PARLA DELLA MALVA IL NUOVO PENTITO GARGANICO ALLEANZE E AFFARI DEI CLAN VIESTANI I RAPPORTI CON I FOGGIANI DELLA BATTERIA MORETTI, LO SCAMBIO DEI KILLER PER ELIMINARE RIVALI

Della Malva, ex elemento di spicco di Raduano, alleato dell’ex gruppo Romito di Manfredonia in guerra con i Li Bergolis di Monte Sant’Angelo. G

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Della Malva, ex elemento di spicco di Raduano, alleato dell’ex gruppo Romito di Manfredonia in guerra con i Li Bergolis di Monte Sant’Angelo.

Gli affari tra mafia garganica e “Società foggiana”; gli scambi di favori tra clan che si prestano i killer: quelli del Promontorio in­viati a Foggia per uccidere, e vi­ceversa i sicari del capoluogo che salgono sulla Montagna del Sole per eliminare rivali degli alleati; il summit nelle campagne di Man­fredonia, cui presero parte ele­menti di spicco del clan Romito e dell’ex gruppo Romito; il business della droga. Si è parlato di questo nella prima parte dell’interroga­torio di Danilo Pietro Della Mal­va, 39 anni, detto “il meticcio”, mafioso viestano, pentitosi a maggio 2021, reo confesso anche di omicidi, che per 90 minuti ha risposto alle domande del pm del­la Dda Bruna Manganelli nel pro­cesso “Game over” in corso dal dicembre 2023 in Tribunale a Fog­gia a 19 foggiani e cerignolani, tra cui lo storico boss della “Società” Rocco Moretti, accusati di traffico e spaccio di droga aggravati dalla mafiosità. Il collaboratore di Giu­stizia ha sostanzialmente confer­mato quanto dichiarò durante le indagini a pm e investigatori nell’interrogatorio del 19 luglio 2021. Il controinterrogatorio della difesa si svolgerà il 25 febbraio.

SPACCIO IN MANO AI CLAN – L’inchiesta “Game over” foto­grafa il monopolio sullo smercio di cocaina imposto in città dalle batterie Sinesi/Francavilla; Mo- retti/Pellegrino/Lanza; Trisciuoglio/Tolonese. Secondo l’accusa basata su pentiti e intercettazio­ni, fu ordinato a grossisti e spac­ciatori al dettaglio di rifornirsi in via esclusiva, pena rappresaglie, dai clan. Questo in virtù dell’ac­cordo siglato da Rocco Moretti storico capo mafia foggiano, per conto del proprio gruppo; e da Alessandro Aprile (condannato a 20 anni in primo grado nel pro­cesso abbreviato) per conto dei nemici Sinesi/Francavilla, coi quali si decise di porre fine a ri­valità e guerre per fare soldi in­sieme. Sulla scorta di quel patto la mafia inondava Foggia con 10 chi­li di cocaina al mese, par i a 50mila dosi, acquistata principalmente a Cerignola a meno di 40 euro al grammo e rivenduta a grossisti e pusher a 55/60 euro, secondo quantitativi settimanali/mensili stabiliti dalle batterie. I soldi in­cassati, oltre 200mila euro al me­se, alimentavano la cassa comune creata dalla “Società” per pagare stipendi agli affiliati, mantenere le famiglie dei sodali detenuti, I reinvestirli in acquisto di altre l partite di droga. Il blitz sfociò l nell’arresto di 82 persone il 23 luglio 2023. Il processo a 85 imputati per 100 capi d’imputazione s’è di­viso in 4 tronconi: 1 patteggia­mento; giudizio abbreviato dal gup di Bari per 63 imputati con 5 assoluzioni e 58 condanne a 560 anni; rito ordinario in Tribunale a Foggia per 21 imputati in 2 di­stinti processi.

