Ludopatia: in Puglia è un male sempre più diffuso, dalle nuove dipendenze al rischio di rovina economica

La ludopatia, tra le cosiddette “nuove dipendenze”, sta diventando un problema sempre più diffuso in Italia e in Puglia. Si gioca ovunque: a casa,

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La ludopatia, tra le cosiddette “nuove dipendenze”, sta diventando un problema sempre più diffuso in Italia e in Puglia. Si gioca ovunque: a casa, al bar, nelle agenzie di scommesse o nelle ricevitorie. Per molti, il gioco d’azzardo sembra l’unica via per sfuggire a un disagio esistenziale o a un senso di noia, alimentato dalle pressioni della vita quotidiana e del lavoro. Ma la realtà è ben diversa.Chi si trova intrappolato nel tunnel del gioco d’azzardo patologico, spesso giustifica la propria dipendenza con l’illusione della vincita facile, sempre “a portata di mano”. Non è raro che queste giustificazioni siano utilizzate da chi chiede aiuto agli esperti dei Serd (Servizi per le dipendenze), i quali stanno cercando di arginare il fenomeno in crescita. Nei comuni della Puglia, così come in tutto il Paese, sono sempre più numerose le persone che si rivolgono ai centri per la prevenzione, la diagnosi e la cura di chi soffre di disturbi legati a dipendenze, tra cui quella da gioco d’azzardo.Nonostante la crisi economica che ha messo in ginocchio molte famiglie, il gioco continua ad essere una delle voci più resistenti della spesa. Slot machine, scommesse sportive, “Gratta e vinci”, “10eLotto”, Bingo: sono tanti i giochi che sottraggono risparmi alla popolazione, alimentando un circolo vizioso fatto di speranze infrante e illusioni di facili guadagni.I numeri parlano chiaro. Secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga, gli italiani con un problema di dipendenza da gioco d’azzardo sono tra i 300 mila e i 1,3 milioni. Una cifra imprecisa, dovuta anche alla difficoltà di questi soggetti nel riconoscere la propria condizione e nel chiedere aiuto. Tuttavia, una ricerca condotta dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018 ha fornito un quadro più preciso: su circa 14,5 milioni di italiani che hanno giocato almeno una volta all’anno, un milione e mezzo sono risultati essere giocatori problematici.

Contrariamente ai pregiudizi, che dipingono il giocatore d’azzardo come un uomo di mezza età, emerge che la ludopatia coinvolge tutte le fasce di età. Tra i giocatori problematici ci sono non solo adulti tra i 40 e i 64 anni, ma anche giovani tra i 18 e i 25 anni, e persino minorenni che, nonostante la legge, si avvicinano al gioco. Il fenomeno interessa soprattutto gli studenti del Sud Italia, ma anche le donne rappresentano una quota significativa, con il 20% dei giocatori problematici.

In Puglia e nel resto d’Italia, il gioco d’azzardo non è solo una questione economica, ma anche psicologica, con impatti devastanti sulla vita delle persone coinvolte. Gli esperti, oltre a denunciare la difficoltà di diagnosticare il problema in tempo, lanciano un appello per un maggiore impegno nelle politiche di prevenzione e cura. Il primo passo, secondo loro, è riconoscere che la ludopatia non è solo un vizio, ma una vera e propria malattia, che va trattata con la stessa serietà delle altre dipendenze patologiche.

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