Un imputato morto, 1 assolto, 8 condannati a complessivi 44 anni, con sconti di pena: è la sentenza della terza sezione della corte d’appello di B
Un imputato morto, 1 assolto, 8 condannati a complessivi 44 anni, con sconti di pena: è la sentenza della terza sezione della corte d’appello di Bari nel processo “Ultimo avamposto, atto secondo” nei confronti di 10 foggiani, cerignolani e marocchini accusati a vario titolo di traffico e spaccio di hashish importato dal Marocco, transitato per Spagna e Milano, destinato a spacciatori foggiani; oltre che di possesso di armi e ricettazione. Un chilo di “fumo” costava dai 1150 ai 1500 euro. L’indagine di Dda e squadra mobile portò al blitz del 15 febbraio 2021 con 15 ordinanze cautelari (14 in carcere, 1 ai domiciliari) tra Capitanata e Lombardia. In primo grado il 13 giugno 2022, il gup di Bari nel processo abbreviato scelto dai 10 imputati a complessivi 68 anni e 8 mesi.
La corte d’appello ha inflitto 16 anni a Hicham Haddouch, 49 anni, marocchino residente a Carapelle, indicato dalla Dda quale capo del clan di trafficanti “in qualità di stabile fornitore e organizzatore delle cessioni da operare in provincia di Foggia”: in primo grado fu condannato a 20 anni. Nove anni e 2 mesi inflitti al connazionale Aziz Mansouri, quarantottenne residente in Spagna che avrebbe avuto il compito di far arrivare in Italia la droga importata dal Nord Africa (15 anni in primo grado). Sei anni, 10 mesi e 20 giorni comminati a Angelo Raffaele Corcelli, settantottenne del capoluogo dauno che si sarebbe occupato “insieme a Haddouch dei rapporti commerciali di acquisto, cessione e distribuzione della droga nel Foggiano e della riscossione dei soldi” (10 anni e 8 mesi); 4 anni e 40 giorni a Francesco Russo, cinquantenne di Cerignola (5 anni e 4 mesi); 4 anni al concittadino Michele Clemente, trentaquattrenne che ha patteggiato una riduzione di pena rispetto ai 4 anni e 6 mesi di primo grado. Inflitto un anno e 6 mesi a Luigi Bentivoglio, quarantenne di Lucera (2 anni e 6 mesi); 1 anno e 4 mesi a testa a Giuseppe Cardinale, cinquantasettenne foggiano e Romeo Gaudiano, concittadino di 42 anni; in primo grado furono condannati rispettivamente a 1 anno e 10 mesi e 2 anni.
Non luogo a procedere per Michele Piserchia, foggiano classe ’84, deceduto in città due anni fa: in primo grado fu condannato a 4 anni e 6 mesi. Unico assolto nel processo d’appello il padre Alessandro Piserchia, sessantaquattrenne di Foggia: il gup gli inflisse 2 anni e 4 mesi, ritenendolo destinatario insieme a Michele Piserchia di un carico di 20 chili di hashish consegnato da Haddouch e Corcelli a Foggia a marzo 2018. In arringa l’avv. Lorenzo Incardona ha chiesto l’assoluzione perché le intercettazioni a carico di Alessandro Piserchia erano successive alla consegna del carico di droga, per cui non sussiste il reato in quanto il suo coinvolgimento tutt’al più sarebbe stato legato esclusivamente alla necessità di pagare il debito del figlio verso il fornitore; l’avv. Incardona ha anche rimarcato come proprio su questi presupposti il Tribunale della libertà di Bari avesse accolto il ricorso difensivo e scarcerato dopo 3 settimane Alessandro Piserchia, annullando l’ordinanza cautelare che l’aveva portato in cella in occasione del blitz.
L’indagine “Ultimo avamposto 2” contava 18 indagati accusati a vario titolo di 52 capi d’imputazione: traffico di droga contestato dalla Dda a 6 persone; 45 episodi di detenzione/cessione di hashish; 3 di possesso illegale di armi; 2 di ricettazione; 1 di favoreggiamento. Il processo si è poi diviso tra chi optò per il rito abbreviato dal gup di Bari (conclusosi con 10 condanne in primo grado e adesso 8 in appello) e chi è stato giudicato con rito ordinario dal Tribunale di Foggia.
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