Infrastrutture portuali e aree industriali sono altre due note dolenti per il nostro territorio. Nonostante costituiscano tasselli fondamentali all’i
Infrastrutture portuali e aree industriali sono altre due note dolenti per il nostro territorio.
Nonostante costituiscano tasselli fondamentali all’interno del quadro dello sviluppo economico della provincia e di quelle limitrofe, sono state gravemente trascurate o lasciate incompiute.
Rinunciamo a tutto o ripartiamo dall’esistente? Noi intendiamo valorizzare, ammodernare e sfruttare le strutture e le infrastrutture che abbiamo, imponendoci di mantenere una sorveglianza altissima su tutte le fasi e di rendicontare la nostra azione ai cittadini, come avrebbero dovuto fare i Responsabili Unici del Contratto d’Area, guarda caso tre sindaci di Manfredonia di centro sinistra che hanno amministrato senza soluzione di continuità.
Quante volte abbiamo letto e sentito parlare dei porti di Manfredonia e del loro rilancio? Fino allo sfinimento e del tutto impotenti dinanzi al lento ma inarrestabile declino di opere che pure sono ritenute decisive per la costituzione della ZES Adriatica. La Zona Franca Speciale (il riconoscimento che dà l’opportunità ad un’area geografica di osservare una legislazione economica differente da quella nazionale e per il quale ci siamo tanto spesi) senza il porto altifondali perdere un requisito fondamentale e per tutta l’area economica dell’Alta Puglia, per il Molise e la Basilicata.
L’area industriale Pip e DI/46 che più di 20 anni fa venne messa disposizione dei nuovi insediamenti produttivi che beneficiarono dei finanziamenti a fondo perduto erogati dallo Stato con il famoso Contratto d’Area, ancora oggi non fornisce acqua per usi civili e industriali e non ha impianto fognario funzionante (sostituiti da pozzi, cisterne e vasche Imhoff dei quali ciascuna azienda si è dovuta dotare a proprie spese). Per non parlare della viabilità interna, disastrata, o della rete telefonica mai realizzata.
Salviamo il salvabile e ripartiamo. Io ci sono, in Prima Linea, Sempre.
(Annamaria Vitulano)
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