Il padre di Mario Renzulli si è affidato ad una tutela legale per non lasciare nulla di intentato. L’obiettivo è fare luce su quello che è avvenuto ie
Il padre di Mario Renzulli si è affidato ad una tutela legale per non lasciare nulla di intentato. L’obiettivo è fare luce su quello che è avvenuto ieri sera nel podere di “Macchia Rotonda”, dove il figlio è stato ferito mortalmente da una coltellata all’addome. L’avvocato Arena, che rappresenta l’uomo, vuole andarci cauto riguardo alla recenti ricostruzioni comparse sulla stampa. “Stiamo attendendo l’esito dell’autopsia – dice -. Vogliamo capire cosa è successo nel lasso di tempo intercorso tra l’accoltellamento e la telefonata della compagna di Mario al mio assistito. In quel podere c’era molto sangue, anche all’esterno della struttura”.
Stando al padre di Renzulli, la vittima sarebbe uscita dall’abitazione per chiedere aiuto. L’uomo, allertato dalla nuora, è partito dalla periferia di Manfredonia per giungere a gran velocità presso il podere. Poi ha caricato il figlio esanime in auto per condurlo all’ospedale di Foggia. Durante il tragitto avrebbe anche allertato i sanitari. Ma ormai era già troppo tardi. Mario Renzulli è morto in ospedale e il legale ora avanza dubbi sulla tempistica dei soccorsi.
Solo l’autopsia – sottolinea l’avvocato Arena – accerterà se Mario è stato colpito in punti vitali o se è morto per dissanguamento. Era un uomo alto, robusto. La questione è grigia e va valutata attentamente. Bisogna accertare quello che è avvenuto tra le mura domestiche“. Intanto, il padre della vittima rispedisce al mittente le voci sui presunti collegamenti del figlio con la criminalità organizzata. E anche la vicenda di “Romanzo Criminale” sarebbe ormai un lontano ricordo: “Aveva espiato la pena e da oltre due anni lavorava (faceva l’agricoltore) e si era costruito una famiglia”.
L’esito dell’audizione del minore, figlio della compagna di Mario Renzulli, è atteso nelle prossime ore. Intanto, negli ambienti vicini agli inquirenti si lavora per trovare risposte cruciali ad alcuni quesiti: perché non sono stati chiamati subito i sanitari? L’uomo ha tentato la fuga? Era il primo episodio di violenza domestica o l’omicidio è stato l’esito drammatico di una escalation? Ci sono testimoni? Solo il tempo e il lavoro certosino delle Procure potrà definire i contorni ancora incerti di una vicenda che ha sconvolto la comunità di Capitanata.
fonte Immediato
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