La quarantena per chi torna in Puglia è finita. A partire da mercoledì, quando il Dpcm sancirà la riapertura delle «frontiere», la Regione non rinnove
La quarantena per chi torna in Puglia è finita. A partire da mercoledì, quando il Dpcm sancirà la riapertura delle «frontiere», la Regione non rinnoverà l’ordinanza per imporre i 14 giorni di isolamento volontario. Con ogni probabilità ci sarà un meccanismo più «soft»: a chi arriva verrà chiesto di registrarsi su una pagina web.
Lo strumento della quarantena finora ha funzionato piuttosto bene rispetto all’obiettivo per cui era stato pensato: nella sola fase-2 ha consentito di scoprire due asintomatici, tornati in Puglia da Lombardia e Piemonte, grazie alle interviste telefoniche a cui queste persone (una del Barese e una del Tarantino) sono state sottoposte dopo la segnalazione di rientro. Dalle telefonate era emerso un contatto con persone malate, che ha portato all’effettuazione dei tamponi con una positività accertata. Ma da ora in poi – è il ragionamento della Regione – imporre l’isolamento comporterebbe un vulnus nella strategia complessiva per la ripartenza economica: significherebbe infatti danneggiare il turismo che invece punta proprio ai movimenti dal resto d’Italia. Non si possono riaprire le discoteche – è la linea – e poi impedire di muoversi a chi arriva.
Il presidente della Regione, Michele Emiliano, ne ha parlato anche ieri, dopo aver sostenuto questa posizione negli incontri in videoconferenza con Palazzo Chigi. «È arrivato il momento di riaprire il Paese a condizioni di normalità e la condizione di normalità fondamentale è la libertà di circolazione», ha detto il governatore per spiegare la linea della Puglia che si è detta favorevole all’impostazione annunciata dal premier Giuseppe Conte, e che già nella scorsa settimana – con il supporto dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco – aveva dato disponibilità alla sperimentazione della app Immuni, quella che dovrebbe servire a rendere più semplice la ricostruzione dei contatti di chi è infetto. «I governatori non hanno il potere di chiudere le proprie Regioni. Io per garantire la libertà di movimento non posso chiedere una regola che non sia imposta dal Dpcm. Possiamo, per esempio, chiedere a chi arriva di segnalare la propria presenza e di ricordare i contatti che hanno con la popolazione locale o con altre persone. Mentre prima abbiamo messo in quarantena tutti, adesso dobbiamo capire come mettere immediatamente in quarantena eventuali contagiati e i loro contatti stretti. L’app Immuni serve a questo fine. Se qualcuno arriva in Puglia potremmo chiedergli la cortesia, non l’obbligo, di segnalare la propria presenza e di tenere memoria dei contatti».
Chi rientra fino a martedì, dunque, dovrà continuare a seguire le regole in vigore, e anche chi ha cominciato la quarantena «da rientro» dovrà portarla a termine. I Dipartimenti di prevenzione delle Asl effettuano controlli: una chiamata automatica chiede ogni giorno a chi è in isolamento se ha registrato sintomi sospetti, e in caso di risposta affermativa interviene un medico che mette in atto i protocolli previsti. E per quanto non esista un meccanismo per la trasmissione dei nomi di chi è in isolamento alle forze dell’ordine, la violazione dell’obbligo può avere anche conseguenze pesanti. Ma la linea della Regione è che il rispetto delle regole (da quelle sul distanziamento, a quelle settoriali che riguardano spiagge, attività ricettive, attività economiche) è da solo sufficiente a garantire un livello di sicurezza accettabile. In Puglia il parametro Rt (il numero di contagi innescati da ciascuna persona infetta) della scorsa settimana è pari a 0,62, ed è su questo valore che sono state fatte le valutazioni per la riapertura degli spostamenti tra Regioni: l’avvio della fase-2 finora non ha fatto riesplodere i contagi.
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