RAPPORTI COI FOGGIANI – Danilo Pietro Della Malva, ex ele­mento di spicco del clan viestano Raduano, alleato dell’ex gruppo Romito (ora denominato Ricucci/Lombardi/La Torre) in guerra con i Li Bergolis, si è pentito nel maggio 2021, quando confessò l’appartenenza alla mafia garga­nica e il coinvolgimento in alme­no 3 omicidi di cui si è a cono­scenza (Marino Solitro aprile 2015; Omar Trotta luglio 2017; Giovambattista Notarangelo aprile 2018) compiuti direttamen­te o dando appoggio ai killer, ag­guati avvenuti a Vieste nell’am­bito della guerra di mala locale. Rispondendo alle domande del pm da una località segreta in vi­deo collegamento con l’aula del Tribunale di Foggia, Della Malva junior (anche il padre Giuseppe si è pentito qualche mese fa) ha det­to che quando fu arrestato il 31 ottobre 2016 nel blitz “Ariete” contro una banda di rapinatori garganici che preparavano un as­salto a un portavalori, finì in car­cere a Foggia dove entrò in con­tatto con esponenti della “Socie­tà”. I suoi interlocutori gli dissero che se avesse avuto bisogno di rifornirsi di droga avrebbe potuto rivolgersi a Foggia a Rodolfo Bru­no, presunto cassiere del clan Mo­retti ucciso in città il 15 novembre 2018 in un agguato ancora impu­nito.

ALLEATI DEI MORETTI — “Io princi­palmente co­nosco soggetti del clan Mo­retti perché tra il nostro gruppo di Vieste e il loro c’era ima sorta di affiliazione” spiegò Della Malva durante le indagini “non perché avessimo patti di sangue, tipo le storielle, le favelle in quan­to noi sul Gargano non usiamo j fare queste cose. L’affiliazione col clan Moretti era nel senso che ci scambiavamo favori: tipo sono venuti dei ragazzi loro a Vieste a fare omicidi”.

SUMMIT CON MORETTI – – Quanto ai suoi rapporti di cono­scenza diretta o indiretta con foggiani e in particolare i 19 imputati sotto processo, Della Malva ha parlato di Rocco Moretti, dicendo d’aver saputo da Marco Raduano (viestano già al vertice dell’omo­nimo gruppo pentitosi a marzo 2024) che c’era anche lo storico capo-mafia foggiano e altri esponenti della sua batteria a un sum­mit nelle campagne tra Manfre­donia e Mattinata a maggio 2017 cui parteciparono i vertici del clan Lombardi/Ricucci/La Tor­re, tra cui Pasquale Ricucci alias “tic sicc”, ucciso l’il novembre 2019 sotto casa a Macchia dal gruppo Li Bergolis nella guerra di mafia garganica. “Marco Raduano mi disse che c’erano tutti i ‘capezzoni’; si incontrarono per parlare di strategie e di omicidi; poi intervenne una pattuglia e do­vettero scappare”.

LE FOTO DEI NEMICI -Il pen­tito ha parlato anche di Antonio Salvatore, alias “Lascia Lascia”, imputato in Ga­me over di traf­fico, spaccio ed estorsione, in­dicandolo come esponente di peso del clan Sinesi/Francavilla. “Lascia lascia è uno che sparava e faceva di tutto, dalla droga alle estorsioni. Lui” riferì Della Malva durante le indagini “è uno dei foggiani di cui il nostro gruppo a Vieste aveva le foto per­ché se lo vedevamo in paese do­vevamo stare attenti” (se fossero sul Gargano inviati per missioni di morte) “e perché era uno dei nostri obiettivi, in quanto amico di “Renzino Miucci”, al vertice del clan Li Bergolis/Miucci nemico dell’ex gruppo Romito. Per la difesa Della Malva non è a cono­scenza di episodi specifici a ca­rico degli imputati; parla molto de relato, per quanto cioè avrebbe appreso da terze persone; peral­tro il pentito è stato detenuto o in Spagna per parte del quinquen­nio 2016/2020 e i fatti contestati in “Game over” vanno dal 2017 al dicembre 2019.

gazzettacapitanata

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