Legambiente ha chiesto alla Regione Puglia un incontro urgente per discutere delle criticità legate alla gestione delle risorse idriche e al proge
Legambiente ha chiesto alla Regione Puglia un incontro urgente per discutere delle criticità legate alla gestione delle risorse idriche e al progetto del dissalatore del fiume Tara, su cui permangono dubbi ambientali e strategici.
Secondo i dati dell’Acquedotto Pugliese, la disponibilità d’acqua in Puglia è diminuita del 62% rispetto alla media storica, aggravata dalla siccità e dalle temperature record del 2024. La regione dipende dagli invasi situati tra Basilicata, Molise e Puglia, ma le perdite della rete e il consumo agricolo, che assorbe oltre due terzi della disponibilità idrica, mettono a rischio il sistema di approvvigionamento.
Per fronteggiare l’emergenza, l’Autorità Idrica Pugliese ha inserito nel piano strategico 2020-2045 interventi per ridurre gli sprechi, tra cui il riuso delle acque reflue, il controllo dei prelievi abusivi e il miglioramento delle infrastrutture. Tuttavia, la realizzazione del dissalatore a Taranto solleva preoccupazioni per l’alto consumo energetico, il possibile impatto ambientale sul fiume Tara e l’effettiva utilità dell’opera nelle fasi di crisi idrica.
Legambiente chiede che l’iter autorizzativo venga sospeso e sollecita un tavolo di confronto con Regione, Autorità Idrica, Acquedotto Pugliese, agricoltori e industriali per discutere di alternative sostenibili, tra cui il pieno utilizzo dell’invaso Pappadai e una revisione dei prelievi idrici industriali.
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