Il Centro Studi delle Camere di Commercio 'Guglielmo Tagliacarne', ha pubblicato la mappa dei redditi per provincia, dato cresciuto ovunque tra il
Il Centro Studi delle Camere di Commercio ‘Guglielmo Tagliacarne’, ha pubblicato la mappa dei redditi per provincia, dato cresciuto ovunque tra il 2021 e il 2023, ma con velocità diverse tra Nord, Centro e Sud. A guidare la graduatoria della crescita sono le province alpine, con un aumento medio del 13,4%, a fronte di una crescita del Paese che si ferma all’11,2%. Il Centro fa più fatica ad allungare il passo, con un incremento del 10,3%. Sondrio si prende la parte del leone con un +17,0%, seguita da Belluno (+15,4%) e Imperia (+15,1%), mentre Roma resta indietro, al 94° posto, con un aumento del 9,5%.
Tuttavia – si legge in una nota stampa – l’inflazione salita di più (+14,2%) nello stesso arco di tempo ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie. Il Sud segna la performance migliore per la crescita del reddito da lavoro dipendente tra il 2021 e il 2023 (+12,5%), con Abruzzo (+14,2%) e Sicilia (+13,8%) in prima fila, mentre il Centro, anche in questo caso, avanza più lentamente (+10,8%). Le province che registrano gli aumenti più decisi sono L’Aquila (+18,5%), Teramo (+18,1%) e Sondrio (+17,9%), mentre Terni (+7,3%), Pordenone (+6,2%) e Trieste (+6,1%) segnano progressi più contenuti.
Nel ranking del reddito disponibile pro capite tra il 2021 e il 2023, è Belluno a guadagnare più posizioni (10) raggiungendo il 23° posto, Sondrio ne scala 9 attestandosi al 43°, mentre Venezia avanza di 7 posizioni, salendo al 27°. Sul versante opposto, Pordenone scivola di 10 posizioni al 25° posto, Udine di 9 al 36° e Trieste di 8 al 18°. È quanto emerge dall’analisi di Unioncamere-Centro Studi Guglielmo Tagliacarne sulle stime 2023 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, una misura chiave della capacità di spesa della popolazione residente in Italia.
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