Agricoltura in ginocchio, Bellanova: «Anche in Puglia salveremo la filiera della vita»

Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole, l’agroalimentare pugliese rischia il tracollo. Sono previste misure specifiche per la movimentazi

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Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole, l’agroalimentare pugliese rischia il tracollo. Sono previste misure specifiche per la movimentazione sui campi e il trasporto delle merci, visto il blocco dell’export oltre frontiera e i raccolti che rischiano di rimanere a terra?
In queste settimane la «filiera della vita» non si è mai fermata, rivelando tutta la sua importanza e strategicità. Con le associazioni e le Regioni stiamo monitorando le criticità. Abbiamo dato una prima risposta con il Cura Italia e il Decreto liquidità e lavorato alla velocizzazione dei pagamenti da parte di Agea. Abbiamo un problema di manodopera nei campi ma non permetterò che vada a marcire alcun prodotto.

Il Cura Italia ha previsto anticipazioni sulle risorse comunitarie Pac. Basteranno e, soprattutto, le Regioni saranno in grado di spendere vista l’esperienza col Piano di sviluppo rurale della Puglia?
Mi sono battuta affinché ci fosse l’intervento sulla Pac: una misura importante, compresa l’anticipazione del contributo rispetto al 2019 e le procedure semplificate. Gli anticipi della Pac porteranno 1,4 miliardi di euro di liquidità a partire dal mese di giugno. Questo è solo un pezzo della strategia del «Cura Italia».  Siamo a lavoro per rafforzarlo ed ampliarlo anche nei successivi decreti. Occorre garantire sostegno e liquidità alle aziende. E non voglio mai più sentire di Regioni che non spendono fino all’ultimo centesimo le risorse.

Manca manodopera nei campi, si stimano almeno 2mila braccianti in meno per i raccolti stagionali di queste settimane in Capitanata: come risolvere il problema?
Con serietà. Abbiamo prolungato al 31 dicembre i permessi di lavoro in scadenza. Con le ministre Lamorgese e Catalfo stiamo lavorando su un piano di emergenza che parta da quanto stabilito per prevenire il caporalato. Dobbiamo aiutare le aziende a trovare manodopera nella legalità, iniziando con la mappatura dei fabbisogni di lavoro agricolo e l’incrocio della domanda e dell’offerta di lavoro. E regolarizzando chi è già in Italia. Ci sono 600 mila lavoratori irregolari che vengono spesso sfruttati in modo inumano e che già lavorano in Italia alla mercè di quella criminalità che chiamiamo caporalato. Intanto proprio in Capitanata va sanata la piaga dei ghetti. Quelle persone vanno una volta per tutte portate a regolarità. Occorre garantire diritti e salute. Gli sgomberi non sono la soluzione: la soluzione è il lavoro regolare, che vuol dire emersione dal nero, così fermiamo le mani della criminalità. Ciò non vuol dire che insieme a queste persone non si debba anche chiamare a raccolta tutti coloro che, esclusi dai settori oggi rimasti fermi, vogliono lavorare nei campi.

Sul ripristino dei voucher, però, le organizzazioni e i sindacati sono divisi e alcuni chiedono l’utilizzo del «reddito di cittadinanza» per reclutare braccianti.
Sugli strumenti dico: confrontiamoci, ma facciamolo rapidamente. Io sono obbligata a pensare prima di tutto alle persone e, insieme, alle necessità del comparto agricolo che ha assoluto bisogno di manodopera. Le divisioni ideologiche in questo momento non possono trovare terreno fertile.

Allevamenti e distribuzione: sul prezzo del latte è scoppiata una guerra. Sono immaginabili misure che vincolino la Gdo all’acquisto di prodotto nazionale e tutelino le stalle, anche per quanto riguarda le macellazioni?
A tutte le filiere ho chiesto di evitare speculazioni e pratiche sleali. In queste settimane l’interlocuzione con associazioni, istituzione e distribuzione è quotidiano. Alla distribuzione ho chiesto di valorizzare i nostri prodotti sugli scaffali. Stiamo intervenendo sul settore lattiero caseario e per le carni. Abbiamo destinato 20 milioni del fondo indigenti per acquisti di latte e formaggi 100% italiani da distribuire ai più bisognosi. Nel Decreto di aprile vogliamo rafforzare gli interventi per il settore a tutela degli allevatori.

Florovivaismo, i mercati chiedono aiuti diretti vista la stagione persa. A quali misure sta pensando il Governo?
Insieme al Mise siamo riusciti a garantire la vendita al dettaglio di fiori e piante. Non basta, però, perché i danni che ha subito il settore sono già comunque importanti. Stiamo lavorando perché nel Decreto Cura Italia bis ci sia una risposta di salvaguardia del reddito che ritengo necessaria.

Altro settore strategico è quello vitivinicolo: che pensate di fare?
È un settore in grande sofferenza e non possiamo assolutamente consentire che anni e anni di lavoro vadano perduti. Si lavora su un pacchetto di azioni. Stiamo valutando un intervento per la distillazione volontaria. La priorità è utilizzare i fondi OCM, chiedendo l’attivazione della misura distillazione di crisi a livello Ue. Con la ristorazione ferma, questo settore è tra i più colpiti. Dobbiamo essere pronti a ripartire sui mercati esteri non appena le condizioni lo permetteranno. Su questo stiamo sollecitando Ice a mettere in campo le misure necessarie. I fondi ci sono, li utilizzeremo fino all’ultimo centesimo.

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