UNITED Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, più semplicemente Unesco: l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, l

UNITED Nations Educational, Scientific and Cultural Organization, più semplicemente Unesco: l’Organizzazione delle Nazioni unite per l’educazione, la scienza e la cultura, fondata a Londra il 16 novembre 1946. Tra le missions primarie vi è quella della identificazione, protezione, tutela e trasmissione alle generazioni future del Patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. Il Patrimonio culturale e naturale è l’eredità che ci viene dal passato e di cui beneficiamo per trametterlo alle generazioni future. Un Patrimonio fonte insostituibile di vita e di ispirazione.
IN QUEL novero di eccellenze culturali e naturali, si sta cercando di far rientrare le “Stele Daunie”, monumenti funerari della civiltà dei Dauni, popolazione dell’Italia antica che abitava principalmente la Puglia e in particolare quella parte settentrionale della regione corrispondente all’attuale provincia di Foggia, detta per l’appunto Daunia. Un gran numero di quei manufatti istoriati (circa duemila) sono stati rinvenuti in località Cupola-Beccarini, il sito sul quale sorgeva l’antica Sipontum, dall’archeologo pisano Silvio Ferri. Un recupero accidentale ancorché provvidenziale: quelle “pietre” erano infatti state usate come pavimento o per costruirvi muri a secco.
UN MOVIMENTO che suscitò grande interesse non solo nel mondo accademico allorquando il professor Ferri le ha datate all’ottavo secolo a.C. e giù di lì, disvelandone l’importanza antropologica eppertanto aprendo uno squarciò significativo nella genesi della civiltà daunia. Un unicum straordinario. «Oltremodo significante è il concetto che anima le stele della Daunia» afferma l’archeologa Maria Luisa Nava, allieva-collaboratrice del professor Ferri e tra le maggiori esperte e interpreti di quelle “pagine di pietra”, segnacoli di storia e di cultura. «Questa popolazione – spiega – è l’unico ethnos indigeno in grado di “raccontare per immagini” e di informarci sulle proprie usanze e credenze escatologiche direttamente, senza intermediari, pur non essendo in possesso di alcuna scrittura. I Dauni – approfondisce – sono gli unici in grado di sopperire alla mancanza della scrittura, con la loro straordinaria e unica capacità per il mondo italico, di usare le raffigurazioni per ricostruire la loro storia, le loro credenze religiose e su ciò che seguirà alla vita terrena».
LO STATO, auspice il Comune di Manfredonia, ha dedicato a quelle stele, un Museo nazionale allocato nel castello svevo-angioino, nel quale sono raccolte anche altre preziose memorie archeologiche dell’area sipontina. L’inclusione delle stele daunie nella lista del Patrimonio Unesco, sarebbe sicuramente un ulteriore stimolo per la ricerca, la conservazione e la diffusione della conoscenza della civiltà daunia. Sarebbe anche un ulteriore modo per attrarre attenzione internazionale per un turismo non solo culturale.
IN QUESTA reale prospettiva, il Comune, tramite l’assessorato alla cultura, ha assunto l’iniziativa di avviare il complesso iter della candidatura delle stele all’Unesco. L’assessora Maria Teresa Valente, ha indetto un tavolo al quale ha chiamato a partecipare le espressioni delle realtà culturali, del mondo accademico, delle realtà associative, professionali e istituzionali del territorio. «Le stele daunie – ha rimarcato – raccontano in modo originale e straordinario l’identità della Daunia e della civiltà sipontina-manfredoniana: è il momento di fare squadra, che la città nel suo insieme faccia sentire la propria voce nella consapevolezza che quella pietre scolpite sono la testimonianza viva della nostra civiltà».
IL PERCORSO da compiere è articolato nelle sua variegate scansioni da portare all’attenzione del Comitato Unesco di valutazione delle proposte pervenutegli che giudica secondo criteri specifici descritti nella Convenzione del Patrimonio Mondiale del 1972, che stabilisce il quadro giuridico in base al quale decidere. Sono criteri di carattere culturale, naturale, combinato culturale e naturale, storici, di integrità e autenticità, di rilevanza globale. Per presentare una candidatura, ogni Stato membro dell’Unesco, deve inviare una proposta dettagliata che comprende una valutazione scientifica, un piano di gestione e di conservazione. In definitiva l’Unesco valuta i beni sulla base della loro significatività culturale e naturale universale, della loro autenticità e integrità, e della necessità di protezione e conservazione per le generazioni future. Requisiti che non mancano alle Stele Daunie. L’arduo compito è quello di presentarle secondo le tassative istruzioni indicate.
Michele Apollonio
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