ecco i numeri del cashback aggiornati a pochi giorni prima di Natale da Palazzo Chigi: sono oltre 5,3 milioni (5.325.906 per l’esattezza) i cittadini

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Ecco i numeri del cashback aggiornati a pochi giorni prima di Natale da Palazzo Chigi: sono oltre 5,3 milioni (5.325.906 per l’esattezza) i cittadini italiani che si sono iscritti al Cashback, da «App IO» e altri canali, mentre ammontano a 8.555.902 gli strumenti di pagamento attivati (carte, bancomat e app digitali di pagamento: Satispay o BancoPosta o Poste Pay per fare alcuni esempi) e a 22.367.579 le transazioni già elaborate e acquisite dal sistema e dunque visualizzabili dai partecipanti.
Il Cashback potenziale maturato ad oggi dai partecipanti è di 90.634.310 euro, di cui, il Cashback effettivo da erogare ai cittadini che già hanno acquisito il diritto all’Extra Cashback di Natale è pari a circa 37 milioni di euro (valore assoluto 36.912.948 euro).

Insomma, numeri che sottolineano come l’adesione al Cashback di Stato è stata «di massa» e che, di conseguenza, sia da considerare un successo il programma lanciato dal governo (con la legge del 13 ottobre 2020) per incentivare l’uso della moneta elettronica al posto del contante (qui la nostra guida).
Nonostante le difficoltà tecniche segnalate dai cittadini, i download della app «IO» dei servizi pubblici, che permette di attivare e gestire il cashback, sono molti di più e sono arrivati quasi a 10 milioni. Un dato davvero elevato, perché anche se oggi «IO» si scarica soprattutto per via del cashback di Natale, un domani i cittadini che l’hanno installata potranno usarla anche per molto altro (come pagare le tasse e le imposte come Tari, Imu e bollo auto).

Il programma cashback entrerà a pieno regime dal 1° gennaio 2021, ma è già operativo il «cashback di Natale» che permetterà ai cittadini aderenti di accumulare fino a 150 euro di rimborso utilizzando carte di credito, bancomat, prepagate o sistemi come Satispay, fino al 31 dicembre. Per la precisione, per ogni acquisto effettuato con moneta elettronica lo Stato rimborserà — in 60 giorni — il 10%, fino a un massimo di 15 euro a transazione. Per aderire, ci si può affidare a «IO», oppure ad alcune piattaforme private (come spieghiamo qui) oppure, ancora, ad entrambe.

Quali spese sono ammesse?

Il rimborso del 10% di ogni transazione è riconosciuto per tutte le spese effettuate nei negozi, ma non solo. Concorrono al cashback anche i pagamenti a liberi professionisti, come l’avvocato, il medico, l’idraulico, il taxi, purché effettuati con metodi di pagamento abilitati (anche Satispay, quindi) e per il tramite di un dispositivo fisico di accettazione, come il Pos, che consente di partecipare all’iniziativa e che quindi sia convenzionato con PagoPa (tra questi ci sono American Express, Axepeta di Bnl, Banca Sella, Bancomat Pay, Icrrea, Nexi, PagoBancomat, Poste Italiane, Satispay e Unicredit). Sono invece esclusi tutti gli acquisti online.

Viene rimborsata la benzina?

In generale, fatta eccezione per le spese online, non ci sono limiti agli acquisiti che è possibile fare per partecipare al cashback di Stato, purché siano effettuati sul territorio nazionale. Quindi anche i rifornimenti di carburante nelle stazioni di servizio abilitate concorrono all’accumulo del “rimborso”. È importante, però, che l’acquisto del carburante non rientri nell’attività d’impresa. Non possono infatti partecipare al cashback tutti i pagamenti effettuati nell’ambito di qualsiasi attività di impresa, arte o professione. Per i privati, le condizioni che devono essere rispettate in ogni tipo di operazione sono sempre le stesse: l’utilizzo di metodi elettronici di pagamento, l’aver registrato i propri strumenti sull’App IO o su altri canali abilitati, e che l’esercente utilizzi dispositivi fisici di accettazione convenzionati con PagoPa (conviene sempre chiedere al momento del pagamento).

Valgono gli acquisti al supermarket?

