Foggia perde oltre 1200 iscritti alle classi prime: è tra le province più colpite in Puglia

La provincia di Foggia perde 1.282 iscritti alle classi prime per il prossimo anno scolastico 2025/2026. Nella secondaria di secondo grado è la provin

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La provincia di Foggia perde 1.282 iscritti alle classi prime per il prossimo anno scolastico 2025/2026. Nella secondaria di secondo grado è la provincia che fa registrare il maggior calo di iscrizioni, con uno scostamento dello 0,15% rispetto all’anno in corso.

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Ad analizzare i dati, all’indomani della chiusura delle iscrizioni, è la Uil Scuola Puglia. In tutta la regione, rimarca il sindacato, si continua a registrare un calo vertiginoso di alunni, passando dai 101.556 iscritti alle classi prime dell’anno scolastico 2024/25 ai 93.692 del prossimo anno scolastico.

Il dato che emerge è un calo di 7.864 alunni, rispetto all’anno scolastico in corso, ripartiti in 1.536 per la primaria, 1.159 per la secondaria di primo grado e 5.169 per la secondaria di secondo grado.

“Occorrono misure concrete a sostegno della natalità e investimenti in politiche del lavoro sul territorio regionale. Abbiamo lanciato l’allarme da tempo: oltre alla denatalità, ormai si deve prendere atto che numerose famiglie fuggono dalle regioni meridionali per assenza di opportunità lavorative. Diversamente non si spiega come mai in Emilia Romagna il numero degli alunni cresca”, è la considerazione di Gianni Verga, segretario generale Uil Scuola Puglia.

La provincia di Bari perde 2.076 iscritti, la Bat 851, Brindisi 1.063, Foggia 1.282, Lecce 1.638 e Taranto 954. In termini percentuali, nella primaria e nella secondaria di primo grado, la provincia che perde maggiormente è quella di Brindisi con una variazione in negativo, rispettivamente, dello 0,11% e dello 0,07% rispetto all’anno scolastico in corso.

“Il paradosso – sostiene Verga – è che al calo degli iscritti non corrisponda un calo degli alunni per classe, delle così dette classi pollaio, conferma di come ormai, a ogni livello, si navighi a vista confidando esclusivamente sul senso del dovere di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore. La politica regionale attivi tavoli con le parti sociali non soltanto in occasione del taglio delle autonomie scolastiche, ma per programmare il futuro del sistema scolastico, metta in campo misure per contrastare i fenomeni della denatalità e dell’abbandono scolastico, quest’ultimo tipico nella scuola secondaria di secondo grado. Di questo passo, la scuola pugliese e meridionale è destinata a un processo irreversibile di desertificazione – conclude il segretario generale Uil Scuola Puglia -, con conseguenze allarmanti per la società e per l’occupazione”.

 

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