Fase 2 in Puglia, parla Lopalco: «Ombrelloni a 5 metri in spiaggia? No»

Non è detto che in Puglia verrà imposta la distanza di 5 metri tra gli ombrelloni in spiaggia, perché quasi certamente il parametro sarà un altro: ver

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Non è detto che in Puglia verrà imposta la distanza di 5 metri tra gli ombrelloni in spiaggia, perché quasi certamente il parametro sarà un altro: verrà stabilito il numero massimo di persone che potranno sostare in una data superficie. Lo ha spiegato ieri il responsabile delle emergenze epidemiologiche della Regione, il professor Pier Luigi Lopalco.
«La sicurezza in spiaggia – ha detto l’epidemiologo – non può essere affidata alla distanza tra ombrelloni. Se è vero che in spiaggia bisogna mantenere un distanziamento maggiore perché non si userà la mascherina, è anche vero che si tratta di un’attività che si svolge all’aria aperta e al sole, con il calore che riduce l’attività del virus». E dunque le linee guida Iss-Inail, che sono soltanto un riferimento, non dovrebbero essere prese pedissequamente a modello: è più importante – spiegano dalla Regione, garantire una distanza adeguata tra le persone che tra gli ombrelloni, e trovare un meccanismo che eviti gli assembramenti.

Per questo l’idea potrebbe essere di imporre un numero massimo di persone in un’area di quattro metri quadrati (un quadrato due metri per due), o di sedici metri quadrati (un quadrato quattro metri per quattro): «Vogliamo capire – spiega Lopalco – qual è il numero massimo di bagnanti che può occupare una data area senza causare assembramenti». Se questo è il punto di vista, la distanza tra gli ombrelloni diventa relativa: imponendo – per esempio – un massimo di due persone ogni quattro metri quadrati si ottiene automaticamente il distanziamento. Tuttavia il risultato finale dovrebbe essere tale da consentire un maggior numero di ombrelloni rispetto a quello che sarebbe possibile utilizzare con il parametro dei 5 metri: una distanza eccessiva – secondo gli operatori – che costringerebbe molti lidi privati a rimanere chiusi.
Allo stesso tempo, serviranno però meccanismi di sorveglianza per le spiagge libere. «Non è semplice – riconosce Lopalco – ma vanno bene anche le app per i telefonini, se garantiranno ad esempio la possibilità di sapere quante persone ci sono in una data area o magari quella di prenotare i posti». Alcuni esperimenti sul punto sono già in corso in varie parti d’Italia, e alcuni Comuni – ad esempio Bari – hanno annunciato la volontà di utilizzare meccanismi simili.

Sulla questione delle spiagge in Puglia è all’opera un gruppo di esperti delle Università. Sono in corso simulazioni per provare a stimare la quantità massima di persone che possono essere ospitate in una spiaggia, sulla base dell’ampiezza del fronte mare e della profondità del lotto. I risultati dovrebbero essere trasfusi nelle linee guida che la Regione potrebbe emanare la prossima settimana, così da consentire l’apertura dei lidi già dai primi di giugno.
Per quanto riguarda i movimenti tra Regioni e quelli tra Paesi europei, Lopalco è scettico sulle forme di «passaporto sanitario» che non danno garanzie. Va bene invece – dice – consentire gli spostamenti tra Paesi che hanno lo stesso livello di contagio. «Sarebbe come se gli italiani circolassero in Italia».

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