A FINE 2020 LA RIAPERTURA DEL MUSEO ARCHEOLOGICO LO DICE ANCHE IL MINISTRO FRANCESCHINI

IL MUSEO nazionale archeologico di Manfredonia allocato nel castello svevo-angioino, riaprirà a fine 2020. Ora c’è l’ufficializzazione del ministro de

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IL MUSEO nazionale archeologico di Manfredonia allocato nel castello svevo-angioino, riaprirà a fine 2020. Ora c’è l’ufficializzazione del ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, che si è occupato del Museo e del Parco archeologico di Siponto nel corso del question time dei giorni scorsi alla Camera dei deputati, rispondendo ad una interrogazione del deputato manfredoniano Antonio Tasso che gli aveva prospettato la paradossale situazione del polo archeologico di Manfredonia-Siponto di grandissimo rilievo culturale e turistico lasciato interdetto al pubblico, il Museo addirittura da oltre quattro anni. <Il Castello di Manfredonia – sono le parole del ministro Franceschini – è interessato da un restauro complesso che secondo il cronoprogramma finirà nella parte edilizia a settembre e in quella dell’allestimento a fine 2020. Non si tratta dunque di un problema del personale, che invece c’è al Parco di Siponto così come al museo archeologico di Daunia>.
FRANCESCHINI ha poi spiegato che per sopperire all’esigenza di adeguare il personale alle necessità operative, è stata già fatta una selezione di 1.052 unità, poi sospesa per l’emergenza coronavirus, ma che a breve riprenderà. Inoltre è di prossima pubblicazione – ha dato notizia – un altro bando con la possibilità di usare Ales (la società che supporta il Mibact nelle sue strategie di tutela e valorizzazione del patrimonio nazionale) per consentire le aperture dei luoghi culturali. Il ministro ha riconosciuto che <Serve un innesto di giovani energie nella pubblica amministrazione, a partire dai musei, dove al momento il tema del personale è un problema serio, perché nell’incrocio tra turn over e quota 100 c’è una carenza del 32% in tutta Italia. Ho posto il tema in Consiglio dei ministri – ha detto Franceschini – e penso che dovrà passare anche per il Parlamento: tra esigenze di età media e processi di digitalizzazione credo che sia giunto il momento di inglobare giovani in grado di accompagnare il processo di modernizzazione tecnologica e semplificazione. Questo può consentire non solo l’apertura dei musei, ma un aiuto anche per tutta la pubblica amministrazione>.
A QUESTO PUNTO non resta che incrociare le dita e aspettare che le parole pronunciate dal ministero su sollecitazione del deputato Tasso, si trasformino in atti concreti. E che dunque questa parte del dovizioso patrimonio archeologico sipontino abbia finalmente la dovuta valorizzazione. Per arrivare a questo punto ci son voluti quattro anni durante i quali quanti avrebbero dovuto occuparsi, se non altro per la loro pluriennale militanza politica-amministrativa, della gestione della cosa pubblica si sono bene guardati dal farlo affaccendati, come gli eventi hanno dimostrato, a ben altre faccende tranne poi ad addossare ad altri le proprie responsabilità. Quando non si ha nemmeno cognizione di quello che si tratta. Ha fatto sorridere la proposta della deputata stellata Francesca Troiano di <trasferire in un luogo vicino i reperti del museo per esporli al pubblico>, come se le stele daunie fossero dei soprammobili da cucina.

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Michele Apollonio

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