UN PREZIOSO SCRIGNO D ‘ARTE E DI STORIA TRASCURATO

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MARTEDI 27 prossimo (ore 18), nell’Auditorium “Cristanziano Serricchio” al Palazzo dei Celestini, sarà presentato al pubblico e commentato da esperti del settore, il prezioso dipinto raffigurante la Madonna Immacolata Concezione, esposto nella Chiesa San Francesco. «Uno dei tesori del patrimonio artistico di Manfredonia, un’opera che parla della storia, della fede e delle ricchezza culturale di Manfredonia» annota l’assessora alla cultura Maria Teresa Valente, promotrice dell’iniziativa che vanta il patrocinio della Regione Puglia e dell’Arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo.
L’OPERA (300×140 cm) è attribuita ad Andrea Vaccaro (Napoli1904-1670), pittore barocco tra i maggiori esponenti della pittura napoletana del Seicento. Ad illustrare storia e valore artistico del dipinto, Gianpasquale Greco, dottore di ricerca in Storia dell’arte all’Università di Napoli “Federico II”, che segnalò la presenza del prezioso dipinto alcuni anni orsono. Un evento utile a richiamare l’attenzione su un settore, quello dei beni artistici alquanto ricco di spunti mai evidenziati, e a suscitare l’opportuno interesse «sull’importanza di custodire e valorizzare – evidenzia l’assessora – il nostro patrimonio artistico identitario».
ALL’INCONTRO, moderato dalla stessa Valente, presenzieranno il sindaco di Manfredonia, Domenico La Marca, l’arcivescovo padre Franco Moscone, e oltre a Gianpasquale Greco, interverranno Giacomo Telera cultore di storia locale, Piercosimo Zino storico dell’arte.
QUELLA dell’Immacolata Concezione non è l’unica opera pittorica che impreziosisce la chiesa San Francesco, classico esempio di architettura gotica, tra le più antiche di Manfredonia con riferimenti nell’antica Siponto, testimone delle vicende storiche di Manfredonia fin nei tempi moderni: sulla stessa parete troneggia un maestoso e solenne dipinto raffigurante la natività sopravvissuto al feroce scempio subito dalla città ad opera dei maomettani (1620) e alle non meno virulente scorrerie tedesche del settembre 1943.
UNA PREZIOSA opera della quale ci occupammo nel Natale del 2020, anche questa mai doverosamente e opportunamente considerata, che espone la firma degli autori “Bernardinus Iuliusque Lycini patrus ed nepos faciebant” operanti a Venezia, che la eseguirono su commessa di Elena Sodini Fresini, consorte del controllore dei dazi di Manfredonia. Di scuola naturalista seicentesca venne sottoposta a restauro a cura della Soprintendenza per i beni storici artistici della Puglia, finanziato dalla Regione Puglia. La restauratrice Rosa Lorusso Romito, così la descrive: «è la raffigurazione di una gioiosa, sontuosa “epifania”, cioè la manifestazione-rivelazione del Redentore all’intera umanità rappresentata dalla moltitudine variegata dei presenti caratterizzata ciascuno da singolari e intensi ritratti».
MA NON è tutto: sull’altare maggiore fa sontuosa mostra un armonioso crocifisso ligneo del Seicento; si possono ammirare due affreschi, una tela del Servo di Dio Francesco Antonio Boccoli (1767) figlio del console sipontino in Ragusa; una epigrafe dell’arcivescovo Orsini poi Pala Benedetto XIII e interessanti lapidi commemorative. Un riferimento fondamentale la chiesa San Francesco edificata nel 1348 dall’arcivescovo Pietro II che introdusse l’Ordine dei Frati minori conventuali. Per la sua ricostruzione furono utilizzati le rovine del convento San Francesco di Siponto distrutto dal terremoto del 1223; saccheggiato e incendiato dai Turchi, venne ripristinata nel 1676. In epoca moderna è stato demolito il muro di recinzione che inglobava le fabbriche del convento. L’ultimo intervento di restauro è del 1950.
Michele Apollonio

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