LA BENTONITE PER RILANCIARE IL PORTO E L’ECONOMIA

L’ANNUNCIO dell’insediamento di un impianto di trasformazione della bentonite, ha suscitato interesse e per tanti aspetti curiosità per il tipo di i

Trivellazioni petrolifere: referendum il 17 aprile
San Giovanni Rotondo: inizia “Ariosa”
Gli smartphone peggiorano il sonn
L’ANNUNCIO dell’insediamento di un impianto di trasformazione della bentonite, ha suscitato interesse e per tanti aspetti curiosità per il tipo di insediamento e naturalmente per l’attività che dovrà svolgere. La notizia stringata nella sua enunciazione da parte del presidente dell’Autorità di sistema portuale Ugo Patroni Griffi, per quel necessario riserbo che l’iter della proposta richiede. Quel che è noto è che tratterà la bentonite, un minerale non inquinante, non pericoloso, utilizzato in mille settori, dall’industria alla cosmesi alla medicina. Una iniziativa tutta da connotare nelle sue varie e diverse caratterizzazioni industriali e commerciali. L’interesse manifestato dai proponenti il progetto riguarda il porto e l’area retroportuale dove dovrebbe sorgere l’impianto e dunque il coinvolgimento dell’ASI di Foggia e del comune di Monte Sant’Angelo competente per territorio.
NEGLI AMBIENTI portuali non si nasconde un misurato ottimismo. E’, si fa notare, il primo segnale della capacità attrattiva della istituita zona franca portuale. Per mercoledì 25 prossimo il presidente Patroni Griffi ha convocato il Comitato di indirizzo per assumere le necessarie decisioni per dare corso alle iniziative che saranno proposte. L’auspicio è infatti quello che all’iniziativa appena arrivata ne seguano altre riaprendo un discorso sullo sviluppo economico più volte avviato e ogni volta interrotto non senza colpe locali. Le esperienze trascorse hanno lasciato il segno invariabilmente negativo. Si é passati dall’Ajinomoto Insud, all’Anic-Enichem, al contratto d’area con tanta disinvoltura consumando fior di capitali statali che non sono riusciti a far maturare in loco una cultura che guardasse oltre il mattone o giù di lì. La classe imprenditoriale locale non ha saputo trarre da quelle formidabili reiterate presenze, la spinta per l’avvio di una economia autonoma locale.
DI TUTTE quelle speranzose iniziative salutate con grandi feste e promesse di sicuro sviluppo, non è rimasto che un variegato deserto di cattedrali attestanti i continui fallimenti. Ogni ripartenza servita solo ad abbassare ancor più l’asticella dell’economia e dell’occupazione. Con tutte le conseguenze del caso come la città mostra chiaramente. Ora siamo punto e accapo. La buona sorte propone una nuova chance, una ennesima ripartenza. Le premesse di abbrivio fanno ben sperare. Tante cose sono cambiate. A cominciare dagli interlocutori seri e affidabili, pensosi di mettere a frutto le valide risorse locali, di riavviare un motore colpevolmente mandato in tilt.
SI RIPARTE dunque dalla bentonite, una argilla rigonfiante che ha preso il nome da Fort Benton nel Wyoming dove venne scoperto il giacimento sul finire dell’Ottocento. Il suo utilizzo rimase pressoché sconosciuto fino agli anni Venti del secolo scorso quando l’industria scoprì le tante proprietà che ne hanno fatto un componente essenziale di tantissime applicazioni nei più diversi settori. Manfredonia si candida a diventare, se tutto andrà per il meglio, a diventare un centro di import, trasformazione ed export di bentonite.
Michele Apollonio

 

COMMENTI

WORDPRESS: 0