Si è sempre professato innocente e lontano dalle dinamiche criminali del Gargano. Intercettato durante un servizio di Rai 2 sviò ogni domanda sulla ma
Si è sempre professato innocente e lontano dalle dinamiche criminali del Gargano. Intercettato durante un servizio di Rai 2 sviò ogni domanda sulla mafia, preferendo allontanarsi in tutta fretta mentre era in compagnia di Francesco Pio Gentile alias “Rampino”, ucciso il 21 marzo 2019. Eppure Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, primula rossa del Gargano, ha preferito la latitanza piuttosto che difendersi in tribunale.
L’uomo è tra coloro che sono fuggiti dal carcere di Foggia il 9 marzo scorso, nel giorno dell’evasione di ben 72 detenuti. Quasi tutti sono stati catturati o si sono consegnati alle autorità. Tre ancora liberi, uno di questi è il 38enne di Mattinata, Scirpoli, un nome che conta nel mondo della malavita garganica.
Più volte arrestato nel corso degli anni, “il lungo” è sotto processo per due assalti a portavalori, uno sulla strada tra Mattinata e Vieste insieme ad altri personaggi noti della criminalità del promontorio (operazione “Ariete”), l’altro messo a segno a Bollate in provincia di Milano. Secondo l’accusa, furono Scirpoli, il suo compaesano Antonio Quitadamo detto “Baffino” e alcuni cerignolani a rapinare il blindato della ditta “Ferrari” in Lombardia, portando via parecchi verdoni. I malviventi prelevarono gioielli storici della ditta Bulgari, collezione “Heritage”, del valore stimato superiore ai 4 milioni di euro e gioielli di altre prestigiose case.
Ma le tracce del Dna trovate nel blindato furono attribuite proprio a Scirpoli che si sarebbe procurato un taglio durante il colpo. Per questo l’uomo finì in manette e trasferito nel carcere di Foggia dove si trovava da oltre un anno.
Il nome di Scirpoli comparve anche nella storica sentenza “Iscaro-Saburo” che certificò l’esistenza della mafia sul Gargano ma non fu mai incriminato
fonte Immediato
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