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Malamovida a Foggia, la diffida di uno studio legale l’origine dell’ordinanza: “Le associazioni dei commercianti sapevano”

In riferimento all’ordinanza sindacale firmata dalla sindaca Episcopo che entra in vigore 14 marzo, in via sperimentale per tre mesi, dal Comune di

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In riferimento all’ordinanza sindacale firmata dalla sindaca Episcopo che entra in vigore 14 marzo, in via sperimentale per tre mesi, dal Comune di Foggia forniscono ulteriori precisazioni sui motivi che hanno spinto la sindaca Maria Aida Episcopo.ad adottare delle restrizioni-accorgimenti nelle zone centrali interessati da spiacevoli comportamenti ed episodi di ‘malamovida’.Innanzitutto, spiegano, il provvedimento nasce dall’esigenza di tutelare il sonno e il riposo delle persone, garantito dall’art. 659 del codice penale; salvaguardare la salute e l’incolumità delle persone e in particolare dei minorenni, in osservanza della Legge n. 125/2001 che limita gli orari di somministrazione di alcolici e li vieta categoricamente ai minori; prevenire episodi di violenza provocati da ubriachezza molesta e stati di alterazione psicofisica. Ricordano che la Legge n. 160/2007 vieta la vendita di bevande alcoliche nelle attività di vicinato e artigianali dalle 24 alle 6 del giorno successivo.

Tuttavia l’ordinanza ha origine dalla diffida ricevuta dal Comune di Foggia da parte di uno studio legale in rappresentanza di alcuni residenti del centro storico, per mancata attuazione di provvedimenti in materia di disturbo alla quiete pubblica (nell’ordinanza viene espressamente richiamata una sentenza della III Sezione Civile della Corte di Cassazione, che ha condannato un Ente locale al risarcimento del danno subito da alcuni residenti a causa degli schiamazzi notturni causati dagli avventori di pubblici esercizi). Sempre da parte dei residenti, nelle varie zone del centro, sono pervenute nel tempo numerose e continuative segnalazioni con raccolta di firme, chiamate notturne alla centrale operativa della Polizia Locale e delle altre forze dell’ordine, e sono state avviate iniziative di protesta e aperto dissenso per l’inerzia amministrativa.

Il 12 febbraio scorso è stata emanata dal Prefetto di Foggia un’ordinanza che ha istituito le cosiddette ‘Zone rosse’ nel centro cittadino, con riferimento anche a luoghi di aggregazione giovanile: “Era necessario da parte dell’Amministrazione intervenire per un’azione sinergica da parte delle istituzioni, e affrontare con una visione d’insieme le problematiche e criticità esistenti. La sindaca di Foggia è intervenuta anche e soprattutto quale massima autorità sanitaria sul territorio a tutela della salute pubblica, legata sia alle conseguenze negative prodotte dagli assembramenti e dagli schiamazzi, sia all’abuso di alcol” si legge.Sin dal periodo antecedente l’emissione dell’ordinanza prefettizia, sono avvenuti diversi incontri tra forze dell’ordine e istituzioni per affrontare le problematiche legata alla ‘movida’. Il 19 febbraio sono state convocate a Palazzo di Città le associazioni di categoria dei commercianti di Foggia maggiormente rappresentative e – presenti Confcommercio, Confartigianato, Confesercenti, Con.Art. Consorzio Artigiani del Tavoliere, Cna Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, associazione provinciale Confederazione Nazionale dell’Artigianato, oltre alla sindaca stessa e agli assessori alle Attività produttive e alla Polizia Locale, al comandante della Polizia Locale e al dirigente del Suap – sono state informate della prossima adozione di un provvedimento finalizzato a introdurre misure volte a contemperare gli interessi degli esercenti e quelli dei residenti, e tutelare la vivibilità e la sicurezza.Inoltre, precisano da Palazzo di Città, in numerose città della regione Puglia e italiane sono vigenti provvedimenti analoghi e con orari più restrittivi, in materia di vendita per asporto e di consumo all’aperto.