Le graduatorie della misura 4.1a del Programma di sviluppo rurale della Puglia sono nulle. Lo ha stabilito il Tar di Bari con una sentenza che, di fat
Le graduatorie della misura 4.1a del Programma di sviluppo rurale della Puglia sono nulle. Lo ha stabilito il Tar di Bari con una sentenza che, di fatto, annulla anche le altre due misure «strutturali» del Psr, bloccando quasi 500 degli 1,6 miliardi di euro destinati al supporto dell’agricoltura.
Secondo i giudici (Terza sezione, presidente Ciliberti, estensore Serlenga), la Regione non ha effettuato correttamente il ricalcolo delle graduatorie della misura 4.1a (che finanzia gli investimenti destinati ad aumentare la redditività delle aziende agricole), disposto dopo l’accoglimento dei ricorsi cautelari: il risultato – secondo la sentenza – di aver escluso ingiustamente dal ricalcolo chi non era stato ammesso in prima battuta.
Il meccanismo censurato dal Tar è identico a quello che riguarda le altre due misure relative ai contributi diretti agli agricoltori, su cui le sentenze sono attese a breve.
«L’Amministrazione regionale – è scritto nella sentenza – avrebbe, quindi, snaturato il senso del dettato cautelare e dato corso ad un’istruttoria soltanto parziale, peraltro in assenza di criteri e parametri oggettivi, ai quali ancorare l’espletamento di tale attività».
Delle 2mila domande iniziali presentate al bando, il numero si è ridotto a 652.
Proprio sulla misura 4.1A lo scorso dicembre, in Consiglio regionale, c’è stato uno scontro tra il governatore Michele Emiliano e il suo ex assessore alle Politiche agricole, Leo Di Gioia, poi dimessosi. Di Gioia, durante la seduta del Consiglio regionale per l’approvazione del bilancio di previsione 2020, denunciò presunte irregolarità nella compilazione della graduatoria. Accuse pesanti, tanto che il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, decise di trasmettere il verbale della seduta alla Procura di Bari, che ha avviato un’indagine conoscitiva.
LA REGIONE: RESTANO SALVI I FINANZIAMENTI CONCESSI – La Regione, in una nota a firma del direttore del dipartimento Agricoltura Gianluca Nardone e l’Autorità di gestione Rosa Fiore, ricordando come la graduatoria fosse stata «legittimata dal Tar con una sentenza parallela su un’altra misura (la 6.1), precisa che la sentenza «impone alla Regione Puglia la verifica del dato dichiarato dalle imprese relativo all’incremento di reddito (oggetto del ricorso) per tutti i 3.212 progetti presentati, diversamente da quanto indicato dalle citate ordinanze del 2018 che limitavano l’accertamento a soli 764 progetti, con conseguente rideterminazione della graduatoria».
«E’ opportuno chiarire che la sentenza – sottolinea l’amministrazione – non avrà conseguenze per coloro a cui sono stati già concessi i finanziamenti».
«La Regione pienamente consapevole della importanza di sostenere le imprese agricole pugliesi, ancora più in questa delicatissima fase della vita economica e sociale del mondo intero, e della assoluta necessità di superare l’empasse su questo fondamentale strumento di finanziamento, darà immediata attuazione alla sentenza del TAR».
L’Autorità di Gestione del PSR sta già provvedendo ad una riorganizzazione delle risorse umane disponibili per poter far fronte a questo ulteriore impegno con la massima celerità mentre non è escluso un appello al Consiglio di Stato per ottenere così una pronuncia definitiva.
Confagricoltura: gravi ritardi della Regione – «Sul Psr e i tavoli tecnici la Regione sta accumulando ritardi preoccupanti». Lo afferma il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca Lazzàro, in una nota diffusa dopo il Consiglio Direttivo regionale dedicato alla gestione dell’emergenza Covid. «L’assenza di risposte da parte della Regione Puglia sul Psr sarebbe grave in tempi normali – sottolinea – oggi in clima di emergenza coronavirus è un ritardo da considerarsi gravissimo».
«A inizio di maggio – aggiunge – abbiamo sollecitato la convocazione del tavolo del partenariato socio economico per discutere sulle attività della Regione e sulle novità che arrivano da Bruxelles», consapevoli che «le lungaggini sarebbero ricadute dolorosamente sugli agricoltori che oggi attendono un aiuto per ripartire».
Il Psr Puglia, prosegue la nota, ha una dotazione finanziaria di circa 1.616 milioni di euro, con un contributo del fondo europeo per l’agricoltura di oltre 978,1 milioni, «ma l’avanzamento di spesa del programma è ancora attestato al 31,26%, restano da spendere circa 1.111 milioni. La Commissione Ue ha accolto a febbraio scorso la richiesta di deroga della Regione Puglia».
Ora, in questo contesto recessivo «l’elemento negativo più evidente per la domanda di generi agroalimentari è il blocco del canale Horeca e l’azzeramento dei flussi turistici» che colpisce hotel, ristoranti e bar: «Le imprese più colpite sono quelle di gamma più alta (si pensi al vino) ma anche alcune realtà legate al territorio, alla ristorazione locale, gli agriturismi».
«Per il mondo imprenditoriale agricolo regionale – conclude Lazzàro – è urgente e non procrastinabile che la Regione apra i tavoli per dare risposte sul Psr, sui passaggi tecnici per gli aiuti ai settori Florovivaistico e Lattiero e sull’avanzamento del Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia che destina, tra il 2020 e 2021, 300 milioni di euro al Salento, zona già impoverita dall’emergenza Xylella fastidiosa».
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