Poche deroghe prima del 4 maggio, si studia “lockdown” di ritorno

Quale meccanismo 'd'emergenza' introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, in alcune aree del Paese tornassero a salire i contagi. E'

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Quale meccanismo ‘d’emergenza’ introdurre se, dopo il primo allentamento del lockdown, in alcune aree del Paese tornassero a salire i contagi. E’ questo uno dei temi in discussione sul tavolo del governo e se ne sarebbe parlato nella lunga riunione del premier Giuseppe Conte con capi delegazione e ministri di questa sera. Sulle attività produttive l’orientamento sarebbe quello di aprire tutto il 4 maggio e non fare eccezioni per le aziende private, nonostante il pressing delle imprese e delle Regioni, ma riavviare l’edilizia pubblica il 27 aprile, come sollecitato dai Comuni. Dunque nessuna modifica dei codici Ateco ma il confronto finale dovrebbe esserci oggi, sia con le parti sociali sia con gli enti locali che avevano chiesto, con Stefano Bonaccini e con governatori come Luca Zaia, di permettere di riaprire le aziende il 27.

Quanto più in generale al piano della fase 2, Conte si prende ancora del tempo per definire i diversi aspetti, che dovrebbe illustrare al Paese non nel giorno della Liberazione, ma domenica 26 o lunedì 27. In discussione ci sono sia le regole sul distanziamento sociale e sull’utilizzo delle mascherine, sia la gestione dei trasporti. Poi bisogna decidere come scandire l’apertura di ristoranti e bar, con la possibilità che in una prima fase, dal 4 o dall’11 maggio, scatti la possibilità di fare asporto.

Quanto ai casi di possibile risalita del contagio, si sta valutando un meccanismo che usi, come suggerito anche dalla task force di Colao, insieme all’indice dei contagi anche la capienza degli ospedali sul territorio e la disponibilità di dispositivi di protezione individuale. Il governo deve decidere se inserire un automatismo che vincoli le Regioni o procedere di caso in caso: se salisse l’indice del contagio, ad ogni modo, il “lockdown” tornerebbe a scattare in alcune aree del Paese.

La preoccupazione, in generale, è non riuscire più a contenere la stanchezza dei cittadini, che si somma alle difficoltà economiche: i ministri lo dicono nel confronto al tavolo del Cdm, che a tratti si fa vivace, in cui ognuno presenta le sue proposte, dall’apertura dei campi estivi sostenuta da Elena Bonetti, al grande tema dei trasporti, che è al momento forse quello che più impensierisce.

Non solo con la limitazione del ricorso ai mezzi pubblici potrebbe esserci un caos per il traffico nelle vie cittadine, ma servono anche risorse ingenti per garantire adeguamenti dei mezzi e personale che controlli gli accessi. E bisogna essere pronti dal 4 maggio: un esperimento di 3 ore fatto nella metro di Roma mostra come gestire il flusso non sia facile e le file rischino di essere lunghe.

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