Ai fini della partecipazione al cashback, è possibile pagare con qualsiasi tipo di moneta elettronica, quindi anche con le carte emesse dai supermercati o dalla grande distribuzione in generale, purché viaggino sempre sui circuiti abilitati, come Mastercard, Visa o American Express. Insomma, se la carta elettronica del supermercato è una carta di pagamento a tutti gli effetti allora potrà essere utilizzata per partecipare al “rimborso” di Stato. La carta dovrà essere però preventivamente registrata e attivata sull’App IO. Non è invece possibile aderire al cashback con le semplici carte fedeltà.

Sono rimborsate le spese in bar e ristoranti?

Sì, il cashback di Stato vale anche per i conti di bar e ristoranti. Non ci sono limitazioni sugli acquisti. Il requisito predominante è che il pagamento sia effettuato con moneta elettronica e per il tramite di un dispositivo di accettazione convenzionato con PagoPa. I conti di bar e ristoranti (ma tutte le spese in generale) che rientrano nell’esercizio dell’attività di impresa, arte e professione, o che sono pagati con carte aziendali, invece, non sono validi ai fini del cashback.

Bonus bancomat, operazioni minime e limiti di rimborso per ogni scontrino

Ci sono altri vincoli da rispettare per ottenere il diritto al rimborso del 10% delle spese effettuate con carta di credito, bancomat e app digitali. Innanzi tutto, ricordate che ai fini del cashback valgono solo le spese effettuate con «moneta elettronica (carte, bancomat, app) in negozi fisici: sono escluse tutte le spese online. Il fine principale del cashback è combattere l’evasione fiscale e limitare l’uso del contante. Pertanto, l’e-commerce – per definizione effettuato con strumenti di pagamento elettronici e quindi «tracciabili» – è stato escluso dalla partita.

Altra considerazione è il limite delle operazioni minime da effettuare nel periodo: per il «cashback di Natale» bisogna effettuare almeno 10 pagamenti (di qualsiasi entità) fino al 31 dicembre 2020; per quello «ordinario» ( dal 1° gennaio al 31 dicembre 2021) le operazioni minime diventano 50 a semestre (da gennaio a fine giugno e dal 1° luglio a fine dicembre). Attenzione, perché se non si effettua un numero sufficiente di transazioni non si avrà diritto ai rimborso.

Altro vincolo è poi quello del limite di rimborso a transazione: il cashback massimo è fissato a 15 euro. Ovvero se si spendono 300 euro per un acquisto, il rimborso non sarà del 10% del totale (30 euro), ma soltanto di 15 euro.

Ulteriore limite è quello complessivo del cashback per periodo: per il cashback di Natale il massimo ottenibile è 150 euro; dal primo gennaio, invece, chi fa acquisti con carta di credito e bancomat nei negozi tradizionali otterrò un rimborso pari al 10% della spesa fino a un massimo di 300 euro di «cashback» (e quindi a un massimo di spesa di 3.000 euro). Il tutto va calcolato sull’anno solare 2021.

Non è possibile frazionare le spese

Per il Cashback non è possibile aggirare il rimborso minimo per operazione (fissato in 15 euro qualunque sia la spesa effettuata con carta) frazionando il pagamento all’esercente in due o più transazioni. Per prevenire possibili comportamenti elusivi, perciò, come appunto il frazionamento delle operazioni, potrebbero non essere conteggiate le operazioni effettuate nello stesso giorno presso il medesimo esercizio commerciale.

Posso usare il conto corrente intestato a mio figlio?

No, il conto corrente deve essere associato al codice fiscale di chi utilizza l’App IO. All’interno dell’applicazione, accedendo alla sezione “Portafoglio e poi cliccando sulla “card” blu con la scritta cashback, si apre una finestra in cui è visibile il resoconto del “rimborso” accumulato e tutti i metodi di pagamento che sono stati abilitati. In fondo alla “pagina” troviamo l’Iban che il sistema ha associato in automatico recuperando i dati da uno dei metodi di pagamento inseriti. Cliccando su “modifica” è possibile cambiare l’Iban ma, come viene indicato all’interno dell’applicazione, il codice “verrà verificato per sapere se il relativo conto corrente è intestato proprio a te”. Abbiamo provato a inserire un Iban non associato al codice fiscale dell’utilizzatore dell’App IO e l’operazione non è andata a buon fine.

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