Sacrifici insostenibili, burocrazia soffocante e costi di gestione alle stelle. È il quadro allarmante tracciato da Coldiretti Pesca Puglia, che h
Sacrifici insostenibili, burocrazia soffocante e costi di gestione alle stelle. È il quadro allarmante tracciato da Coldiretti Pesca Puglia, che ha incontrato gli armatori e i pescatori di Manfredonia per discutere delle sfide che il settore sta affrontando. Alla riunione hanno partecipato Nunzio Stoppiello, rappresentante del comparto locale, Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca, Pietro Spagnoletti, responsabile regionale, Lorenzo Belcapo, direttore di Coldiretti Foggia, e la senatrice Anna Maria Fallucchi.
Negli ultimi anni il numero di imprese e lavoratori della pesca è drasticamente diminuito. Un trend preoccupante che, secondo Daniela Borriello, richiede un cambio di rotta immediato: “Ora è il momento di adottare una nuova strategia europea che metta sullo stesso piano gli aspetti ambientali, economici e sociali. Se non interveniamo subito con decisione, rischiamo di vedere scomparire intere comunità legate alla pesca, con una perdita irreparabile per l’economia, la cultura e l’occupazione del nostro Paese”.
A pesare sul comparto ittico sono diversi fattori: cambiamenti climatici, importazioni incontrollate di prodotto straniero, aumento dei costi di carburanti e materiali, burocrazia paralizzante e sanzioni sproporzionate. Il risultato è una crisi che mette a dura prova le 1.455 imbarcazioni pugliesi, di cui molte operano proprio nelle acque di Manfredonia, Molfetta, il sud Barese e il Salento.
Uno dei temi caldi è il fermo pesca, una misura che secondo Coldiretti non può essere solo una restrizione dei tempi di cattura, ma deve essere ripensata per tutelare le risorse marine nelle fasi cruciali di riproduzione. Tuttavia, le imprese di pesca devono essere sostenute economicamente per evitare ripercussioni sull’intero ecosistema economico legato alla pesca, che comprende commercio, ristorazione, turismo e cantieristica navale.
Coldiretti ha portato le sue proposte al Ministero per migliorare la regolamentazione del fermo pesca 2025. Tra i primi risultati ottenuti, c’è la conferma che il conteggio delle 72 ore settimanali di pesca sarà calcolato al netto del tempo di navigazione verso i luoghi di cattura, un aspetto determinante per la competitività delle flotte pugliesi.
Per garantire una maggiore tutela degli operatori, Coldiretti Pesca organizzerà a Manfredonia corsi di formazione per l’utilizzo degli strumenti elettronici di monitoraggio come il sistema VSM (Blue Box) e il giornale di bordo elettronico (LogBook), strumenti che spesso causano multe ingiuste basate su presunzioni di irregolarità non effettivamente verificate.
Da oltre tre decenni il settore ittico italiano lotta contro difficoltà strutturali. Il consumo di pesce continua a crescere, ma il mercato è sempre più dominato dalle importazioni estere, spesso prive delle garanzie di sicurezza e qualità del pescato italiano.
La flotta pugliese, che rappresenta il 12,3% del totale nazionale, è una risorsa fondamentale per l’intera economia regionale. Le aree di Manfredonia, Molfetta e il Salento sono tra le più attive, con pescati pregiati come gamberi, scampi e merluzzi, oltre agli allevamenti in mare aperto di spigole, ombrine e orate.
Senza un intervento deciso a livello nazionale ed europeo, il rischio è che il sistema della pesca pugliese collassi, mettendo in pericolo identità, occupazione e competitività di uno dei settori più rappresentativi del territorio.
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